Disagio, deprivazione, indigenza, abbandono: sono le tacche sulle quali staziona ormai da tempo la lancetta del barometro della povertà nel nostro Paese.
Una famiglia su quattro presenta almeno tre dei sintomi indicati: questo esce dalle indagini dell’ISTAT e dal rapporto della Caritas, riportati dai giornali di recente.
Un allarme povertà in piena regola, dunque.
E a Correggio? Poveri? Dove, come, quanti?
Ne parliamo con Gianmarco Marzocchini, Vicesindaco di Correggio, con delega a “welfare e coesione sociale” e con un’importante esperienza di lavoro alla Caritas reggiana.
«In questi primi mesi di impegno istituzionale, con i problemi della povertà, o meglio delle povertà, mi sono dovuto seriamente misurare, e non è stato un compito facile» dice Gianmarco.
«Il lavoro è un elemento decisivo. Caso grave, quando si perde il lavoro, dai 45-50 anni in su: crolla la capacità di reddito, poi aggiungi spesso i figli che escono da scuola e non trovano lavoro a loro volta… ecco che le famiglie entrano in un tunnel drammatico.
E tu ti trovi, come amministratore, fortemente limitato», ammette Marzocchini.
Il disagio economico che ne consegue, in questi casi, si riflette su vari aspetti della vita civile cittadina.
Aumentano gli sfratti negli appartamenti dati in locazione dai privati, crescono le morosità nel pagamento degli affitti nelle case di proprietà pubblica e gestite da ACER (Azienda Casa Reggio Emilia- opera sul territorio provinciale al servizio dei Comuni), non si pagano le bollette della luce e del gas-acqua.
E l’Amministrazione come si muove?
«Il Comune e l’Unione dei Comuni della pianura reggiana, che gestisce i nostri servizi sociali, mettono in campo diversi interventi: un fondo sociale per aiutare le persone e le famiglie in difficoltà, un fondo per l’assistenza scolastica per evitare ritiri dai nidi e dalle scuole dell’infanzia, dei buoni per le attività sportive.
Il tutto viene filtrato dallo sportello sociale e poi istruito dall’equipe delle assistenti sociali che coprono tutto il territorio dei bisogni.
Poi ancora il Centro per le famiglie con la sua attività di consulenza e assistenza e il Tavolo per il disagio adolescenziale istituito di recente qui in Comune».
Il panorama degli effetti della crisi è comunque variegato.
«C’è una fascia di popolazione già abituata a vivere con l’essenziale e un’altra che si ritrova, invece, di colpo a non arrivare alla fine del mese, costretta a rinunciare ad uno stato di discreto benessere che era vissuto come conquista perenne.
Succede, per esempio, che non si riesca più a pagare le rate del mutuo per la casa. E la banca se la riprende.
Un dramma.
E in casi del genere si verificano spesso anche delle turbe psicologiche che rendono nera l’esistenza».
Altri fenomeni?
«La solitudine» getta lì, senza esitazione, una parola pesante come una pietra, Gianmarco.
Un fenomeno che riguarda le persone più fragili, gli anziani, i sofferenti, i disabili, i disoccupati.
«Mi accorgo, dagli incontri e dai colloqui che ho con il pubblico, che c’è un grande bisogno di parlare con qualcuno guardandolo negli occhi e di essere ascoltati con attenzione».
Poi c’è qualche caso, anche a Correggio, di persone che vivono in strada.
I noti si contano con le dita di una mano, ma ci sono. «Per garantire un tetto, almeno invernale, a questi individui senza dimora si è fatta una convenzione con la Caritas e si è avviata l’esperienza di ospitalità notturna nella parrocchia di Fazzano, gestita da volontari della Coop reggiana “L’Ovile”».
E i cittadini di origine straniera?
«C’è una diminuzione degli accessi al fondo di assistenza da parte delle loro famiglie nell’ultimo anno. Il fatto è che un certo numero di loro ha lasciato Correggio, non per tornare sul suolo natìo, ma per raggiungere altri Paesi soprattutto nordeuropei. C’è da dire che la crisi dell’edilizia e dei lavori meno qualificati ha fatto tante vittime».
In generale, dai primi riscontri, il Vicesindaco fa capire, con la prudenza del caso, che nel 2014 si registra un leggero calo del bisogno di assistenza economica rispetto al biennio 2012-2013, soprattutto dovuto a questo fenomeno.
Anche il numero delle famiglie che sono in carico ai servizi sociali a vario titolo, nel 2014 sembra avere un trend discendente.
Che sia il segno che la ripresa sta cominciando ad affacciarsi?
Che il peggio sia davvero passato?
Gianmarco alza gli occhi al cielo e sorride. Un sorriso di speranza, il suo. Come il nostro, s’intende.
Gli aiuti della Caritas correggese
- Oltre alle tonnellate di alimenti ricevuti gratuitamente da AGEA, Banco Alimentare, aziende locali, collette supermercati, invenduti dei supermercati, collette parrocchie, privati, Azione Solidale, la Caritas di Correggio ha utilizzato offerte in denaro per un totale di 9.600 € per l’acquisto alimentare di generi ritenuti indispensabili.
- Sono stati acquistati e distribuiti buoni spesa da 20 € per un totale di 7.000 €.
- Sono stati distribuiti buoni spesa ricevuti da associazioni/privati per 4.700 €.
- Nel 2014 sono state aiutate dalla Caritas a Correggio 193 famiglie pari a 656 persone, dopo una verifica del loro stato di bisogno con ISEE, Servizi Sociali, parrocchie.
- La Caritas ha registrato nel 2014 un aumento del proprio servizio del 20% circa rispetto al 2013.