Guido Barbujani, apprezzatissimo relatore il 10 dicembre scorso all’incontro di Primo Piano dal titolo “Nient’altro che l’umanità – di razza ce n’è una sola”, è, lo ricordiamo, uno scienziato genetista di grande competenza, che scrive e parla con proverbiale chiarezza. Qualcuno della nostra redazione è andato a sentirlo qualche giorno fa a Camogli, al Festival della Comunicazione, dove è stato uno dei protagonisti con due relazioni molto seguite.
Nella prima ha presentato il suo recentissimo volume “Sillabario di genetica per principianti” edito Bompiani, nella collana “Saggi”.
Per l’occasione ha risposto, in amicizia, ad alcune domande per il nostro mensile.
Gentilissimo professor Barbujani, caro Guido, in due parole… perché questo sillabario?
«Il sillabario serve ai bambini per imparare a leggere. Ecco, con il mio libro, articolato in dieci capitoli con un piccolo glossario e frutto del lavoro di più di un anno, cerco di dare i rudimenti essenziali per poter leggere un testo molto complicato, forse il più complicato di tutta la storia dell’umanità: il nostro genoma, cioè il complesso del DNA delle nostre cellule. Ho cercato di esporre le cose in modo semplice, affinché lo studio dei geni, così importante per le sue implicazioni sulla nostra vita, possa appassionare sempre più il grande pubblico e contribuire a rafforzare l’amore e la fiducia verso la scienza. Ripeto, la materia non è semplice, di immediata comprensione. Però guai a rinunciarvi. D’altronde per poter leggere Proust bisogna cominciare con la grammatica, no?»