Il Sindaco che vorrei: attese e consigli

Ancora qualche riflessione raccolta in vista delle prossime elezioni amministrative

Riprendiamo qui il filo delle riflessioni avviate sul numero precedente di Primo Piano riguardo alle prossime elezioni amministrative, che si terranno il 14 e il 15 maggio 2023. Abbiamo raggiunto tre personalità correggesi che pensiamo possano aggiungere elementi interessanti al dibattito sull’appuntamento elettorale.
Si tratta di Annamaria Zini, Giovanni Viglione e Davide Folloni. Qui trovate le loro interviste.

Nel momento in cui viene scritto questo articolo, ancora non sono stati resi pubblici dettagli precisi sui candidati e le liste che si presenteranno.
Continueremo ad informarvi sulla nostra rivista, sul nostro sito e sui nostri canali social.

 


Annamaria Zini
Insegnante in una scuola dell’infanzia statale e presidente di Azione Cattolica per la parrocchia di San Quirino.

Quali sono i valori che dovrebbero guidare la prossima Amministrazione?
«Secondo me il valore più importante rimane quello di “comunità”.
Nella realtà che viviamo quotidianamente, ragionare in termini di “noi” è sempre più difficile, perché siamo circondati da modelli – anche politici – che si presentano vincenti ma privilegiano sempre e comunque il successo immediato e personale.
Io sono un’insegnante di scuola d’infanzia: nei primissimi anni di vita i bambini sono naturalmente portati a pensarsi come singolarità, ma accompagnandoli nell’inizio del loro percorso scolastico ho la possibilità di assistere al momento in cui in loro sboccia il desiderio di cooperare e di mettersi in relazione con gli altri.
È sempre un passaggio molto bello: io credo che entusiasmo, coraggio e solidarietà siano i valori che dovrebbero contraddistinguerci come esseri umani.
Allo stesso modo credo siano anche i valori alla base di un’azione politica e amministrativa».

Quali sono i modelli da cui si potrebbe trarre ispirazione?
«Non ho la presunzione di poter indicare modelli. Penso però che, anche in politica, ci sia chi “gioca” con la paura, alimentando i sospetti verso chi – per qualsiasi ragione – porta una diversità.
Tuttavia, chi pratica la paura magari ottiene un vantaggio immediato, ma non guarda al futuro.
I bambini, nella loro spontaneità, ci insegnano proprio questo: ogni giorno è una scoperta e ogni scoperta è un pezzettino di paura che si vince insieme.
È così che si costruisce relazione e, allo stesso tempo, un’idea di futuro».

Quali sono, secondo lei, tre caratteristiche di un buon Sindaco?
«La caratteristica più importante è l’attitudine alla leadership.
Significa abitudine all’ascolto, al confronto e alla condivisione che, però, al momento opportuno, si traduce in capacità di fare sintesi e di prendere decisioni.
Potrebbe sembrare una banalità, invece credo sia la cosa più complicata nell’ambito di un servizio che è già molto complicato di suo.
Poi occorrono certamente una buona dose di passione per la propria comunità e anche – mi permetto di dirlo – una grande pazienza: la maggior parte delle persone, così come si sente in grado di allenare la Nazionale di calcio, si ritiene anche capace di guidare una città, senza averne alcuna esperienza».



Giovanni Viglione
Studente di Scienze Biologiche all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE).
Viglione è rappresentante della componente studentesca in UNIMORE, di cui è stato anche Senatore Accademico, e in CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari), organo del Ministero dell’università e della ricerca a Roma.

Quali sono i temi cari alle nuove generazioni su cui ritiene che la prossima Amministrazione debba investire maggiormente?
«Credo che l’obiettivo principale sia rendere Correggio una città più attraente e vivibile per i giovani, a partire dal centro storico che, a parte rare eccezioni, è davvero poco popolato.
Rendere Correggio “più viva” non significa banalmente aprire discoteche e locali che restino aperti tutta la notte, ma creare nuove occasioni per riunire tutta la comunità come festival o sagre.
Ci si dovrà poi soffermare sui trasporti pubblici.
Attualmente non ci sono linee notturne e quelle diurne sono poche e scaglionate.
I trasporti, inoltre, devono essere sostenibili da un punto di vista economico e ambientale.
Un ultimo tema è quello di investire, in sinergia con le aziende, in contratti a tempo indeterminato per i giovani, così da evitare che si rechino in altre zone».

Pensa che negli ultimi anni la politica locale sia andata incontro alle esigenze dei giovani?
Ci sono temi che sono stati trascurati?
«Bisogna fare una premessa: l’amministrazione uscente ha attraversato un periodo difficilissimo, per la pandemia, la vicenda Encor e via dicendo.
Sono mancati i finanziamenti, che fortunatamente oggi arrivano anche grazie al PNRR.
Ad ogni modo, le tematiche che potevano essere affrontate in modo più attento sono quelle che ho già citato nella risposta precedente.
Tuttavia, il fatto che ci siano altre priorità rispetto all’investire sulla crescita del giovane non è solo un problema di amministrazione locale.
Si sente dire ovunque che i giovani saranno il futuro, ma ci si dimentica spesso che i giovani vanno considerati anche nel presente e che bisogna permettere loro di crearselo, il futuro.
Penso che il punto non siano tanto i temi che vengono trattati, ma le priorità che vi vengono attribuite (e ci si augura possano essere riconsiderate)».

Quali sono, secondo lei, tre caratteristiche di un buon Sindaco?
«L’umiltà; la capacità di ascolto e analisi; il saper prendere decisioni anche impopolari.
Credo che il Sindaco sia la figura amministrativa più vicina alla comunità, che ha la possibilità di riavvicinare le persone alla politica.
Stando in mezzo alle persone e risolvendo i problemi, il Sindaco deve avere la capacità di analizzare e saper parlare, ma soprattutto deve avere l’umiltà di ricordarsi che rappresenta tutti i cittadini, non solo
i propri elettori».

 


Davide Folloni
Direttore dell’Area Sociale della cooperativa Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia.

Il suo lavoro la mette faccia a faccia con problematiche sociali di grande rilevanza. Quali saranno le questioni più critiche per la prossima Amministrazione?
«Considerato il lavoro che facciamo, ci troviamo ad affrontare tematiche e fasce di utenza molto complesse e differenziate, che incrociano bisogni che vanno dal sociale al sanitario (passiamo dalle tossicodipendenze alle persone migranti, dalla disabilità ai senza fissa dimora, così come tante altre – www.libera-mente.org).
Non è semplice risponderti senza rischiare di dire ovvietà o cose che una amministrazione locale non può fare.
Credo che un buon governo locale debba saper fornire servizi di qualità tra quelli di sua competenza e, allo stesso tempo, sapersi interfacciare con gli altri organi ed enti per riuscire ad ottenere il massimo per i propri cittadini.
Quando possibile, è necessario prevedere risorse aggiuntive su determinati ambiti, con un’idea chiara di futuro per Correggio.
Penso in particolare alla qualità dell’istruzione, dai nidi fino alle secondarie, così come alla salute pubblica.

Una buona amministrazione deve sapersi da un lato dotare di strumenti e personale in grado di raggiungere le risorse europee (non conto più le collaborazioni che abbiamo attivato coi Comuni su vari bandi, che vanno dal livello provinciale a quello europeo), dall’altro costruire un senso di comunità tra i cittadini.
Ci si aspetta sempre che il Comune debba rispondere ai nostri bisogni, ma raramente da cittadini ci rendiamo conto che le fondamenta più importanti di un buon Comune siamo noi stessi. Saper costruire quel senso di comunità forse avrebbe bisogno di un assessorato dedicato, con solo quella delega».

Ci sono temi su cui pensa si sia dedicata troppa poca attenzione negli scorsi anni?
«Negli ultimi anni ammetto di vivere più spesso fuori da Correggio che “in patria”, così ho uno sguardo limitato e molto focalizzato sui bisogni di un quarantenne sposato con figli piccoli. Famiglia, scuola/educazione, salute.
Credo che vivere a Correggio sia ancora un grosso privilegio e probabilmente lo è non solo rispetto ad altre regioni d’Italia, ma anche rispetto a comuni molto vicini al nostro».

Quali sono, secondo lei, tre caratteristiche di un buon Sindaco?
«Essere molto modesto, avere sempre dei dubbi, sapersi circondare di persone sincere e preparate».

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