Il 4 novembre scorso il Consiglio Comunale di Correggio, in contemporanea con gli altri due Comuni interessati, Reggio Emilia e San Martino in Rio, ha approvato le delibere per l’autorizzazione alla realizzazione e autolimitazione dell’impianto FORSU (Frazione Organica Rifiuti Solidi Urbani) a Gavassa, nell’area intercomunale destinata ad attività produttiva ecologicamente attrezzata. Nel numero di novembre 2018, Primo Piano, nell’inserto dedicato alla parola “rusco”, aveva già esposto le ragioni dell’impianto FORSU, allora alle prime battute. Ora ci sembra giusto cogliere l’occasione per aggiornare i cittadini.
Con l’aiuto dell’assessore all’ambiente, l’ingegner Fabio Testi, relatore in Consiglio Comunale, raccogliamo quindi i fondamenti tecnici di questa scelta, nella convinzione che le tante emergenze ambientali di cui il nostro Paese soffre debbano essere affrontate in via preventiva, assumendosi la responsabilità di prendere decisioni utili, investendovi le risorse necessarie.
- Sul territorio provinciale non abbiamo più impianti di trattamento rifiuti; oggi mandiamo tutti i nostri rifiuti fuori Provincia e anche Regione. In particolare, conferiamo tutto l’indifferenziato a Parma, dove andranno anche la nostra plastica e la nostra carta (complessivamente circa 150.000 ton annue);
- Nel tempo, i Comuni della provincia di Reggio Emilia hanno spento un inceneritore scegliendo di non costruirne uno nuovo, hanno chiuso progressivamente le discariche esistenti e hanno investito per ridurre la quantità di rifiuti prodotti ed ottenere altissime performance di raccolta differenziata con il “porta a porta”, fino alla soglia record dell’80%. Ne sono stati protagonisti i cittadini, capaci di cambiare, assieme agli amministratori, le loro abitudini quotidiane;
- L’impianto “FORSU-Biometano” proposto da IREN parte dalla necessità di rendere realmente sostenibile il ciclo completo dei rifiuti, nella convinzione che ai propri rifiuti, seppur raccolti in maniera differenziata, non debba pensare qualcun altro;
- L’accordo di autolimitazione porta l’impianto a funzionamento ridotto da 100.000 ton di FORSU autorizzate a circa 75.000, che è quanto producono Reggio e Parma;
- Il biometano prodotto andrà ad alimentare mezzi privati e del trasporto pubblico. L’utilizzo di questo tipo di energia – e non di quella prodotta da combustibili fossili – eviterà l’immissione in atmosfera di circa 14.000 tonnellate di CO2;
- Il compost prodotto sarà di altissima qualità, secondo tutti i pareri certificati e scritti da parte delle autorità che vigilano in materia di salute e ambiente (AUSL e ARPAE);
- I tecnici della Regione hanno verificato la compatibilità della tecnologia adottata nell’impianto con la filiera del Parmigiano-Reggiano. Sarà comunque istituito un tavolo tecnico permanente con il Consorzio di tutela, l’Università Cattolica di Piacenza e il CRPA (Centro Ricerche Produzione Animale) per monitorare la compatibilità del compost in uscita con il disciplinare del prodotto;
- L’utilizzo delle migliori soluzioni tecnologiche disponibili e diverse misure di mitigazione ambientale andranno a vantaggio del territorio che ospiterà l’impianto, comportando, tra l’altro, la cancellazione di quasi 600.000 mq di aree potenzialmente urbanizzabili in territorio agricolo grazie alla scelta dei tre Comuni coinvolti;
- Dalla presentazione della domanda di autorizzazione da parte di IREN si è arrivati al 4 novembre 2019, giorno delle delibere comunali, attraverso un iter istruttorio durato oltre 19 mesi, durante i quali sono state effettuate conferenze dei servizi, pubbliche audizioni, contraddittori pubblici con cittadini e comitati, commissioni consiliari, per accogliere osservazioni e modifiche alla proposta iniziale.