L’esame delle medie nell’anno dell’Expo

Eternità e novità nella prova più adolescente di tutte

Puntuale come il cambio armadi, anche quest’anno sta arrivando l’esame finale della scuola secondaria di primo grado di terza media.

E allora? I nostri lettori potrebbero dire: chissenefrega?

Beh, sarà che le medie sono stati i miei anni preferiti, sarà che avevo portato una ricerca sulla patria della brioche con le lumache sulla Francia di cui vado ancora fiero, sarà che sono un discreto numero i ragazzi di Correggio che spasimano attorno a scritti, orali e tesine… A me interessa parecchio.

Così, per vedere come vivono i dodicenni nostrani la Sfida Più Grande Che Abbiano Mai Affrontato, mi sono infiltrato in alcuni doposcuola correggesi: l’HubOratorio di San Quirino, Casa Spartaco a Budrio e il doposcuola della Casa nel Parco.

Qui incontro Erika, Aman, Anya, Nicolò e Zaman che sono contentissimi di piantare lì i compiti di raccontarmi come va la preparazione.

 

Visto che l’esame io l’ho fatto nell’anno di Tangentopoli, mi faccio spiegare come funzionano le cose nell’anno dell’Expo. Dunque: intanto le prove scritte non sono più tre, come ricordavo, ma bensì cinque. Cinque? Siete sicuri ragazzi? Sì, sono sicuri. Cinque-prove-scritte-cinque. Numeriamole per non perdere il conto:

  1. il classico tema di italiano,
  2. i consueti problemi di matematica,
  3. il tema di inglese,
  4. il tema di franc… tedes… spagn… ehm seconda lingua straniera,
  5. l’esotica prova invalsi.

Contenti? No, infatti c’è anche l’orale, su tutte le materie. Contenti? Sì, grazie, a posto così.

Le prove -tranne l’invalsi– sono preparate dalla commissione, che è tutta interna, tranne il presidente.

E infatti è proprio quest’ultima prova -il disco volante ministeriale che atterra sulla preparazione autoctona- è la prova che preoccupa di più, perché, va bene allenarsi sulle prove degli anni scorsi, ma non si sa mai cosa ti può capitare. Bene, invalsi, fatti sotto che non ti temiamo. Cioè, un po’ ti temiamo, ma… mai quanto inglese: dannata lingua monosillabica. Sorrido, perché la lingua di Shakespeare preoccupa da sempre gli adolescenti di ogni tempo, che a malapena sanno l’italiano nonostante i testi degli One Direction.

 

Ok, ho capito come girano gli scritti. Ma l’orale? Per l’orale va ancora di moda preparare un argomento a scelta in ogni materia, più o meno collegati. (Ricordo che mi ero svegliato nel pieno della notte precedente per dire il rosario ripassare i nomi dei quartieri di Parigi). Come promemoria possono fare un powerpoint con parole chiave, tipo: seconda guerra mondiale, fascismo, Stati Uniti, prima guerra mondiale, futurismo, jazz, dadaismo, Ungaretti e Svevo. A quanto pare questi sono i temi prescelti per la tesina di quinta superiore per gli orali di terza media.

E poi? «Alcuni hanno scelto le superiori solo perché ci andavano i loro amici: ci rimetteranno e dovranno cambiare scuola!» mi rivela schifata una delle mie giovani interlocutrici. Io, che all’epoca mi ero iscritto dove c’era una che mi piaceva, mi vergogno davanti a tanta lucidità morale.

Una chiarezza mentale che rifulge nella scelta sicurissima della scuola superiore: lo Zanelli perché mio papà ha il campo, il meccanico al Convitto perché mi piacciono i motori, moda a Carpi che di famiglia siamo sarti e scienze umane perché voglio fare il medico. Eh? Scienze sociali per fare il medico? Fa te che pensavo che scienze sociali servisse per fare la maestra. Come cambiano i tempi.

Ma alcune cose non cambiano: che l’esame sia nell’anno dell’Oscar a Mediterraneo o in quello dell’Oscar a Birdman, in quello di Mortal Kombat oppure in quello di Call of Duty, in quello della morte di Falcone o in quello della morte di Ferrero, poco importa, l’esame di terza media non si dimentica perché è la prima sfida che si affronta appena usciti dall’infanzia.

In bocca al lupo ragazzi!

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