È nella settimana del solstizio d’estate che conosco Beba, Maya e Milo, accolta amichevolmente dalla loro mamma Fabrizia, e ben presto mi rendo conto che la luce da cui sono avvolta è quella dell’energia emanata dai tre ragazzi e che il sole, come capita quando veniamo irradiati da persone naturalmente solari, fa soltanto da aureo sfondo.
La ragione del nostro incontro sta nel farmi raccontare la loro esperienza all’Ostello dei Balocchi, struttura di Ligonchio che ospita permanentemente asini e temporaneamente bambini e famiglie, consentendo a questi ultimi di trascorrere una formativa vacanza coi primi.
Quale quattordicenne fratello maggiore, prende educatamente le redini del racconto Milo, che si presenta signorilmente con un rustico quanto simpatico cappello
di paglia, dal quale fa capolino un folto ciuffo di ondulati capelli color biondo scuro, sapientemente abbinato a contemporanee infradito.
«Sono un veterano delle vacanze in compagnia degli asini!
Ho anche affrontato, tra le tante, un’avventura di una settimana che conduce noi ragazzi con gli educatori e gli animali da soma -che in quanto tali si fanno carico delle vettovaglie- dall’Appennino Emiliano alla costa ligure di La Spezia. Tutto sotto la luce del sole. E delle stelle».
La frizzante Beba, incantevole e vispa bambina di dieci anni, non può passare inosservata: sarà per il colore rosa che la contraddistingue dal cerchietto, ai pantaloncini alle calze, sarà per il musicale sorriso e gli occhi vivaci.
Interviene: «Sono impaziente di ripartire per l’Ostello… non sono mica una novellina, anzi, avrei desiderato “montare su” anche quando l’età (cinque anni…) non me lo ha permesso». Ed è tutto dire sulla sua curiosa voglia di vivere ed esplorare. Annuncia: «Di qui a poco la tribù degli asinelli si allargherà poiché una di loro è in dolce attesa»! Mi aspetto che da un momento all’altro estragga dal cilindro un fiocco rosa ed uno celeste, impaziente di esporre la coccarda, per quanto è contenta.
Nell’ascolto mi tiene una dolce compagnia la delicatissima Maya, che fa finemente sentire la sua rassicurante presenza pur lasciando maggior spazio di esposizione ai fratelli. Quando interviene non lo fa marginalmente, anzi, apporta sempre ricordi sensibili e teneri, di quelli che soltanto le persone più attente sanno cogliere. Mi regala un ilare scorcio di spensierati scherzi tra bambini, di quelli che fanno spontaneamente sorridere e divertire soltanto ad “immaginare la scena”.
Porta con leggerezza i propri occhi profondi, di quelli che quando i suoi dodici anni saranno superati da un lustro, faranno perdere la bussola a più di un coetaneo. È con leggiadria che indossa pedule ai piedi, come anche Beba.
Discorrendo verrò a sapere che sono in fase di test in vista delle camminate che le condurranno tra i sentieri della nostrana montagna.
È proprio allora che si aggiunge a noi papà Alessandro: ritengo ci voglia una certa classe per entrare nella scena di un quadro già armonioso, rendendolo ancor più equilibrato e completandolo, facendo pensare che… era proprio quello che ci mancava!
Descrive: «Milo ha esperito anche un’altra attività, questa volta in terra trentina: è stato ospitato da una famiglia di coltivatori e allevatori che, offrendogli vitto e alloggio, gli hanno insegnato a prendersi cura delle colture e degli animali».
Chiacchierando con loro, apprendo di aver davanti tre artisti. Il musicista, la scrittrice, la ballerina. Questa scoperta era il filo conduttore che mi mancava per comprendere la magnificenza della loro genuinità.
E, se le avventure da loro vissute tra la natura, gli esseri viventi umani e non, le volte del cielo accaldate dal sole come bagnate dalla pioggia, hanno contribuito anche soltanto un po’ ad arricchire i loro animi… Beh, c’è da correre a provarle!