Larve, pericolo processione

Gli effetti degli ultimi inverni molto miti si manifestano anche nella presenza sempre più diffusa ed anticipata di insetti indesiderati. É il caso della “Processionaria del pino”, Thaumetopoea pityocampa, un Lepidottero defogliatore che attacca tutte le specie di pino e varie specie di cedro. Così come succede già da due anni a questa parte, questo insetto, affascinante e pericoloso al tempo stesso, nei prossimi giorni dovrebbe dare inizio alle sua spettacolari “migrazioni”. Le caratteristiche “processioni” che hanno ispirato il nome di questo insetto si verificano solo una volta all’anno: a fine inverno si sposta, sotto forma di larva elegante e pelosa, in rigorosa ed ordinata fila indiana per andare a rifugiarsi nel terreno delle piante che le ospitano. Ad inizio maggio le larve incrisalidate nel terreno si trasformeranno in farfalle, spiccheranno il volo e si accoppieranno deponendo le uova, dalle quali prenderanno vita nuove larve che andranno a costruirsi nuovi nidi per ripararsi dall’inverno che anticipa la futura processione.

Non è il caso di allarmarsi inutilmente ma bisogna sapere che il contatto con queste larve ricoperte di peli urticanti può provocare irritazioni cutanee, oculari, alle mucose e alle vie respiratorie tanto per l’uomo quanto per gli animali. Proprio per questo la lotta alla Processionaria del pino rientra fra quelle obbligatorie, vale a dire imposta per legge dal decreto ministeriale del 30 ottobre 2007, che ha abrogato e sostituito quello del 17 aprile 1998. «Il decreto di lotta obbligatoria – spiega Andrea Catellani del Consorzio Fitosanitario di Reggio Emilia – prevede che, in caso di presenza di nidi di Processionaria in grado di rappresentare pericolo per la pianta o per la salute dell’uomo, i singoli comuni emettano le relative ordinanze attuative». La lotta al contenimento di questo fastidioso lepidottero non è una novità e va eseguita preferibilmente al termine dell’inverno, eliminando i nidi sericei prima che le larve li abbandonino. Quella della distruzione, magari con bruciatura, è la soluzione da preferire perché più efficace e meno impattante dal punto di vista ambientale; inoltre, è la più indicata vista l’alta frequenza di piante colpite in forma isolata all’interno di aree cortilive private. Ovviamente occorre adottare precauzioni per non entrare in contatto con le larve od i peli rimasti intrappolati nei nidi. Per questo è sempre bene effettuare questa operazione nelle prime ore del mattino, quando le temperature sono più basse.

La verifica della presenza di nidi di Processionaria su piante di pino o di cedro è facilmente eseguibile osservando la parte della pianta più rivolta a sud ed esposta al sole, poiché in questa posizione il nido si riscalda più facilmente. Il danno che provoca alle piante che infesta è molto spesso circoscritto ad una porzione dell’arbusto; solo nei casi più gravi può comportare defogliazioni e condizioni di stress tali da rendere l’albero più vulnerabile anche ad altri attacchi parassitari.

 

ALTRE SOLUZIONI DI LOTTA SPECIFICA

Altre soluzioni di contenimento sono adottabili a inizio settembre, con trattamenti biologici, irrorando sulle larve che si apprestano ad affrontare l’inverno uno specifico batterio naturale, il Bacillus Thuringiensis, innocuo per l’uomo ed ammesso in lotta biologica. Un altro metodo interessante risulta essere l’utilizzo di trappole a colla (eco-trappole), che si posizionano lungo il fusto poco prima della migrazione delle larve mature per intrappolarle ed interromperne la migrazione.

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