Il male del secolo e i ricordi di Correggio

Ritroviamo Umberto Tirelli, oncologo di fama

Il 2 giugno scorso il professor Umberto Tirelli ha ricevuto dal Capo dello Stato l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per meriti scientifici.

Umberto Tirelli è un oncologo di fama. Le sue opinioni, i suoi pareri, sui vari aspetti scientifici e sociali del cancro, sono, già da anni, molto cercati e seguiti.
Lo si vede spesso in TV, lo si ascolta in radio, lo si legge sui giornali. Ha prestigio nel nostro Paese e all’estero, dove ha compiuto studi e ricerche in importanti Università.
Chi non ricorda la sua partecipazione a Porta a Porta, a dire la sua contro la cura Di Bella, nel pieno della bagarre mediatica di quei giorni?
O le sue interviste per difendere la qualità e la sostenibilità della sanità pubblica, contro gli inguaribili detrattori di sempre?

Da molto tempo ad Aviano, in provincia di Pordenone, Umberto Tirelli opera al Centro di Riferimento Oncologico (CRO), un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) dove è primario della divisione relativa e direttore del Dipartimento di Oncologia Medica.

È originario di San Martino in Rio ed è il fratello maggiore del maestro Maurizio, tastierista di Mingardi e direttore d’orchestra al Festival di Sanremo.

A Correggio, il neo-commendatore ha trascorso un pezzo importante della sua vita: studente del Liceo Rinaldo Corso e ala d’attacco della nostra gloriosa Correggese calcio. In tanti lo ricordano, a scuola, in campo, tra gli amici. Un simpatico naturale, sempre disponibile e gioviale. Come è tutt’ora.
Un piacere trattenersi a parlare con lui.


Allora come ti senti nei panni del commendatore, caro Umberto?
È il più bello dei tuoi mitici e indimenticati goal?
«Come nel calcio, anche nella professione ci vuole un po’ di fortuna. Poi c’è il gioco di squadra che è decisivo. Per me tutti e due i fattori sono stati da pollice su. Naturalmente questo riconoscimento prestigioso di “benefattore della Repubblica” mi fa molto piacere.
Preferisco però definirmi un commentatore piuttosto che un commendatore, perché comunicare al pubblico le acquisizioni della ricerca medico-scientifica, le prove provate che ti fanno suggerire certi rimedi ai mali del nostro tempo, alle cattive abitudini e alle cattive informazioni che circolano, è una delle mie maggiori occupazioni e preoccupazioni.
E grazie allo spazio pubblico che, con i miei collaboratori e con questa struttura modello di Aviano ci siamo guadagnati in tanti anni di lavoro, questo impegno cui mi dedico con passione, sta trovando buoni risultati» dice il professore, tradendo una punta di giusto orgoglio professionale.

Quali aree di ricerca sui tumori oggi ti impegnano maggiormente?
«Sui tumori abbiamo avuto modo di sviluppare la ricerca di tutti gli aspetti: la prevenzione, la diagnostica e la terapia.
Il che ci consente una visione completa del problema e di essere un riferimento importante a livello nazionale e internazionale.
Ho lavorato molto sulle terapie dei tumori dell’anziano, che coinvolgono circa il 50% di tutti i tumori.
Qui ad Aviano abbiamo istituito una Clinica apposita per i pazienti oncologici anziani.
Poi coordino un gruppo clinico italiano e uno scientifico europeo sui tumori in ambito AIDS, una patologia dove si sono conseguiti dei notevoli miglioramenti anche grazie al trapianto di midollo. Ancora il tema della Sindrome da Fatica Cronica (CFS), la cui informazione è stata molto diffusa grazie a diverse puntate del Maurizio Costanzo Show in cui ho potuto parlarne più volte».

 

Torniamo alla importanza della buona comunicazione, l’assillo del professor Tirelli.
A lui nel 2003 è stato attribuito il premio Festival della Televisione Italiana per la comunicazione medico scientifica. Per non parlare poi dei tanti premi di carattere prettamente scientifico, come il Pier Camillo Beccaria da parte della Associazione di Modena Angela Serra per la ricerca sul cancro (conseguito nel 2009), per il contributo dato alle terapie per i tumori dell’anziano e per le ricerche sui tumori virus associati.

Il nome di Umberto Tirelli ricorre decine e decine di volte in PubMed, la banca dati biomedica più autorevole, con milioni di articoli scientifici provenienti dai ricercatori di tutto il mondo. Nell’ambito delle commissioni istituite dai Ministeri interessati così come nei convegni scientifici riguardo ai rapporti tra salute e ambiente, agli effetti dell’inquinamento, agli OGM, al rischio nucleare, ai cambiamenti climatici, alle onde elettromagnetiche, la presenza di Tirelli, che è anche vicepresidente dell’Associazione Galileo 2001 per la libertà della scienza, ricorre costantemente.

E pensare che al Liceo di Correggio proprio con il professore di scienze il nostro futuro scienziato, Umberto, fu protagonista e vittima, assieme ad altri due compagni di classe, di un incidente, dovuto ad un bigliettino galeotto, sequestrato, ritenuto assai offensivo dall’insegnante stesso.
Una innocente goliardata che gli costò qualche tormento in più per superare l’esame a fine corso.
Tutto s’aggiustò e fu chiaro da subito che la propensione dell’allievo per la scienza come materia di studio, non era affatto in discussione.

Nel sito personale di Tirelli si può vedere una fotogallery dal titolo “una promessa mancata”.
Eccoci al campo Borelli, al cospetto di un giovane calciatore, strariccioluto e longilineo. Prometteva bene davvero.
Destra o sinistra, l’ala Tirelli era bruciante.
Adrenalina allo stato puro in ogni partita.
Goal, spesso decisivi, scatto e velocità. Nel Guastalla, nella Correggese e poi nel Modena, in serie B.

«Anche il calcio mi aiutò nei miei studi» confessa ridendo Umberto. «Al momento della tesi di laurea, il professore di ortopedia, saputo che giocavo nel Modena mi volle nella squadra che al Policlinico sembrava irrimediabilmente destinata all’abituale insuccesso contro altri specialisti medici. Ingaggiato all’istante, fui decisivo nel portarli ad una vittoria memorabile.

E diventai per un po’ il pupillo del reparto, durante il tirocinio. Se fossi rimasto lì, chissà, forse mi avrebbero fatto ponti d’oro: ma diedi un calcio a questa bizzarra fortuna, appesi al chiodo le scarpe da football e diventai… tifoso, ma della ricerca medica, con una passione che mi porto e mi porterò sempre addosso».

Oggi è anche allenatore, potremmo dire, di giovani talenti, come quelli di Aviano, cresciuti con lui.
La formazione (professionale, s’intende) è importante, perché la partita della lotta al tumore non è ancora vinta, anche se in classifica l’Italia è ben piazzata. Parola di commendatore.

«Salutami tanto Mario Codeluppi, l’indimenticato presidente della Correggese calcio» è il commiato di Umberto Tirelli.
Mario è un novantenne in gran forma che ricorda con tanto affetto la sua mancata promessa riccioluta. Comunque i riccioli sono ancora copiosi, come tanti ricordi di Correggio, vero professore? Complimenti, caro Umberto e grazie della chiacchierata.

Condividi:

Leggi anche

Newsletter

Scroll to Top