Il Cepam, una realtà virtuosa e in espansione

Intervista al responsabile Gianni Campovecchi

Prosegue il nostro viaggio nei meandri della musica correggese. Dopo l’indirizzo musicale delle scuole medie mi è sembrato sacrosanto documentare un altro importante “incubatore”, che ha plasmato tanti strumentisti del nostro Comune: sto parlando del CEPAM, realtà nata su impulso dell’ARCI nel 1981 e che, ad oggi, si è propagata in gran parte della provincia.

Ne ho discusso con Gianni Campovecchi, responsabile della sede correggese nonché co-proprietario del negozio di strumenti Muzik Station, dove si svolgono i corsi.

 

Quand’è iniziata l’attività del CEPAM a Correggio?

«La collaborazione è nata dopo vari “ammiccamenti”: poco dopo l’inaugurazione del negozio Giuliano Giovanelli, direttore del CEPAM e amico di lunga data, mi propose di aprire una scuola a Correggio. All’epoca lavoravamo con l’Erato, poi nel 2011 si sono create le condizioni che hanno permesso l’inizio di questo rapporto, di cui siamo estremamente soddisfatti: il numero degli allievi, infatti, è cresciuto esponenzialmente ogni anno, un motivo di grande orgoglio per tutti noi».

 

Quanti sono ad oggi gli allievi, e qual è il loro range di età?

«Rispetto al principio, quando l’età degli studenti era un po’ più avanzata, in questo momento la maggioranza degli iscritti è rappresentata dai bambini. Inoltre seguiamo un nutrito gruppo di persone già formate, indirizzate al perfezionamento, la cui età va dai 14 ai 40 anni. Ultimi, ma non meno importanti, sono gli over 50, che si avvicinano alla scuola prevalentemente per divertimento. Ad oggi siamo intorno ai 220 allievi, una cifra davvero considerevole».

 

Quali sono i corsi attivi e chi li cura? Qual è il più frequentato?

«I corsi coprono quasi tutti gli strumenti, e siamo fieri di avvalerci di insegnanti dall’enorme caratura professionale. Il più frequentato è, come sempre, quello di chitarra, composto da una settantina di allievi e seguito da tre docenti: Jonathan Gasparini, icona della chitarrismo correggese; Massimiliano Frignani, turnista con Patty Pravo, Irene Grandi e Cisco; Patrizio Rossi, nostro allievo di lungo corso, divenuto maestro una volta diplomatosi.

Tanti ragazzi praticano anche il pianoforte, seguiti da Gianluca Tagliavini, ex membro della PFM, ef Antonella Piccagliani, ex direttrice dell’Erato nonchè pedagoga formidabile.

Poi vengono i corsi di canto, curati da Alessandra Ferrari ed Enrica Rossi; quello di batteria, tenuto da Lele Borghi, leader dei batteristi del progetto Rockin 1000; basso e contrabbasso a cura di Paolo D’Errico (Gianni Morandi, Ridillo); viola e violino, capitanato da Davide Berselli; infine abbiamo i corsi di fiati, quello generico tenuto da Massimiliano Montanari e quello di flauto traverso da Marica Rondini».

 

Quali sono secondo te le peculiarità che hanno permesso a Correggio di diventare una realtà significativa nel panorama musicale italiano?

«La nostra città è nota al grande pubblico soprattutto per il rock, tuttavia Correggio rappresenta il mondo della musica a 360 gradi: a volte ce ne dimentichiamo, ma ha dato i natali a uno dei più grandi flautisti viventi, Andrea Griminelli, oltre che al mitico Henghel Gualdi.

Sicuramente abbiamo avuto la fortuna di vivere appieno il periodo delle radio libere, che diffondevano cultura e hanno svezzato i nostri concittadini; questa passione è stata poi corroborata dalla Festa dell’Unità, che ha organizzato i concerti più iconici d’Italia in quel periodo, tanto da attirare persone da tutto lo Stivale e persino dall’estero.

Se a tutto questo aggiungiamo un certo Ligabue, questo cocktail esplosivo non poteva che lasciare il segno nel nostro popolo, una “malattia” che continua a propagarsi nel sangue dei correggesi, di generazione in generazione».

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