Continua la nostra rubrica in vista di Expo 2015 alla scoperta dei piatti tipici e non della tradizione emiliana.
Carla Corradini (in Carnevali) è una donna che ha la cucina nel sangue, ci ha sempre messo passione e ha cucinato al salone delle feste per molti anni.
Carla ci ha presentato un piatto vero della tradizione emiliana da gustare in famiglia o con amici durante un giorno di festa: il cotechino in galera.
Il nome è già tutto un programma…!
Ingredienti:
1 cotechino di 4 etti circa
5 etti di fesa di vitello
Burro 50g
Funghi secchi 20g
1 bicchiere di lambrusco
4 fette di prosciutto crudo
1 fogliolina di alloro
1 cipolla
Un pizzico di sale e un mestolo di brodo
Procedimento:
Cuocere il cotechino da solo per 3 ore (in caso ovviamente il cotechino sia crudo e da cuocere), lasciarlo intiepidire e pelarlo.
A parte stendere la fesa di vitello con le fette di prosciutto.
Una volta che il cotechino è tiepido, appoggiarlo su fesa e prosciutto e arrotolare il tutto.
Dopo averlo messo in tegame con un goccio di olio e un tocco di burro, far rosolare il cotechino in galera per circa 10 minuti (sul fornello) finché la crosticina intorno sia ben visibile, nel mentre si può aggiungere la cipolla tagliata.
Infine aggiungere il bicchiere di lambrusco, il mestolo di brodo, i funghi secchi, la foglia di alloro e un pizzico di sale.
Lasciare circa 90 minuti sul fornello a fuoco ridotto, farlo raffreddare e finalmente servirlo, tagliato a fette con sopra il sughetto che si è formato nel tegame.
Cotechino in galera…delizia vera!
L’angolo del Sommelier
Per accompagnare il nostro cotechino in galera serve un vino eccellente che richiami in parte gli antichi piaceri del vino di un tempo.
La scelta ricade sul Bonarda dell’Oltrepò Pavese, un vino DOC in versione secca e frizzante.
Di colore rosso rubino, il Bonarda ha profumi intensi e gradevoli mentre al gusto si presenta secco, vivace e leggermente tannico.
Nota: il Bonarda dell’Oltrepò Pavese è prodotto nella provincia di Pavia e proviene dal vitigno Croatina. Non è da confondere con “la Bonarda” che è un vitigno piemontese ed entra in molti vini del Piemonte di tutt’altro genere.
Quindi occhio all’etichetta!