L’agricoltura insegna e dà spettacolo

Esiste un particolare tipo di agricoltura che è complementare all’attività di coltivazione dei campi e ha un ruolo sociale sempre più importante e ricercato. Applicato ormai da diversi anni, ha rapidamente saputo svilupparsi, crescere e perfezionarsi, conquistando l’interesse di una platea di consumatori in costante incremento. Stiamo parlando dell’agriturismo, una non più nuova ma molto attuale forma di erogazione di servizi che, se da un lato può apparire analoga a quelli risto-alberghieri, dall’altro ha peculiarità molto differenti che spaziano fra orizzonti decisamente più ampi. Ogni azienda agrituristica ha una propria personalità e caratterizzazione, scaturiti da una serie di fattori concomitanti quali la tipologia dell’ambiente rurale recuperato, la fantasia di chi lo ha realizzato e le caratteristiche delle produzioni tipiche di quella realtà, oltre che dalla forza famigliare messa in campo. L’attività agrituristica, che può essere complementare o di immagine per le grandi proprietà ma anche un fattore primario per aziende di dimensioni più ridotte, deve in ogni caso essere in grado di offrire un elevato livello di eccellenza, visto che sono inevitabili i paragoni con servizi di ristorazione od alberghieri più classici. D’altronde l’agriturismo è a tutti gli effetti un’attività commerciale basata principalmente sull’ospitalità, sia in termini di pernottamenti che di ristorazione, anche se non devono necessariamente essere presenti entrambe. Garantiscono spesso anche la possibilità di svolgere attività collaterali, che possono essere sportive, culturali, ricreative o didattiche, ma comunque prevalentemente legate alla tipologia dell’azienda agricola che le attua. In tutto questo la qualità e la concretezza della narrazione sul prodotto, l’organizzazione della degustazione e la vendita diretta finale diventano l’aspetto distintivo. Ovviamente l’attività agrituristica non deve essere confusa con quella di “fattoria didattica”, che potrebbe apparire molto simile ma che in realtà è fondata su un ruolo ben diverso.

 

Fattorie didattiche

La fattoria didattica nasce con una finalità educativa e non può offrire pernottamento né pasti, ma solo merende e spuntini inseriti nella proposta didattica, generalmente indirizzata all’utenza scolastica (ma non solo). Sempre più frequentemente l’attività di fattoria didattica è legata a progetti aziendali di agricoltura sostenibile: sempre più frequentemente vi si avvicinano anche giovani ed adulti, con lo scopo di osservare produzioni fortemente legate al territorio e riscoprire così il legame tra la terra e la tavola, la valorizzazione dei sapori e la cultura del mondo rurale. Rispetto ad un agriturismo, la fattoria didattica si rivolge ad una platea molto più ampia, che va dalle scolaresche ai gruppi di adulti, dagli anziani ai disabili. Anche l’offerta formativa può essere molto diversificata in percorsi didattici assortiti ed articolati, distinti per le varie tipologie d’utenza. Quello della didattica rivolta ai più piccoli, scuole materne e scuole elementari in modo particolare, resta uno degli aspetti più affascinanti e coinvolgenti: alcuni laboratori particolarmente suggestivi, che spaziano dalle attività di raccolta fino a quelle di trasformazione, sono un’esperienza senza paragoni anche per gli adulti, soprattutto per chi non ha mai avuto occasione di testimoniarle. Immaginiamo per esempio la trebbiatura del grano e la panificazione, la raccolta del pomodoro e la sua immediata trasformazione in passata, la raccolta delle frutta e la produzione di confetture o la ricerca delle uova nel pollaio e la preparazione della sfoglia, che potrà addirittura concludersi con la cottura di due tagliatelle da degustare direttamente sull’aia. Tutto questo può essere svolto con un linguaggio specifico, in funzione dell’interlocutore al quale ci si rivolge: l’unica cosa che non cambia è la sostanza, la genuinità ed il fascino di queste arti che, in questo modo, hanno modo di continuare a vivere, informare ed essere tramandate. In Emilia Romagna il 50% degli agriturismi svolge anche attività di fattoria didattica, mentre a livello nazionale questo accade solo nel 6% dei casi.

 

Ospitalità rurale anche a Correggio

Al concetto di agriturismo si tende generalmente ad associare il territorio collinare, d’altronde in Italia l’84% degli agriturismi si trovano in aree paesaggisticamente avvantaggiate (collina e montagna). Alla pianura rimane l’arduo compito di far comunque emergere un territorio che, se vogliamo, è meno appariscente ma sicuramente estremamente ricco di argomenti, tradizioni ed unicità da raccontare. Basta semplicemente esserne consapevoli e crederci. È grazie a questo che a Correggio oggi sono presenti, stando all’ultimo elenco aggiornato dalla nostra Regione, due agriturismi e tre fattorie didattiche che, per chi ancora non le conoscesse, valgono veramente la pena di essere osservate: sono un prezioso  motivo di orgoglio, promozione e divulgazione per il nostro territorio. Gli agriturismi sono “Quercia Rossa” di Prato e “La tana della zucca” di Lemizzone, mentre le fattorie didattiche sono “Gelosini” di Mandrio, “la Bio illogica” di Canolo e “Quercia Rossa” di Prato. Volendo leggermente sconfinare dall’ambito comunale, si potrebbe aggiungere un agriturismo ed una fattoria didattica attive nel comune di San Martino in Rio, rispettivamente il “Country Club” e “La casa delle api”. A livello provinciale si contano novantasei agriturismi e trentasei fattorie didattiche, mentre in ambito nazionale gli agriturismi sono oltre ventiquattromila e le fattorie didattiche più di tremila.

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