«Sarebbe molto più facile, e meno faticoso, dedicarsi ad un solo fattore della filiera produttiva, ma noi abbiamo scelto la strada più complessa perché più ricca di soddisfazioni». Con questa premessa Ubaldo Rossi ci ha accolto ed accompagnato in un piacevole viaggio nell’azienda agricola di famiglia, alla scoperta di una realtà che vista solo dall’esterno non sarebbe di certo possibile immaginare. L’azienda Agricola Rossi Fratelli, che si trova al confine fra Correggio e Rio Saliceto, ha un ciclo produttivo completo, che parte dall’allevamento delle vacche da latte per arrivare alla caseificazione e vendita di Parmigiano Reggiano, anche confezionato, secondo le richieste dei propri clienti. Il punto di partenza quindi sono gli allevamenti di vacche da latte: quattro elegantissime e spaziose stalle, costruite intorno ad una maestosa e tecnologica sala di mungitura alla quale gli animali accedono autonomamente, a gruppi di 20, ed altrettanto autonomamente escono per tornare nei loro ampi spazi che, osservando le vacche che li abitano, danno anche l’impressione di essere molto confortevoli. La stalla dei fratelli Rossi sembra un paese, sia per le dimensioni che per l’eleganza e l’ordine in ogni dettaglio. Gli spazi sono molto ampi e la viabilità imponente: a fianco della stalla degli animali da rimonta c’è un nuovissimo impianto di biogas.
«Lo abbiamo completato da pochi mesi – spiega Ubaldo – ed in questa fase lo stiamo alimentando: fra poco andremo ad avviare il motore, alimentato a biogas, prodotto esclusivamente con i liquami della stalla: sarà in grado di produrre 100 kw/h, che andremo ad immettere in rete. Una produzione di energia addirittura superiore al nostro consumo aziendale complessivo, che ci renderà virtuosi anche dal punto di vista ambientale. E questo non solo perché produrremo energia pulita da sottoprodotti, senza ricorrere a colture dedicate, ma anche e soprattutto perché andremo ad azzerare la frazione inquinante dei liquami».
«In effetti – prosegue Rossi – esiste la consapevolezza diffusa che gli allevamenti intensivi siano tra i principali responsabili dell’emissione in atmosfera dei gas serra, soprattutto di anidride carbonica e metano: possono essere annoverati, a ragione, tra i responsabili del riscaldamento globale. Attraverso l’impianto biogas, che alimenteremo unicamente con i liquami del nostro allevamento, andremo a separare questi gas dai liquami. Il biogas così ottenuto verrà bruciato dal motore che produrrà energia elettrica, eliminando l’immissione nell’ambiente di sostanze climalteranti, salvaguardando al tempo stesso l’aspetto fertilizzante caratteristico del liquame che ci verrà restituito sotto forma di digestato e potrà essere utilizzato nei campi, scevro degli aspetti negativi che sono propri solo della gestione dei liquami secondo la tecnica più classica».
Oltre al biogas, nel lungo percorso aziendale con Rossi, abbiamo toccato con mano anche altri aspetti legati alle nuove tecnologie delle quali la moderna agricoltura può beneficiare, a partire dal robot elettrico che in piena autonomia si muove silenziosamente fra le corsie delle stalle per avvicinare la razione alimentare agli animali, senza minimamente disturbarli, fino ad arrivare all’impianto di essiccazione del foraggio. Una soluzione, quest’ultima, che permette di conservare integri tutti gli aspetti nutritivi di un foraggio ed in particolar modo i suoi aromi e profumi, che si ritroveranno nel latte e quindi nel formaggio Parmigiano Reggiano prodotto con quel latte.
«Da questo punto di vista – puntualizza Ubaldo Rossi – mi sento di affermare che non è vero che le “cose di un tempo” fossero necessariamente migliori e più buone di quelle attuali. La tecnologia, le conoscenze e le competenze di oggi ci permettono di produrre anche meglio di quello che hanno potuto fare i nostri nonni».
Il latte dell’azienda Rossi, che viene prodotto nelle stalle di Via Vecchia Carpi a Correggio, viene trasportato ogni giorno nel caseificio di Via Mandrio dove, per completare il ciclo di produzione, vengono prodotte 28 forme ogni giorno, che vengono poi stoccate in un magazzino aziendale della capacità di 22 mila forme. L’adiacente allevamento di suini è funzionale all’azienda per l’utilizzo del siero, che è un sottoprodotto della produzione del parmigiano reggiano ed anche da questo punto di vista chiude un ciclo di produzione. Da questo allevamento vengono selezionate le carni per la produzione del Prosciutto di Parma DOP, che i Rossi portano a stagionare a Langhirano e che vendono assieme ad altri salumi, sempre derivati dagli oltre 2.000 maiali del loro allevamento, esclusivamente al dettaglio nel punto vendita adiacente al caseificio. Un luogo in cui l’eleganza dei prodotti ed i profumi che li caratterizzano rendono onore e merito ai sacrifici profusi per ottenerli.
Tra gli aspetti caratterizzanti e premianti di questa filiera produttiva vi è infine l’organizzazione commerciale per la vendita all’ingrosso in Italia e all’estero della propria produzione di Parmigiano Reggiano, e non solo. Nella fase di stagionatura vengono infatti acquistate e introdotte nel proprio magazzino di stagionatura anche le forme di altri due caseifici di Parmigiano Reggiano e di un caseificio di Grana Padano. Ciò che serve per completare una gamma di prodotti che possa accontentare tutte le richieste e tutte le esigenze della propria clientela, che per oltre il 50% varca i confini nazionali verso i paesi Europei ed extraeuropei. Una clientela fidelizzata, ma al tempo esigente, per soddisfare la quale la Rossi Fratelli si è dotata di un moderno impianto di porzionamento, grattugia e confezionamento del formaggio Parmigiano Reggiano.
Dai Rossi si riesce ad assaporare la passione per il proprio lavoro, per il proprio territorio e per la storia della propria famiglia. «Non è scontato decidere di produrre, lealmente, un prodotto di qualità – si congeda Ubaldo Rossi – noi abbiamo deciso di provarci ogni giorno. Non è facile, ma quando riesce… è di grande soddisfazione».
La forza dei fratelli Rossi
Oltre 200 ettari di terreni coltivati, 320 vacche da latte, altrettanti capi in rimonta, duemila maiali, novemila forme di parmigiano prodotto in un anno, oltre trentamila commercializzate intere porzionate o grattugiate, secondo le richieste dei propri clienti per un fatturato complessivo di oltre 12 milioni di euro l’anno con oltre il 50% di Export. Questa è l’azienda Fratelli Rossi di Rio Saliceto, al confine con Mandrio di Correggio: una tradizione casearia che parte da lontano, ricca di aneddoti e forte di un grande legame famigliare. L’azienda fu fondata dai fratelli Giorgio ed Ettore Rossi, entrambi casari come il padre, che nel tempo, passo dopo passo, intrapresero anche l’attività del commercio di formaggio, della coltivazione dei terreni, che inizialmente venivano presi in affitto, e l’allevamento. Grandi sforzi, impegni e sinergia fraterna che nel 1998 hanno portato alla chiusura del cerchio del ciclo produttivo con la costruzione dell’attuale caseificio aziendale.
Oggi nell’azienda, che ogni giorno nei vari settori impegna 25 persone, sono impegnate la seconda e la terza generazione della famiglia Rossi, che purtroppo poche settimane fa ha rivolto l’ultimo saluto al capostipite Giorgio.