L’estate 2019 verrà ricordata come una delle più calde, non solo per quanto riguarda il clima ma anche a livello politico.
In poche settimane richieste di pieni poteri, dichiarazioni di voto, giravolte e ripensamenti vari hanno portato alla caduta del governo Lega – Movimento 5 Stelle e alla nascita del governo “giallo-rosso”. In questo balletto di colori, si è aggiunto un tocco di arancione-rosa, con Matteo Renzi che esce dal PD per dare il via, insieme ad una quarantina di parlamentari, al partito “Italia Viva”.
Proprio per discutere del panorama politico attuale si è riunita l’Assemblea del PD di Correggio: un prezioso momento di confronto per iscritti, elettori e simpatizzanti del Partito Democratico in cui poter esprimere liberamente opinioni sullo stato del Partito. Un centinaio i presenti, tra cui il segretario provinciale Andrea Costa.
Apre la serata Marco Moscardini, segretario del PD di Correggio: «Il progetto della maggioranza giallo/verde, che doveva produrre un cambiamento, una rivoluzione, dopo 14 mesi è fallito. L’Italia è in crescita zero, è esplosa la cassa integrazione, sono crollati gli investimenti e la produzione industriale. Si aprono ogni giorno nuove crisi aziendali. La pressione fiscale è aumentata e si sono contratti i consumi. Aumenta il divario tra Nord e Sud nei confronti del quale è scomparsa qualsiasi idea di sviluppo». Secondo Moscardini è l’idea stessa del “contratto” che è fallita e il nuovo governo nasce da una scelta di discontinuità per scommettere di nuovo su un orizzonte europeo. Il segretario dem sottolinea inoltre la necessità di caratterizzare l’esecutivo con provvedimenti che facciano il bene degli italiani e non solo un “fuggire” da Salvini. Un pensiero anche per il ruolo del Circolo di Correggio: «In questo circolo abbiamo comunque un ruolo di pungolo al governo; dovremo vigilare, annusare le pulsioni dei nostri concittadini e veicolare gli umori, farci tramite tra la società e il nostro partito. Lungi dal pensare di accettare ogni scelta calata dall’alto, dovremo valorizzare le richieste del territorio».
La parola passa dunque ai presenti, che si prenotano per parlare ed esprimere la propria opinione. Rispetto al nuovo governo si oscilla tra la perplessità e una debole fiducia: in generale, nessun trionfalismo per il “Conte bis”, ma una cauta speranza che possa lavorare bene. Alcuni tengono a sottolineare come avrebbero preferito la via del voto, per non governare con chi fino a pochi mesi fa ha sottoscritto provvedimenti fortemente condannati dal centro-sinistra; altri si dicono soddisfatti di un accordo che forse andava cercato già dopo le elezioni del 2018. I più tirano un sospiro di sollievo per uno scenario insperato che evita di consegnare il paese e l’elezione del Presidente della Repubblica ai partiti di destra.
Per tutti, questo governo deve essere un punto di ripartenza soprattutto per il PD, nonostante l’anomala alleanza con il Movimento 5 Stelle e la scissione renziana giunta un po’ a sorpresa.
Proprio verso i “grillini” sono rivolte le attenzioni di qualche intervento: “è un Movimento che si sta istituzionalizzando e con cui è diventato più facile parlare e confrontarsi”, “nel popolo dei 5Stelle tanti sono quelli di sinistra, torniamo a parlare con loro”.
La parte principale della riflessione dei presenti rimane comunque sul Partito Democratico, anche in vista delle elezioni regionali di Gennaio 2020. Spazio per autocritica e per ripartire, con nuovo slancio e nuove idee.
Conclude la serata, ormai verso la mezzanotte, il segretario Andrea Costa, facendo sintesi di tutti gli interventi, sottolineando come il nuovo governo abbia immediatamente dato una maggiore stabilità e credibilità all’Italia anche agli occhi degli altri stati europei. Una nuova tappa nella storia del Partito Democratico: partito fragile, storia complessa, ma a Correggio, Emilia Romagna, se ne parla, se ne discute apertamente fino a tarda sera.