Voi sapete cosa sono i Convitti Nazionali? Io prima di oggi no, o almeno non esattamente. Si tratta di istituti educativi statali e oggi in Italia sono solo trentanove, distribuiti in tutte le Regioni. Hanno inoltre personalità giuridica pubblica. Quello che li distingue dagli altri istituti di istruzione è che possono essere strutture residenziali, con possibilità di permanenza degli studenti per l’intera settimana scolastica, oppure offrire unicamente il servizio di semiconvitto, cioè la possibilità di usufruire della mensa interna per il consumo del pranzo e della presenza di personale educativo per lo svolgimento delle attività pomeridiane, con rientro presso le proprie famiglia alla fine di una giornata scolastica “estesa”. Un servizio, ora più che mai, cucito su misura sul nostro “nuovo” tessuto sociale che diventa una risposta concreta al tema della conciliazione lavoro-famiglia. Se aggiungete poi il vantaggio di rette contenute e della possibilità di accogliere studenti da tutta Italia e non solo, allora mi pare che il Convitto diventi un vero promotore di attualità, un istituto di istruzione con caratteristiche particolari che può offrire nuove opportunità alla città di Correggio.
La fortuna è che uno dei 39 Convitti Nazionali ce l’abbiamo in casa. Colgo quindi l’occasione e vado ad intervistare la Professoressa Rossella Marra, Dirigente Scolastico arrivata al Convitto Nazionale Statale “Rinaldo Corso” a settembre del 2019 dopo quattro anni di “interregno”: il valzer delle reggenze non risparmia neppure i Convitti Nazionali e quello di Correggio non ha potuto contare su un Dirigente Titolare per tutto questo tempo. Nel frattempo alcune criticità, presenti come da prassi in ogni istituto scolastico, erano rimaste irrisolte. La parola d’ordine per tutto questo tempo è stata “continuità”. L’appassionato corpo docenti, nonostante le reggenze, ha garantito alle famiglie degli alunni iscritti quella continuità in termini di servizi e di offerta formativa di qualità. Lo conferma il tono appassionato del maestro Daniele Roatti, che partecipa all’intervista come memoria storica della scuola: «Io qui ci ho fatto pure le scuole e poi da Docente, insieme ai colleghi, abbiamo lavorato per superare le difficoltà e preservare il Convitto, cercando di rinnovarlo e di farlo percepire al territorio come una risorsa e non un problema».
Nel sangue dell’Istituto scorre da sempre una tenacia fedele, un attaccamento all’Istituto e alle sue specificità legate alla specificità dei servizi del Convitto, che, negli anni, ha saputo adattarsi alla storia, sopravvivendole. Già nel 1519, allora Confraternita di San Giuseppe, si proponeva l’educazione cristiana e la prima istruzione dei giovani. Lo stesso nobile intento fu lasciato poi agli Scolopi che dovettero tuttavia abbandonare il Collegio in età Napoleonica. Con loro anche le porte del Collegio si chiusero, finché nel 1819 il Duca di Modena lo convertì in vero e proprio Seminario sotto la direzione degli Oblati. Si spogliò delle proprie vesti religiose nel 1861 quando Casa Savoia lo designò “Collegio Civico” fino ad essere riconosciuto nel 1881 come Collegio Convitto con le annesse scuole liceali e ginnasiali.
«Ora», dice la Dirigente Marra, «è tempo di autovalutazioni, di efficienze e garanzie, di attenzione ai valori della collaborazione, dello spirito di comunità, del benessere del personale, dell’inclusione scolastica, di arricchimento dell’offerta formativa, con particolare attenzione anche allo stile di vita sano e alla corretta alimentazione degli studenti, anche nella fase di elaborazione del menù della mensa interna. É tempo di valorizzare il servizio del tempo scuola “esteso” o meglio dire “semiconvitto”, scelto quest’anno da 265 alunni tra scuola primaria e secondaria (quasi il 98% degli iscritti della scuola primaria e secondaria di primo grado) ma soprattutto è tempo di rassicurare le famiglie degli studenti che a Settembre si torna a scuola e il Convitto riparte».
La Dirigente fornisce alcune anticipazioni suscettibili di variazioni “in corsa”, data l’evoluzione imprevedibile della curva epidemiologica e avendo a cuore la garanzia del diritto all’istruzione e la sicurezza e la tutela della salute degli alunni e del personale scolastico: «Con i più piccoli si lavora per assicurare una didattica in presenza, risolvendo le difficoltà logistiche attraverso la fruizione ottimale di ogni ambiente “scolastico” e/o di comunità (sul territorio di Correggio), creando così nuovi e idonei “spazi di apprendimento”. I più grandi, Polo Professionale, potrebbero tornare sui banchi di scuola con una didattica in presenza, ingressi e uscite scaglionati, flessibilità oraria e possibilità di attività complementari di didattica digitale integrata (DDI) in spazi e situazioni di apprendimento anche “fuori aula”, senza alcuna penalizzazione sul piano dell’offerta formativa e nel pieno rispetto dei vincoli ordinamentali».
A complicare la faccenda, già da luglio e per 2 anni almeno, ci sarà pure il cantiere per ristrutturare i locali del Convitto. Detta così sembra un impiccio; rappresenta invece il restyling atteso da una vita che grazie al Comune di Correggio, riporta la struttura, una tra le più storiche e rilevanti dal punto di vista architettonico della città, agli antichi splendori. La sensazione, quando si attraversa il profondo e alto corridoio di ingresso è quella di essere al cospetto di un’opera che farebbe invidia a qualsiasi studente americano. La verità, confermata dalla storia e dalla letteratura, è che la struttura nasconde tesori indicibili come l’antico teatrino seicentesco di cui parla anche il FAI. Una volta ristrutturato, tutti i correggesi e non potranno immergersi in un’esperienza unica e chissà, magari ascoltare musica da camera in un luogo che ha visto scorrere secoli e migliaia di studenti senza mai dimenticare la sua funzione: l’istruzione.
Attualmente all’interno del Convitto Nazionale Rinaldo Corso sono annesse la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, e un Polo Professionale con Indirizzo Enogastonomia, Manutenzione e assistenza tecnica, Industria e artigianato per il Made in Italy.
La Dirigente Marra ha le idee chiare: perché le famiglie scelgano Il Convitto è necessario offrire una proposta educativa completa ma non solo. Bisogna migliorarsi continuamente mantenendo aperto il confronto e il dialogo con le famiglie degli studenti iscritti. Un dialogo che la scuola apre già nella fase dell’accoglienza degli studenti che devono ancora scegliere il proprio percorso formativo; per questo, particolare attenzione viene riservata all’attività di orientamento, fondamentale per guidare gli alunni a compiere scelte motivate e consapevoli per la costruzione del personale progetto di vita, facendo emergere attitudini, inclinazioni e motivazioni necessarie per esprimere consapevolmente scelte di studio e/professionali qualificate e qualificanti.