È proprio vero che in Italia ovunque ti giri trovi un tesoro. A Canolo eccone uno. Qui, nel complesso più antico della frazione, conosciuto come Al castèl, che ospita anche il rinomato forno, si nasconde una vera perla: un Museo sulla prima guerra mondiale. È curato da Ferrino Manicardi, originario di Canolo, dove spesso ritorna, ma residente a Bergamo. Prima di raccontare nello specifico questo avamposto della memoria, è interessante conoscere com’è nata questa sua grande passione.
Tutto ebbe inizio una trentina di anni fa, quando Ferrino Manicardi decise di accompagnare le figlie in settimana bianca sul monte Adamello presso il Rifugio dei Caduti ad una altezza di 3050 metri. Ferrino ci ha raccontato che durante un’escursione si accorse di alcuni oggetti particolari sparsi nel terreno. Chiedendo informazioni agli abitanti del luogo, scoprì che questi materiali risalivano alla “guerra bianca” che si tenne durante il primo conflitto mondiale, tra le truppe del Regno d’Italia e l’impero Austro-Ungarico. Da allora, per 30 anni, Manicardi ha effettuato escursioni, si è documentato e ha incontrato altri appassionati come lui, diventando un vero esperto in materia. Guardandoci intorno, soppesando il contenuto delle scaffalature, viene spontaneo chiedere come abbia fatto a trovare la moltitudine di reperti che possiede. La sua risposta ha dell’incredibile, data la sua semplicità: «li ho trovati per terra, camminando». Infatti, ci ha spiegato, durante la stagione estiva la neve e il ghiaccio si sciolgono sull’Adamello portando ogni anno alla luce reperti rimasti ricoperti per un centinaio di anni. Fino a qualche anno fa, ci ha detto, non vi erano normative che vietassero di appropriarsi di quanto si ritrovasse sui monti. Una nuova legge impone oggi il principio del museo aperto, ovvero che tutto rimanga immutato nel luogo d’origine. A suo parere questo principio, in teoria apprezzabile, presenta alcuni aspetti discutibili in quanto si rischia che questi oggetti vadano perduti o peggio siano pericolosi per i passanti, trattandosi anche di materiale bellico potenzialmente esplosivo. Al contrario quelli appassionati come lui «una volta trovati i reperti li puliscono, li mettono in sicurezza, li catalogano e li mettono a disposizione del pubblico».
Ci facciamo illustrare i tanti oggetti più disparati: effetti personali, mitra, bombe, cartucce, bandiere, filo spinato e molto altro ancora. Tra quelli più interessanti incuriosisce un diario segreto militare appartenuto ad un ufficiale con tanto di rapporti e annotazioni sulle missioni. Curiosi alcuni lavaocchi, ovvero dei contenitori dalla forma oculare in cui veniva versato un collirio per sciacquare gli occhi irritati delle granate a gas. Molto suggestive anche le piastrine dei soldati al cui interno vi era scritto il nome del milite, dei genitori e provenienza così da evitare i casi di omonimia.
Senza accorgercene è passata più di un’ora e il nostro cicerone ci incanta con i tristi racconti della vita di trincea. Davvero una esperienza unica, come mai ci saremmo aspettati, che ci ha riportati indietro nella storia facendoci toccare con mano aspetti che sui libri difficilmente si colgono… e che ci fanno apprezzare la pace!
Quando vedere il museo
Non è un vero e proprio museo con orari fissi di apertura. Ferrino Manicardi mette a disposizione il suo tempo in occasione di alcune particolari feste del paese, quali la sagra di Canolo (San Paolo il 25 gennaio), aprendo le porte del Museo al pubblico. Resta poi sempre possibile richiedere una visita privata contattandolo direttamente.