Indovina, chi è venuto a cena?

Il terremoto! Ancora le placche in lotta sotto i nostri piedi

A due anni dall’ultima scossa nei dintorni della nostra città, il 22 Febbraio 2020, a dieci dai terribili eventi sismici del maggio 2012, ecco che si ripresenta: il terremoto. Questa volta si è presentato all’ora di cena, il 9 febbraio, alle 19.55 e alle 21.01, con due forti scosse, rispettivamente di magnitudo 4.0 e di 4.3 della scala Richter, seguite da un breve sciame sismico nei giorni successivi, fortunatamente senza danni.

Per terremoto, o sisma, si intende una sequenza di rapide oscillazioni del suolo dovute ad un improvviso rilascio dell’energia accumulatasi a pochi o ad alcune decine di chilometri di profondità, in un punto di origine che è definito ipocentro. In corrispondenza di questo punto, proiettato in verticale in superficie, troviamo l’epicentro. La distanza tra ipocentro ed epicentro è definita come profondità. Le scosse che si propagano in tutte le direzioni da questa area sono definite onde sismiche.

La potenza di un terremoto viene misurata tramite un sismografo che ne registra le oscillazioni: conoscendo la distanza dello strumento dall’ipocentro del terremoto e osservando l’ampiezza del segnale registrato si può stimare l’energia, che si calcola in gradi Richter (è una scala logaritmica, con valori da 0 a 13). Ma da dove viene questa energia? È originata dalla forte compressione e deformazione delle rocce che si trovano tra due placche tettoniche, che “galleggiando” sul mantello terrestre, che è fluido (come la lava dei vulcani), compiono sforzi meccanici nei punti di collisione. I punti di rottura di queste aree di compressione si definiscono faglie. Quando è superata la soglia limite di resistenza della roccia, l’energia elastica accumulatasi nel corso di anni, decenni o secoli si libera all’improvviso, dando origine al terremoto.

Faglia è un termine che noi correggesi abbiamo imparato a conoscere bene sin dall’ottobre 1996. Infatti Correggio e Bagnolo in Piano si vengono a trovare sull’estremità meridionale della Dorsale Ferrarese, una faglia sepolta da metri e metri di depositi argillosi-sabbiosi alluvionali che dalla nostra area si spinge “ad arco” fin sul ferrarese. Si potrebbe definire come una falda dell’Appennino che avanza sotto alla Pianura Padana, spinta dalla migrazione (di pochi millimetri all’anno) della zolla Africana in direzione Nord-Est in collisione con la zolla Euroasiatica. La sua compressione costante ha generato una sorta di “arco” in cui si concentra la sismicità, sviluppandosi da Bagnolo in Piano-Correggio, verso Novellara, Rolo, Novi, Concordia, Finale Emilia, Ferrara fino ad incontrare la micro-zolla Adriatica. Nel tempo si accumulano tensione e energia, che esitano in rotture di faglia e quindi terremoti.

Pensate che lo spostamento di queste placche (e quindi l’innalzamento della Dorsale Ferrarese), nel corso di migliaia di anni ha portato il nostro grande fiume Po a modificare il proprio percorso, oggi molto più a Nord rispetto al passato! Questo moto delle placche, per noi eterno (ma non per i tempi della Terra!) farà sì che tra diversi milioni di anni la Pianura Padana non esisterà più; forse l’Appennino si avvicinerà alle Alpi, fin quasi a toccarle. La Dorsale Ferrarese è diventata tristemente nota ai più nel 2012: ad essa devono essere ricondotti tutti gli eventi sismici distruttivi tra maggio e giugno in Emilia, con danni ingenti e vittime.

Esiste anche un sistema di faglie superficiali, studiato specialmente negli anni settanta, che interesserebbe la parte orientale della nostra città, lungo una linea retta di pochi chilometri che la attraversa da Nord-Est verso Sud-Ovest, punti dove si rilevarono negli anni piccole crepe e deformazioni nei muri degli edifici, dei muretti, dell’asfalto, dei marciapiedi. La potremmo proprio definire “La Faglia di Correggio.

Inevitabilmente questo scontro tra Titani provoca un costante accumulo di energia sotto i nostri piedi, che di tanto in tanto viene rilasciata. E suonerà strano, ma più spesso accade, meglio è! Infatti una grande quantità di energia, se rilasciata poco per volta, non avrà tempo di raggiungere valori distruttivi, ma sarà dispersa. A tutt’oggi è ancora impossibile prevedere l’intensità di future scosse, come stimare l’entità dell’energia finora accumulata nel sottosuolo.

Dopo due anni di Covid-19 in cui siamo stati costantemente nella morsa dell’ansia e della paura, capisco che è difficile aver di nuovo a che fare con l’imprevedibilità dei terremoti. La nostra mente è stata irrimediabilmente segnata dal terribile 2012 ed anche solo rivivere in parte quelle sensazioni è doloroso.

Bisogna maturare però la consapevolezza che questi fenomeni sismici nella nostra zona sono normali e che ci dovremo convivere! Sotto al Principato continuerà l’eterna lotta tra placche, che di tanto in tanto si farà sentire con qualche scossa. Dobbiamo imparare a conoscere i terremoti ed il nostro territorio, adeguare gli edifici alle norme antisismiche ed essere preparati per non allarmarci. Insomma, acquisire passo dopo passo una vera e propria mentalità rivolta alla prevenzione.

 

L’area di nostro interesse, qui nei paraggi di casa, tra Correggio e Bagnolo in Piano, sotto cui passa il piano di faglia della Dorsale Ferrarese, ha visto il succedersi di diverse scosse negli ultimi anni. Ne ricordiamo alcune, seguite al purtroppo famoso sisma del 15 Ottobre 1996, quando alle ore 11.56 la terra tremò per una forte scossa di magnitudo tra 4.8 e 5.0, provocando centinaia di reggiani sfollati, specialmente tra Bagnolo e Correggio, con danni ingenti a molte abitazioni e monumenti. La scossa durò quasi un minuto, 55 secondi eterni.

 

Altre note scosse di terremoto sono state:
18 Giugno 2000 – 4.5 Richter
6 settembre 2001 – 3.4 Richter
30 novembre 2016 – 3.7 Richter
21 agosto del 2018 – 3.9 Richter
22 Febbraio 2020 – 3.3 Richter

Condividi:

Leggi anche

Newsletter

Torna in alto