La ciminiera torna a fumare

La nuova coop “Fornace di Fosdondo” è partita bene

A distanza di pochi mesi, ritorniamo in via Fosdondo 55. Nel dicembre scorso Primo Piano parlò della nascita della nuova coop “Fornace di Fosdondo”. 20 lavoratori non vollero accettare la scelta della chiusura decisa da Unieco, allora azionista di riferimento, e si rimboccarono le maniche diventandone i titolari. Unieco facilitò il decollo di quel “salto nel vuoto”, così come altre strutture finanziarie di Legacoop, apportando liquidità. Se ritorniamo oggi alla Fornace è perché i numeri ci invitano a farlo.

Numeri negativi, drammatici, quelli che riguardano l’Unieco, che ha consumato la sua agonia, chiudendo i battenti. Numeri positivi, incoraggianti, quelli di questa giovane cooperativa: 10 mila euro di utile netto nei primi tre mesi e mezzo di attività. Già nel cortile, alcuni autocarri in attesa del carico di mattoni e la ciminiera fumante sono un buon segnale. «La nuova coop è partita bene, anche se le difficoltà sono tante» mi dice il presidente, l’ingegner Ettore Sassi. «Tra le cose che più possono influire sul nostro futuro – continua Sassi – c’è la liquidazione coatta di UNIECO che potrebbe comportare la cessione degli impianti e dei fabbricati della Fornace. I venti soci e i due dipendenti della nuova coop sono impegnati nel rilancio aziendale attraverso alcune innovazioni di prodotto e la ricerca di nuovi mercati».

Buone prospettive provengono, secondo lui, dal mercato estero, in particolare dai paesi europei. «Le spedizioni di materiale in Serbia, Croazia, Germania, Grecia, Albania ed alcuni paesi anche extraeuropei rappresentano circa il 10% del fatturato ed evidenziano che quelle economie sono ripartite a differenza purtroppo dell’Italia». Mentre parliamo, il presidente mi indica un container di listelli “faccia a vista” in partenza per l’India. Incredibile, ma vero!

«Il mercato italiano è in grande affanno, ad eccezione delle piazze di Milano, Roma, Torino e Bologna dove la Fornace è già presente con la sua rete commerciale.

Il mercato delle nuove costruzioni è ancora molto debole e ritira quantità limitate di mattoni anche per l’uso delle tecnologie di rivestimento “a cappotto” che escludono l’utilizzo del “faccia a vista”; più vivace il mercato delle ristrutturazioni e del recupero dove il mattone classico è più utilizzato. Anche l’assenza del volano creato dai grandi lavori infrastrutturali come l’EXPO e BREBEMI contribuisce a deprimere i mercati, così come la lentezza dei lavori di ricostruzione nelle zone terremotate» dice Sassi.

Venendo alle novità, il prodotto più richiesto, mi spiega, è una faccia a vista di colore marrone molto scuro che richiama lo stile delle abitazioni nordiche. Ma il must dell’innovazione è un mattone faccia vista sabbiato di colore grigio scuro, ottenuto da una particolare cottura dell’argilla, molto richiesto dagli architetti più creativi, perché dona ai fabbricati una vaga sembianza di astronavi aliene. Tornando sulla terra, Corrado Ferri, il direttore amministrativo della Coop, mentre sta preparando il budget di giugno, prevede che, anche per merito dei sacrifici sui salari e stipendi che i soci si sono imposti, si possano ripetere i buoni risultati dei primi mesi.

Che dire? Forza ragazzi, buon lavoro! Una coop ci ha lasciato, ma, grazie a voi, una nuova riparte!

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