Il ruggito del leone

Dal nostro inviato alla Mostra del Cinema di Venezia

Non c’è che dire, la 75esima edizione della mostra del cinema di Venezia ha ottenuto un grande successo di pubblico.
Grande affluenza, grandi code all’ingresso delle sale, tanti giovani, tanti gli accreditati tanti biglietti strappati.
La presenza di Lady Gaga ha senz’altro contribuito a portare un po’ di vivacità sul Lido (buona la sua prova nel non entusiasmante film di Bradley Cooper). Discusso il “Suspiria” di Guadagnino, che ha diviso pubblico e critica.
Un giudizio positivo merita senz’altro la selezione dei film di quest’anno: se è vero che non c’è stato un vero e proprio capolavoro, è altrettanto vero che questo Festival ci ha regalato tante pellicole gradevoli ed interessanti.
Come già nelle stagioni precedenti, sotto la direzione di Alberto Barbera, il concorso ha presentato tante visioni diverse e contrapposte, cercando di rappresentare nel modo più ampio possibile lo spettro dei generi e dei paesi, fornendo così una peculiare panoramica delle tendenze del nuovo cinema. Non sono mancate anche le delusioni e le attese tradite, come ad esempio il film di Mario Martone non ha convinto tutti (Capri-Revolution, 122’, Mario Martone Voto: ** – ma la critica italiana lo difende).
Anche la sezione Orizzonti ha proposto visioni davvero interessanti.
L’attribuzione dei premi è sembrata piuttosto azzeccata, con l’eccezione magari dei due premi attribuiti al film australiano in concorso (The Nightingale, 136’, Jennifer Kent Voto: **).
Quest’anno la novità che ha fatto più discutere è stata senz’altro la presenza in concorso di diversi film prodotti e/o distribuiti con la piattaforma Netflix, che di fatto mette in dubbio il passaggio di questi film nelle sale o che prevede la presenza contemporanea nei cinema e sulla piattaforma di streaming online per le pellicole e le serie tv.
Merita una citazione la sezione dedicata ai film restaurati, ricca e di qualità assoluta, tra gli altri:
Morte a Venezia (Death in Venice), 130’, Luchino Visconti), The Killers (I gangsters) 102’ Robert Siodmak
Preceduto da una presentazione video di Martin Scorsese. Vi ricordo che per gli iscritti al circolo “Cinecomio” di Correggio c’è ogni anno la possibilità di richiedere gli accrediti per l’accesso a tutte le visioni dei film in concorso e alle proiezioni evento della mostra del cinema di Venezia.

 

PRINCIPALI PREMI E GIUDIZIO:

Leone d’oro
Roma di Alfonso Cuaron ****

Leone d’Argento
Jacques Audiard per The Sisters Brothers ***3/4

Gran premio della giuria
La Favorita di Yorgos Lanthimos ****

Premio speciale della giuria
The Nightingale di Jennifer Kent**

Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile
Willem Dafoe per At Eternity’s Gate ***1/2

Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile
Olivia Colman per La Favorita

Premio Osella per la migliore sceneggiatura
The Ballad of Buster Scruggs di Joel e Ethan Coen****

Premio Marcello Mastroianni
Baykali Gabambarr per The Nightingale

 

ROMA
Un film di Alfonso Cuarón.
Con Yalitza Aparicio, Marina de Tavira, Marco Graf, Daniela Demesa, Diego Cortina Autrey.
Drammatico, b/n durata 135 min. – Messico, USA 2018

Il film più personale mai realizzato finora dal regista e sceneggiatore Alfonso Cuarón, narra un anno turbolento nella vita di una famiglia borghese, nella Città del Messico degli anni Settanta. Cuarón, ispirato dalle donne della sua infanzia, offre una raffinata ode al matriarcato che ha plasmato il suo mondo. Vivido ritratto dei conflitti interni e della gerarchia sociale al tempo dei disordini politici, ROMA segue le vicende di una giovane domestica, Cleo, e della sua collaboratrice Adela, entrambe di origine mixteca, che lavorano per una piccola famiglia nel quartiere borghese di Roma. Sofia, la madre, deve fare i conti con le prolungate assenze del marito, mentre Cleo affronta sconvolgenti notizie che minacciano di distrarla dalla cura dei quattro figli della donna, che lei ama come fossero suoi.  (Dalla scheda ufficiale del concorso). Cuarón realizza questo affresco personale e in parte autobiografico in uno splendido bianco e nero, il film avvolge anche grazie ha un eccellente uso del sonoro.
Il film prodotto da Netflix, motivo per cui Cannes lo ha rifiutato, è in effetti un perfetto vincitore da Festival, fin troppo perfetto in verità.
La speranza è che Netflix non si limiti a proporlo sulla sua piattaforma ma lo distribuisca regolarmente nelle sale, perché se è vero che l’eccessiva precisione e perfezione del film crea un po’ di distacco dalla vicenda, è altrettanto vero che questo, a tutti gli effetti, è un film da vivere in sala per la bellezza delle sue immagini per l’efficacia della sua colonna sonora. Questo bel ritratto della Città del Messico del 1971 (Roma è il nome del quartiere Borghese di Città del Messico che dà il titolo al film e dove in gran parte la vicenda si svolge) è senz’altro ben interpretato e diretto.
Un racconto imperniato sul ruolo e soprattutto sulla forza (e le debolezze) delle donne, sul rapporto tra le classi sociali.
È sembrato quindi giusto il Leone D’Oro, ma non “per netto distacco” come appare dai tabellini dei critici alla Mostra.
Certamente da vedere.

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