Grazie maestro, per la bella lezione

Carlo Petrini dice la sua sul cibo, a Correggio

Un’interessante serata di “Primo Piano” a Correggio, quella del 6 giugno scorso. Nella splendida cornice del cortile del Palazzo dei Principi, assieme a Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero, leader del biologico in Italia, un grande maestro, Carlo Petrini, ha tenuto la sua bella lezione. Sì, un Maestro, perché il fondatore e presidente di Slow Food, merita assolutamente tale titolo.

È da trent’anni, da quando è nata Slow Food, che Petrini “insegna”. Educa a prendersi cura di questa nostra Terra, a entrare nello spirito di tutela e nel diritto al piacere della tavola, a vivere la convivialità, a conoscere storia e cultura locali, a concepire una nuova gastronomia connessa con una nuova agricoltura dove la sostenibilità sia la regola.

Petrini ha comunicato alcuni dati, credo drammatici, per il nostro futuro. Il 70% della biodiversità delle specie è scomparsa, il 30% del biologico va direttamente nel compost, perché sui bancali dei negozi quello che non è bello, come la patata col bitorzolo, non piace alla vista e va gettato, ogni anno vengono buttati nella spazzatura 180 kg di cibo a persona, in un mondo dove già spendiamo più per dimagrire che per nutrirci. Qualcosa non va nella nostra testa, insiste, sconsolato. Nutrirsi non è solo riempire la pancia, assumere il fabbisogno giornaliero di calorie, ma è educazione al cibo, alla sua storia, alla conoscenza di qualcosa di unico che entra dalla bocca, ma raggiunge e coinvolge anche la mente.

Petrini ci incita a passare dal ruolo di consumatori a quello di co-produttori per prenderci cura della Terra entrando direttamente nella filiera alimentare, perché i nostri comportamenti possono modificare, correggere, proteggere, una produzione e, soprattutto, far sì che chi produce con serietà si senta sostenuto. Si deve combattere la mercificazione del cibo con i suoi eccessi; quella regola infame per cui, oggi, a causa di rese produttive basse e di prezzi unitari del latte alla stalla infimi, scompare quella particolare razza bovina e chiude bottega un eroico allevatore.

Occorre valorizzare i mercati contadini, che dovrebbero svolgersi almeno due volte alla settimana, nei centri abitati, e abituarsi a comprare direttamente da chi coltiva la terra per abbattere i costi della filiera senza arricchire quelle componenti della catena alimentare che stanno in mezzo fra il produttore e il consumatore finale. Corollario finale della serata, la lettura della missiva che Papa Francesco a suo tempo gli indirizzò. A lui, agnostico, il capo della Chiesa cattolica, chiese di scrivere la prefazione alla “Laudato sii”. Un manifesto ambientalista insuperato, rivolto all’intera umanità, assicura Petrini. Grazie Maestro Carlo per la bella lezione. Ne faremo tesoro.

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