Lo contattiamo soltanto al telefono, com’è normale in questo periodo. Davide Fornaciari non nasconde di avere affrontato giorni molto duri. Sono passati quasi tre mesi da quando il Covid-19 ha iniziato a cambiare la nostra vita e in particolare il nostro servizio sanitario, che si è ritrovato a rimodulare la propria offerta e la propria organizzazione in tempi rapidissimi.
Anche il Distretto Sanitario di Correggio ovviamente è stato coinvolto.
«Immediatamente – racconta il Direttore – abbiamo riorganizzato la rete ospedaliera con il progressivo adeguamento dell’offerta attraverso un continuo e tempestivo ampliamento delle aree di degenza dedicate, rimodulando interi reparti. Al San Sebastiano di Correggio è stato chiuso il Pronto Soccorso. Il rischio di non avere posti letto disponibili, di rianimazione o “covid” è stato concreto ma è stato evitato. Ora, con la progressiva riduzione dell’occupazione dei posti letto, la cura dei nostri cittadini deve avvenire prevalentemente sul territorio».
Quindi il ragionamento di Fornaciari è già rivolto al futuro, e nell’immediato futuro di questa emergenza c’è il rafforzamento dei servizi territoriali.
«Sul territorio, grazie alla preziosa collaborazione dei Medici di Medicina Generale e degli Infermieri del Distretto, abbiamo costituito gli ambulatori Covid, dove su prenotazione da parte del medico indirizziamo i cittadini con sintomi riconducibili al Coronavirus. Sono ambienti sicuri per il cittadino e i professionisti, dotati di tutti i dispositivi di protezione individuale, in cui peraltro il personale addetto può fare il tampone per verificare la positività».
A proposito di tamponi, è stato attivato il drive-through (il test svolto direttamente sul veicolo) presso la camera calda della sede del Pronto Soccorso provvisoriamente chiuso, dove il cittadino si reca su prenotazione di igiene pubblica o del medico di base e non deve nemmeno scendere dall’auto. La squadra tamponi si reca poi anche a domicilio e presso le Case di Riposo Anziani.
«Importante in questa fase – sottolinea Fornaciari – il ruolo delle USCA, Unità Speciali di Continuità Assistenziali, che fanno visite a domicilio nel caso in cui i sospetti Covid o Covid positivi abbiano la necessità perché o in quarantena o impossibilitati ad uscire di casa. Se continuiamo a contenere e mitigare l’epidemia sul territorio riduciamo la pressione sugli ospedali. Per questo è importante non abbassare la guardia, lavorare tutti insieme, in modo integrato e coordinato ovunque vi siano pazienti che necessitino di cure: negli ospedali, nelle strutture protette per anziani, a domicilio».
La situazione nelle strutture per anziani, come in tutti gli ambienti di comunità, desta preoccupazione.
L’AUSL ha attivato una serie di misure: équipe multiprofessionali composte da geriatri, infettivologi e palliativisti attivabili su chiamata, supporto per le strutture più in difficoltà nel reperimento delle risorse, supporto di infermiere con compito di tutoraggio su corretto utilizzo dispositivi di protezione e individuazione di zone rosse e verdi all’interno delle strutture.
Ora l’impegno dell’Ausl e del Distretto è l’attuazione della cosiddetta “fase 2” per la sanità locale. «I nostri cittadini – spiega Fornaciari – hanno dovuto dilazionare le prestazioni differibili. In questo momento stanno chiedendo di poter riprendere a fare esami, prestazioni, visite, interventi chirurgici. Le dovremo garantire con le migliori condizioni di sicurezza rispetto al Covid-19, con il quale per un po’ di tempo dovremo convivere. É inevitabile che la crisi economica e sociale si saldi con quella sanitaria; per questo il nostro impegno sarà anche quello di riprogettare l’erogazione delle prestazioni sanitarie investendo sempre di più sulla medicina territoriale e sulla domiciliarità, rafforzando i servizi di prevenzione».