La incontriamo al bar Principe in una giornata piovosa di aprile, e per prima cosa le chiediamo come si trova nelle vesti, che la gente immagina paludate, di un Senatore della Repubblica. Lei non sembra per nulla preoccupata quando evochiamo un suo illustre ed austero predecessore correggese a Palazzo Madama, Vittorio Cottafavi, senatore del Regno, nominato nel 1925. Ma nemmeno fa sfoggio di presunzione.
Maria Laura Mantovani, Lalla da sempre per amici e conoscenti, è stata eletta al Senato nel collegio proporzionale Emilia Romagna 2 (che va da Modena a Piacenza) nelle liste del Movimento 5 Stelle. È nata nella frazione di Sant’Antonio in Mercadello, comune di Novi, ma da più di 15 anni è cittadina correggese. Vive a Mandrio in via Vecchia per Carpi. Ha due figlie, Chiara e Angela, che frequentano l’università. Con suo marito Janus, ingegnere elettronico di origine polacca che purtroppo è venuto a mancare pochi mesi fa, ha condiviso la passione per l’informatica aprendo nel 1995 il primo Internet Service Provider di Carpi, e l’impegno politico fin dalla nascita del Movimento 5 Stelle. Laureata in matematica, venne assunta dall’Università di Modena nel 1990 al centro di calcolo, agli albori dell’informatica, e incaricata della realizzazione della rete di Ateneo: in 4 anni l’Università, ora UNIMORE, tra i primi atenei in Italia, passò da poche postazioni a 3.000 personal computer a disposizione di docenti e studenti. Da allora Maria Laura e il suo gruppo hanno gestito la crescita della rete informatica e della sua sicurezza al servizio dell’ateneo, fino a che è stata distaccata al GARR, l’ente fondato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, dal CNR e dall’ENEA, che ha costruito l’infrastruttura digitale per il mondo della scuola e della ricerca, investendo nella rete con le tecnologie d’avanguardia e interconnettendo il mondo della ricerca e della scuola italiani con le altre nazioni più avanzate. Qui Maria Laura ha applicato su scala internazionale un progetto per la sicurezza delle reti che aveva sperimentato in Unimore: l’identità unica di docenti e studenti per accedere, senza confini di organizzazioni o di stati, a tutti i servizi online per la didattica e la ricerca. Sembra naturale, con questo curriculum, che Maria Laura si sia appassionata all’esperimento di democrazia diretta del Movimento e della “Piattaforma Rousseau” che rappresenta il suo supporto informatico operativo.
Si può strutturare coi cittadini una democrazia fatta di gazebo e di click? Già oggi è in atto la vostra trasformazione da Movimento a Partito, da un principio di democrazia diretta a uno di democrazia fortemente delegata.
«Non sono d’accordo sul concetto di “democrazia fortemente delegata”. Ci sono passaggi istituzionali dove per esperienza diretta di questi anni abbiamo visto che l’assemblearismo fine a sé stesso non funziona, ma gran parte delle decisioni vengono prese con la partecipazione diretta di cittadini e iscritti. Io non ho un passato di politica di professione, sono una cittadina temporaneamente impegnata nelle istituzioni, per massimo due mandati, poi continuerò a dare il mio contributo da fuori. Io credo nella partecipazione alla formazione delle decisioni consentita dagli strumenti informatici che si coniugano perfettamente con l’impegno sul territorio: i gazebo ad esempio aiutano a mantenere un rapporto costante con i cittadini. Già da diversi anni, su Rousseau (che non serve solo al voto o alla selezione delle parlamentarie) chiunque può avanzare proposte di legge che vengono discusse, condivise e valutate. Passando dall’opposizione al Governo saremo in grado di realizzarne una parte e vogliamo che finalmente si parli di temi concreti, così che le persone tornino ad appassionarsi di politica, che è il sale della democrazia. Il Movimento ha l’ambizione di valorizzare le competenze che sono diffuse tra tutti i cittadini. È anche la mia esperienza professionale: sviluppare grandi progetti dal basso mettendo insieme le idee e il lavoro di persone normali».
Si sarà fatta in questo mese un’idea del funzionamento delle istituzioni parlamentari. In quale settore le piacerebbe essere impegnata? Magari la commissione per la formazione e la ricerca?
«Mi piacerebbe invece occuparmi di affari costituzionali, perché la mia ambizione è quella di contribuire attraverso leggi e politiche a migliorare il livello di digitalizzazione della pubblica amministrazione, che fa capo a quella Commissione. C’è un estremo bisogno di fare passi avanti: il DESI (indice di digitalizzazione dell’economia e della società) mette l’Italia al quart’ultimo posto in Europa. Dopo di noi vengono solamente Grecia, Romania e Bulgaria. È così da dieci anni. Bisogna orientare gli investimenti. Evitare di privatizzare il nostro futuro, com’è capitato con Telecom e come sta capitando ai beni comuni che hanno creato benessere e coesione nella nostra società ed oggi rischiano di essere svenduti. Pensiamo a come oggi le ex municipalizzate hanno perso quel ruolo fondamentale di rapporto con la cittadinanza e all’impatto negativo che il caso En.Cor ha avuto su tutta la comunità di Correggio. Dobbiamo invertire la rotta, ricreare un senso di comunità partecipata e creare così posti di lavoro».
Come si rapporterà con i cittadini di Correggio?
«Credo molto nella formazione e nel contatto diretto con i cittadini. Questo è possibile oggi più che mai grazie alle reti, ai gruppi social, alla nostra piattaforma: le persone potranno tenere i contatti e dare un aiuto prezioso ai loro parlamentari di riferimento. Sono abituata all’ascolto e al rapporto diretto, grazie anche alle mie esperienze passate di impegno nel volontariato cattolico nelle mie zone d’origine. Fondamentali anche i banchetti in piazza e le assemblee; sicuramente ne organizzerò sul territorio per aggregare la gente e far crescere il senso di partecipazione su quei “Beni Comuni” di cui parla anche l’Enciclica Laudato sì, che coinvolge anche non credenti e professanti altre religioni su proposte per il futuro della nostra casa comune».
Buone intenzioni, ne prendiamo atto. Poi si vedrà, come sempre. Il tempo c’è.
Intanto, complimenti e auguri di buon lavoro, cittadina senatrice Lalla. In bocca al lupo… o meglio alla lupa, che a Roma è di casa.