D – Buon giorno, ascoltatori. Sono la vostra Vanda in diretta da Gazzata, ridente frazione di pianura. Siamo qui per intervistare Carolina, una mucca esponente di punta delle “Vacche Rosse”.
La incontriamo in un’antica stalla, intenta a ruminare insieme alle sue compagne. Grazie Carolina di averci ricevuto.
Ci dica: perché avete deciso di compiere questa drammatica scissione dal resto della mandria?
R – Perché il latte delle vacche rosse è il migliore, ed è un delitto mischiarlo con quello delle altre razze non autoctone. Mi spiego?
D – Si spieghi
R – Mi dica lei cosa c’entra il pregiato parmigiano-reggiano fatto col latte di noi originarie vacche rosse, con quello palliduccio e scipito fatto dalle opportuniste vacche pezzate-olandesi, o con la toma prodotta dalle scheletriche fassone piemontesi, o addirittura con la caciotta smerciata dalle infide vacche maremmane. Lei sa che le vacche toscane sono cornute, vero?
D – Mi pare, ma non so di preciso. Comunque avete sempre sostenuto che nella vostra mandria le diversità erano una ricchezza, un patrimonio
R – Sì, un patrimonio di noi vacche rosse. Perché adesso che il patrimonio ce lo hanno scippato le pezzate-olandesi, le fassone e quelle cornute di vacche toscane la mandria era diventata una dittatura.
D – Addirittura una dittatura…
R – Beh, lei come la chiama una mandria con un toro solo al comando? Le pare possibile? Prova te a smacchiarlo un toro pezzato-olandese!
D – Riflettendoci, un solo toro che si spupazza la più grossa mandria d’Europa deve avere qualcosa di smisurato
R – Non si illuda Vanda… è il suo ego che è smisurato. Infatti è andato fuori giri, ha sbattuto contro un muro, si è scornato… La metta come vuole, ma quello lì si è contornato solo di manze bellocce e vitelloni rampanti.
D – Sì, ma la scissione! Voi storicamente avete brevettato il proverbio “l’unione fa la forza” mica quello liberistico “chi fa da sé fa per tre”. La scissione è stata una scelta che ha danneggiato tutti: la mandria adesso non è la più importante del paese, ormai un gregge di pecore l’ha sopravanzata di molto.
R – Ci abbiamo ruminato sopra a lungo. È stata una decisione sofferta. Però non potevamo più resistere. Si figuri che io dovevo stare tutto il tempo in un angusto corridoio di sette metri per uno. Ci sono stata per un anno, giorno e notte. Mi han detto «Stai lì che così ti vedono». Ma non passava mai nessuno, solo qualche giornalista di Rai3. La cosa più odiosa poi era vedere una mia collega, la vacca blu, quella che fa pubblicità alla cioccolata, che stava tutto il giorno sui prati e poi mi prendeva anche per il culo.
D – È vero. Gli italiani si sono chiesti cosa fa una vacca nel corridoio.
R – Caga sulla moquette, ecco cosa fa.
D – Adesso che vi siete scisse, siete vacche tutte quante rosse; in compenso formate una mandria esigua. Non avrete problemi di identità ma forse di solitudine.
R – Ma quale solitudine? Prima di tutto abbiamo i nostri inni e i dagherrotipi di famiglia; poi il prestigioso marchio della Vacche Rosse; e infine lo statuto delle Vacche Rosse compilato dai migliori artisti italiani del NO. Faremo un grande Consorzio in cui noi troveremo posto tutte quante, mica come prima, che dovevamo andare dal toro a piatire uno strapuntino.
D – Mi scusi se insisto. Una piccola mandria produce un formaggio di nicchia, per pochi. Forse dovrete unire il vostro latte a quello di altri ruminanti.
R – Stiamo tentando di organizzare un misto-pecora con il movimento concorrente. Perché per noi l’importante non è vincere ma ruminare, ruminare, ruminare… Noi abbiamo uno stratega imbattibile, la Volpe Rossa coi Baffi, il terrore dei pollai: l’avrete certamente sentita nominare.
D – Mi tolga una curiosità. Ma il tacchino sul tetto, che fine ha fatto?
R – C***o, compagne, ci siamo scordate il Fassina sul tetto della stalla! L’avevamo mandato di sopra in avanscoperta e gli avevamo detto: «Compagno, tu guardati intorno e avvisaci se ci sono Movimenti». Dobbiamo mandargli qualcuno con un scalèt, se no che figura ci facciamo! È lì da due anni, giorno e notte. Soprattutto la notte, sotto quelle cinque stelle in croce… sarà un bel po’ incazzato! Ma guarda te, a forza di “ruminare contro” abbiamo dimenticato il tacchino…