Quando, nella primavera 2019, abbiamo iniziato il Laboratorio di filosofia con una cinquantina di bambini della scuola Cantona, nessuno di noi immaginava che la finzione di gestire un’Isola potesse anticipare la situazione attuale.
Sì perché, dopo questi interminabili mesi di pandremia, siamo davvero in un nuovo mondo. Come dice Edgar Morin in “Cambiamo strada. Le 15 lezioni del coronavirus”, siamo in una realtà complessa, all’insegna dell’incertezza e dell’imprevisto, che esige una nuova via politico-ecologica-economica-sociale e un umanesimo rigenerato, solidale e responsabile.
Difficile vero? Eppure gli studenti del Liceo “Corso” e i bambini della “Rodari” hanno raccolto la sfida del formatore Luca Mori, che ha riproposto l’esperimento mentale dell’utopia, caro a tanti filosofi. A partire da come viviamo in società, dalle leggi che ci governano, dalle relazioni tra noi, con le altre culture, con la natura possiamo immaginare nuove soluzioni ai problemi di oggi? Un mondo migliore è possibile? Il futuro è nelle scelte che facciamo insieme.
La grande scoperta di questo laboratorio è che allenarsi al problem solving richiede metodo, tempo, ascolto. Bisogna partire da buone domande ed esercitare il dubbio, il coraggio di mettersi in discussione, esplorare territori nuovi. E se è difficile scegliere, bisogna riformulare le domande, darsi tempo, ascoltare più in profondità, gustare lo scambio reciproco, incoraggiare il farsi del ragionamento mentre il pensiero prende forma.
Lo scopo non è collezionare opinioni diverse, appese come quadri in mostra, ma fare esperienza della bellezza di ragionare con la propria testa, scoprendo che con gli altri si ragiona meglio. A volte è facile, spesso è difficile, ma mai inutile. Si può cambiare idea perché, come dice Martina, «magari la tua idea è splendida, poi un altro te la migliora e diventa fantastica».
Come in un enorme puzzle si è intenti ad incastrare le idee o si cerca il pezzo mancante per immaginare un mondo diverso. Afferma Luca Mori: «è necessario accompagnare il gruppo a sporgersi oltre quello che già sa, per pensare e sognare il mondo con altri occhi».
Questa esperienza ci è così cara che l’abbiamo pubblicata nel testo: “Giocare con la filosofia. L’arte di sognare con i piedi per terra”. Il Centro culturale Lombardo Radice è stato il promotore e l’ideatore di questa iniziativa editoriale.
Nel video allegato al testo ci sono tante mani alzate per parlare, sguardi concentrati, risate e anche partecipazione vorticosa ma, come dice Jacopo, «l’unico tempo perso è quando non ci si ascolta».
Desideriamo riproporre l’esperienza non solo agli studenti, ma anche agli adulti e agli stranieri che frequentano le scuole per imparare l’italiano ed essere cittadini del nostro Paese. Siamo convinti che l’esercizio del pensiero e del dialogo siano la radice della democrazia e della cittadinanza. “Nessuno che impari a pensare può tornare ad obbedire come faceva prima” (Hannah Arendt).
Se è vero che la politica è una seconda nascita perché consiste nell’agire insieme, cioè nel cominciare qualcosa che nasce dal discorso e dall’iniziativa con gli altri, allora abbiamo bisogno di rinascere davvero! Tornare ad una politica in cui le persone si ascoltano, si impegnano responsabilmente per gli altri, si appassionano per ciò che è giusto e buono per il nostro vivere insieme. Rinascere ad una società plurale, solidale, fraterna.
Dopo la pandemia tutto è cambiato. Non siamo capaci di tenere il passo di una rivoluzione che ci spaventa un po’. Però possiamo, come hanno fatto questi studenti, fare un’esperienza positiva di riflessione insieme. Piccoli gruppi, timidi passi, una trama di relazioni che con fiducia gettano nel nostro territorio semi di novità.