Le buche e l’asfalto

Manutenzione stradale e viabilità a Correggio: parla l’ing. Aristarchi

Rottamare, asfaltare: verbi che in politica han fatto strada.
Ma noi vogliamo riportarli proprio sulla strada, tornando da quello metaforico al loro significato fisico.
La strada, allora, o meglio le strade, quelle di Correggio in particolare, come son messe? Cosa rottamiamo e cosa asfaltiamo?
Il grande rottamatore delle nostre strade è l’inverno.
Quando il gelo affonda, il manto stradale sprofonda. E le buche spuntano come funghi velenosi.

Al di la della forte nevicata di febbraio, comunque, l’inverno scorso non è stato particolarmente freddo e non ha creato grossi guai al manto stradale correggese

Però i problemi non mancano.

A tal proposito abbiamo chiesto a Simone Aristarchi, tecnico responsabile della qualità urbana del comune di Correggio di illustrarci la situazione.

«Naturalmente, come tutti gli anni, faremo una gara d’appalto sulla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade asfaltate, non al massimo ribasso ma con un punteggio determinato da vari fattori, come, per esempio, i materiali offerti in sede di gara» ci spiega l’ing. Aristarchi.
«L’importo dell’appalto dovrebbe aggirarsi sui 325.000 euro.
Stiamo facendo in questi giorni una ricognizione delle strade per vedere dove intervenire e come, tenendo conto anche delle segnalazioni che ci arrivano dai cittadini durante l’anno.
Il periodo dei lavori sarà la primavera-estate, ottimale per i materiali ma anche perchè la chiusura delle scuole ci favorisce notevolmente.
Vedremo se fare una fresatura, togliendo l’asfalto vecchio, oppure una semplice asfaltatura direttamente sul manto esistente quando la struttura della strada lo permette.

I problemi maggiori li abbiamo riscontrati nelle zone argillose di Correggio come zona Ronchi. Alcune strade della zona erano carraie, poi coperte di asfalto senza un vero e proprio sottofondo, quindi tendono con il carico a muoversi. Molti lavori di ripristino del manto stradale proprio nella zona Ronchi, verso Budrio, sono stati fatti alcuni mesi fa.

Nelle nostre ricognizioni teniamo fermi alcuni parametri di valutazione: si dà priorità alle strade urbane più trafficate come Viale Vittorio Veneto e Via Circondaria e, per quel che riguarda le vie frazionali, conta molto il passaggio di mezzi di lavorazione agricoli come trattori, mietitrebbie e altri veicoli pesanti.

Per le strade di quartiere, abbiamo già visionato, a seguito di segnalazione, via Postumo, i vari attraversamenti in porfido come quello di viale Cottafavi sempre soggetto a rotture e il pedonale di viale Saltini.
Porta Reggio poi è una delle zone più difficili dove intervenire perchè gli automezzi passano sempre nello stesso punto formando dei solchi, causa di vibrazioni che vanno ad interessare gli stabili adiacenti.
Dai nostri rilievi ricaviamo una proposta di suddivisione del budget disponibile che viene poi sottoposta alla giunta comunale per l’approvazione e il via libera ai lavori».

Esiste un piano della mobilità? Chiedo.
«Sì, stiamo realizzando il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) che va ad integrare i precedenti piani urbanistici e che consiste nel montaggio di contatori radar nelle zone sensibili che abbiamo individuato.
Essi tengono monitorato il numero di veicoli che passano e le fasce orarie più trafficate.
I dati ottenuti, insieme ai nostri rilievi storici e ad interviste che faremo saranno introdotti in un software ad hoc, che, studiato con l’aiuto di un consulente (un ingegnere trasportista), suggerirà le variazioni per migliorare la viabilità.

Il PUMS ha poi due obiettivi: uno è quello di individuare la effettiva necessità del tratto di tangenziale nord mancante.
L’altro è quello di verificare il traffico che grava sui sensi unici di viale Battisti e via Vittorio Veneto, dove vi è sempre la possibilità di “fluidificare” sulla base del numero di veicoli e della loro destinazione».

Simone Aristarchi, alla fine, ci ricorda che la sicurezza stradale è fatta anche… di luce. Procede, infatti, la sostituzione di lampade ormai obsolete con lampade a led, con un notevole incremento della luminosità ed un deciso risparmio energetico, come in via Borciani, per esempio.

Ecco qua per adesso, lo stato dell’arte.
E dalla chiacchierata abbiamo capito che i costi e i tempi, i due eterni tormenti delle opere pubbliche, sono determinanti anche per la manutenzione delle nostre strade.
Tagli eccessivi alla finanza locale e iter burocratici troppo lunghi: ecco “le buche” che rendono dura la vita agli amministratori e ai tecnici, come Simone Aristarchi.
Se non le asfaltiamo, finisce che poi ci si fa male tutti.

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