La notte di Francesco De Gregori

Correggio: una folla mai vista al concerto del grande cantautore

Alla fine le danze contro la pioggia compiute da sindaco e assessori hanno dato il loro frutto, e il tempo, come si dice, “è stato su”.

Con un cielo affascinante screziato di nuvole per fondale, dietro la torretta dell’orologio, il primo giugno corso Mazzini ha accolto Francesco De Gregori e la sua band insieme a migliaia di persone, di Correggio e fuori Correggio.
Ed è stata una grande festa.

De Gregori, classe 1951 ma con una voce che col tempo migliora, ha voluto far partire da Correggio il suo tour Amore e furto (dal titolo dell’ultimo album, che contiene le sue “amorevoli” traduzioni di pezzi “rubati” a Bob Dylan).
A sorpresa la scaletta del concerto non propone tutte le 11 canzoni del disco, ma compie piuttosto una cavalcata esauriente nella storia artistica del cantautore romano. Per l’entusiasmo degli appassionati, che accompagnano i capolavori di Francesco con cori e applausi.
Pezzi tratti da album che hanno fatto la storia della canzone d’autore italiana: Rimmel, Bufalo Bill, De Gregori, Viva l’Italia, Titanic.
Vere ovazioni hanno accolto Generale, Pablo, La storia e altri classici.

De Gregori non si risparmia. Due ore nette di canzoni, senza mai tirare il fiato perché, com’e noto, il nostro ama parlare solo attraverso le sue composizioni: «Buona sera», e via. La band è composta da 10 elementi di ottimo livello, compatta per affrontare una media dimensione live, sostenuta da percussioni che pulsano per tutta la piazza e dai fiati, che sono da sempre il marchio di fabbrica dei suoi arrangiamenti.
Se un pelo nell’uovo lo si vuole trovare bisogna cercarlo in qualche sfasatura dell’accompagnamento (del resto la “prima” serve per aggiustare il tutto) e in qualche arrangiamento di pezzi storici che, per rinnovarli o per adattarli al contesto live, acquistano un andamento un po’ troppo da banda municipale.
Le sue composizioni più liriche e quelle più ermetiche si perdono nella dimensione “di piazza”, penalizzate dall’acustica di corso Mazzini che non è certo il massimo.
Del resto il pubblico dei concerti gratuiti è solo in parte composto da conoscitori, ma soprattutto da chi è lì per partecipare ad una festa.
A loro agio invece si trovano le grandi canzoni ritmiche, le ballate folk, i ragtime.
De Gregori si conferma un front-man di particolare caratura, capace di offrire agli spettatori canzoni completamente riadattate rispetto a quelle che abbiamo conosciuto nelle incisioni.

Il pubblico ha continuato ad affluire ininterrottamente dalle 20 fino alle 23, occupando gran parte della piazza ed affollando i portici, finalmente illuminati in tutti i loro negozi e coi bar rigurgitanti.
Alle richieste perentorie di bis il cantautore ha risposto sfoderando un paio di grandi successi e chiudendo con Buonanotte fiorellino, perfetto alternarsi di lirica e ritmo trascinante, oltre che esempio della sua costante collaborazione ideale con Bob Dylan (nel ’75, in questa canzone, ha utilizzato una melodia del “menestrello del folk”), nonché simpatico saluto ai tanti che hanno continuato ad affollare corso Mazzini e non sembravano avere alcuna intenzione di andarsene.

Condividi:

Leggi anche

Newsletter

Torna in alto