La caccia consapevole alle zanzare

É guerra aperta all’insetto che ha sempre rappresentato, assieme alla nebbia, un simbolo negativo della pianura padana. Le crescenti attenzioni alla pericolosità delle zanzare, assieme alle nuove opportunità di controllo, sembrano essere gli ingredienti ideali a favorirne una drastica riduzione.

La zanzara è considerata uno degli insetti più pericolosi al mondo per la sua capacità di trasmettere infezioni fra individui attraverso le punture,. Presente in più di 2500 specie, è un dittero vettore di malattie come la malaria, la Dengue, lo Zika e il Virus del Nilo. Affinché avvenga la trasmissione della malattia è necessario che questi agenti patogeni siano presenti ed è per questo che la pericolosità effettiva delle zanzare nel nostro territorio è decisamente bassa. Nessun rischio invece per quanto riguarda il virus dell’AIDS, visto che il sangue residuo sul pungiglione non rappresenta una quantità sufficiente a generarne la trasmissione.

Con l’arrivo della zanzara tigre sul nostro territorio, che risale ormai al 2007, si è intensificato il ricorso a strumenti di controllo della sua proliferazione. Occorre però una distinzione fra l’ utilizzo di prodotti repellenti e prodotti insetticidi: i primi hanno lo scopo di infastidire l’insetto ed evitare che questo si avvicini alla persona od al lungo trattato; i secondi hanno invece la funzione di diminuirne la popolazione. I prodotti possono essere di vario tipo, ma i metodi del loro utilizzo devono sottostare alle linee guida del servizio sanitario regionale; occorre segnalare per tempo alla cittadinanza data ed ora di esecuzione con opportune affissioni, il prodotto utilizzato, il nome di chi effettua il trattamento e la modalità di distribuzione del prodotto.

Da poco si sta sviluppando un nuovo business legato ai trattamenti nelle aree private: si tratta di piccoli impianti di irrorazione che spruzzano i prodotti su siepi e prati, o addirittura iniettano direttamente gli insetticidi negli impianti di irrigazione. Sono strumenti sicuramente interessanti, ma che rischiano di portare ad un eccesso di utilizzo rispetto all’effettiva necessità di esecuzione. Risulta fondamentale informarsi dettagliatamente sulla tipologia di prodotto utilizzato e sull’eventuale tossicità del principio attivo, soprattutto in relazione ai dosaggi complessivi nel corso di una intera stagione. Non dobbiamo cadere nella contraddizione di comprare frutta biologica al supermercato per poi trattare due volte al giorno il giardino con insetticidi.

 

CONOSCENZA DI CIÒ CHE SPRUZZIAMO

Inconsciamente potremmo essere portati a pensare che qualsiasi prodotto antizanzara, preservandoci dalle punture dell’insetto, sia buono, ma non è così. I repellenti tengono lontano la zanzara senza ucciderla; questa si allontana, si riproduce altrove e può tornare una volta svanita l’efficacia del repellente. Gli insetticidi sono prodotti chimici, alcuni di origine naturale come nel caso del piretro, che hanno lo scopo di decimare la popolazione delle zanzare. Possono essere più o meno selettivi nei confronti di altri insetti presenti, esempio coccinelle, in funzione del momento in cui vengono distribuiti o del loro meccanismo d’azione. Gli insetticidi per zanzara possono essere ovicidi, larvicidi od adulticidi: questi ultimi sono i meno selettivi e creano un maggiore squilibrio ambientale. É molto importante conoscere la durata di efficacia attiva, che può arrivare fino a 3 mesi. Anche fra i rimedi naturali occorre distinguere fra repellenti ed insetticidi. Le piante di Geranio, Lavanda, Basilico, Rosmarino o Menta possono essere considerati repellenti adatti ad aree piccole e circoscritte. Le rondini, ormai quasi scomparse dal nostro territorio, erano considerate un ottimo insetticida poiché si cibano di zanzare. Oggi il migliore insetticida biologico è il Bacillus Thuringensis, un batterio naturalmente presente nel terreno che produce una tossina in grado di paralizzare le funzioni intestinali delle larve che lo ingeriscono. Colpisce esclusivamente le larve ed è innocuo per l’uomo e per gli altri organismi dell’ecosistema, tanto da essere considerato uno dei larvicidi biologici più selettivi attualmente disponibili.

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