Idee per un matrimonio/ parte 2

Il Nastro Rosso

Se maggio è il mese della sposa, chi è la persona più indicata a parlarne se non Rosanna Bandieri, proprietaria della storica Boutique della Sposa?

Con la sua inconfondibile chioma rossa, Rosy è da trentadue anni l’indiscussa signora dei matrimoni correggesi.
Ha visto passare sotto i suoi occhi due generazioni di spose e soprattutto tante tendenze, di cui oggi ci parla.

«Quando ho cominciato era tutto molto diverso -esordisce- Diverso perché l’Italia era all’epoca il paese numero uno per produzione di abiti da sposa di qualità, insieme a Francia e Spagna. Oggi la concorrenza è molto più spietata e sleale: ci sono paesi che studiano da anni i modelli italiani e che li riproducono con materiali molto scadenti, vendendoli poi a prezzi stracciati».

In secondo luogo, e questo è il punto più interessante, erano diverse le spose.
«All’inizio, non era raro trovarsi davanti ad una futura sposa ventiduenne, e in generale molte si sposavano entro i 28.
In genere queste donne prediligevano abiti romantici, da principessa.
Le ragazze che superavano quest’età affrontavano la cerimonia in un’ottica diversa, cercando un abito più sobrio».

Oggi, come è sotto gli occhi di tutti, si arriva al matrimonio di solito dopo una convivenza, magari anche con uno o due figli.
Il matrimonio senza che prima ci sia stata una convivenza è ormai quasi unicamente praticato dalle coppie religiose.

«L’approccio al grande giorno è quindi totalmente diverso, perché ora entrano nel mio negozio donne mature, che si sono costruite una propria indipendenza economica e che desiderano festeggiare le nozze in grande stile, con molta attenzione al glamour.
Tuttavia, ai nostri giorni, il focus principale della cerimonia non è più l’abito, ma la location, che deve suscitare ammirazione.
In generale però si cerca sempre di stupire i propri ospiti, quindi anche nell’abito, nonostante ciò non sia semplice.
In questo non aiuta la grande massa di programmi tv dedicata alla ricerca del vestito da sposa.
Alcune ragazze entrano nel mio negozio credendo di essere in un reality, trascinandosi al seguito una marea di amiche: gestire tante persone non è semplice, perché a volte possono scattare invidie o meccanismi di imposizione».

Parlando ancora di tv, questi programmi hanno anche sdoganato l’idea del matrimonio all’americana, che è oggi di gran moda.
Si tratta di una cerimonia che può avere luogo in una grande villa o magari al mare, in cui un amico fa da officiante: il matrimonio “legale” è invece già avvenuto in separata sede pochi giorni prima, alla sola presenza dei testimoni.

Molti simboli sono stati dimenticati: il bianco non deve per forza indicare verginità, così come il velo.
«Anche la prima notte di nozze ha perso ormai la sua importanza: non c’è più la grande attenzione nella scelta della lingerie che poteva esserci in passato.
Si preferiscono comunque capi semplici, magari con effetti snellenti.
Persistono ancora altre tradizioni, come quella di indossare qualcosa di vecchio, di nuovo, di prestato e di blu».

Rosanna, che ha avuto nel suo negozio spose da tutta Italia, mi racconta anche alcune usanze che arrivano da altre regioni: ad esempio in Sardegna la sposa mette dentro la scarpa una banconota.
Questo significa che la sua ricchezza è tanta da permetterle di calpestare i soldi.

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