Verso l’imbrunire di venerdì 18 maggio, la bellissima atmosfera di una nostra contrada storica e delle abitazioni che guardano il suggestivo fianco della chiesa di San Francesco ha fatto da cornice a “Miniature” numero due. In Via Cairoli 17, una porzione di casa sfitta ha spalancato porta e finestre per accogliere la seconda edizione della manifestazione promossa a Correggio dal gruppo di giovani architetti che, come l’anno scorso nell’ex capannone Gianco, ha voluto aprire i loro studi alla città. L’intento che li ha mossi è sempre quello di far conoscere alla pubblica opinione il senso della loro missione professionale, dando un seguito senz’altro originale all’invito ricorrente del loro Ordine nazionale. Miniature 2018 è stata un successo: grande è stato il riscontro dei partecipanti, soprattutto di tanta gente comune, non avvezza a frequentare gli studi di progettazione architettonica ma animata dalla curiosità di capire come il pensiero e la matita di questi professionisti possano migliorare la vita di una città.
Dopo il buffet di accoglienza allestito al piano terra, in ogni stanza dei piani superiori è stato declinato, nelle diverse sue sfaccettature, il tema di Miniature: “la falsa storicità e l’originale contemporaneità”. In altre parole, la responsabilità di scegliere forme e spazi contemporanei per la riappropriazione del costruito storico. Nel tardo pomeriggio del 9 giugno, poi, la casa di via Cairoli ha ospitato la molto apprezzata conferenza dell’architetto Andrea Ricci, ricercatore presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze.
Abbiamo rivolto alcune domande al gruppo dei giovani architetti, che ci hanno risposto coralmente, a testimonianza della loro forte cooperazione.
Quale il focus del tema di quest’anno?
«La necessità di dialogare circa le modalità d’intervento sul tessuto storico, per aggiornarne le forme e le funzioni in modo che questo possa continuare a vivere, contenendo tutte le aspettative e i desideri di una vita moderna pur rispettando profondamente i tratti e la memoria di quella passata. Nella focalizzazione del tema siamo stati affiancati anche quest’anno dal lavoro dei registi Maria Rosa Davolio e Marcello Casarini, il cui contributo cinematografico ha investigato gli aspetti di nostro interesse da un altro punto di vista, con il cortometraggio “Le nostre pupille sulle antenne”».
Soddisfatti della partecipazione del pubblico?
«Molto. È sorprendente come l’iniziativa sia stata accolta con entusiasmo da parte di chi non si è forse mai interessato a temi di architettura e urbanistica, alla presentazione di un progetto e alle ragioni che lo giustificano. Quasi che non ci si sia mai resi conto, fino a quel momento, di quanto pensiero possa stare alla base di un’architettura e di quanto possa essere molto più piacevole la vita dentro ad uno spazio ben pensato. Il dibattito che ha seguito la lezione dell’architetto Ricci, poi, ha messo a confronto le diverse figure presenti – dell’operatore pubblico, del professionista, dell’ingegnere e della committenza – in quell’ottica di confronto e comprensione costruttivi necessari all’affinamento delle sensibilità e al progresso, soprattutto culturale»
Miniature può cambiare qualcosa nel rapporto tra voi e le Istituzioni Locali, decisive nel guidare l’assetto del territorio?
«È presto per dirlo ma ci auguriamo che possa nascere un dialogo proficuo, utile a risolvere alcune difficoltà di approccio e a trasformare attuali rigidità in vincoli stimolanti, in modo da arrivare a ristrutturazioni del tessuto storico, sensibili alla storia e alla sua continua inevitabile progressione. Un ponte è stato gettato, e noi diciamo: percorriamolo. E pensiamo che, affrontando i temi del progetto in modo così stimolante e appassionato, si possa arricchire anche il ruolo dell’architetto»
Miniature diventerà un appuntamento annuale regolare?
«Ci auguriamo che diventi un appuntamento con scadenze ancor più ravvicinate. Speriamo diventi una necessità continua di pensiero, di studio e di confronto. Vorremmo realizzare uno spazio virtuale di condivisione, di reale analisi e stimolo alla portata di tutti, semplice da capire, in modo da trovare idee altrettanto semplici per rendere piacevole e consapevole la vita di ciascuno di noi»
Ci potete anticipare i temi di una prossima edizione?
«Potremmo parlare di interventi sul tessuto agricolo storico. È sempre più attuale la necessità di recuperare edifici rurali da tempo abbandonati, perché inadeguati alla vita e al lavoro moderni. Sarebbe molto interessante trovare il modo di modernizzarli con gli stessi criteri e le stesse modalità con le quali venivano adeguavano continuamente alle esigenze del contadino e del suo lavoro, fino a definire una tipologia precisa e nuovamente rispondente proprio a quelle esigenze»
Non ci resta che ringraziare questo gruppo di giovani architetti, colto e appassionato che offre a tutti noi attori del vivere comune in città, occasioni di riflessione. A Miniature numero tre, allora!
IL GRUPPO DI ARCHITETTI DI MINIATURE È COMPOSTO DA:
Silvia Bellelli, Giorgio Biagini, Andrea Cavicchioli, Sara Fattori, Francesco Ghidoni, Federico Goldoni, Rita Lasagni, Paola Pecorari, Alessandro Salvatore, Simone Testi, Monica Zanfi.