Gli esami sono vicini!

Paure e speranze di quattro studenti alla vigilia della Maturità

Sono le ultime settimane di scuola ed è ora – per prof e studenti – di iniziare a gustarsi l’odore dei tigli in fiore (per i non allergici), i primi gelati, gli ultimi compiti in classe, con la mente ormai proiettata verso le vacanze estive. Tutto molto bello, ma non per loro: Annachiara, Elena, Gabriele e Mariachiara. Sono solo quattro, ma rappresentano le centinaia di ragazzi che si preparano ad affrontare l’esame di Maturità nelle scuole superiori di Correggio. Annachiara frequenta il Liceo Corso con indirizzo scientifico, Elena studia ragioneria all’istituto Einaudi, Gabriele invece viene dal Convitto Corso con indirizzo agrario ed infine Mariachiara rappresenta la quinta del Liceo delle Scienze Umane del San Tomaso. Li ho incontrati per parlare con loro di questo importante passaggio, cogliendo l’occasione per discutere di presente, passato e futuro.

Partiamo con la domanda più scomoda ed odiosa che si può fare a maggio a un maturando: come stanno andando queste ultime settimane di scuola?
A: «Ansia, ansia e ancora ansia. Mi sento parecchio stanca e studiare adesso è veramente dura. Manca un po’ di motivazione per questo ultimo periodo perché è come non vedere la fine».
MC: «Anche io davanti a questo rush finale mi sento da una parte molto affaticata al pensiero di studiare ancora, dall’altra molto impaurita di arrivare impreparata all’esame».
G: «Io sto vivendo in biblioteca perché devo sistemare qualche situazione».
E: «E poi l’ansia per la tesina… Insomma, abbiamo avuto momenti migliori».

Tranquilli, tutto regolare! Il periodo tra le ultime settimane di scuola e la Maturità è così per tutti. Guardandovi indietro, come giudicate i vostri anni di scuola superiore? Aspetti positivi e aspetti negativi?
A: «Molto intensi, nel bene e nel male. Se mi guardo indietro, penso di aver studiato veramente tanto in questi anni, quante ore passate sui libri! Forse in alcuni momenti avrei sperato in una maggiore comprensione da parte dei prof, la differenza di età si è fatta decisamente sentire e non ci siamo sempre sentiti capiti. Anche se a volte le cose che ho studiato non erano molto interessanti o almeno presentate come tali, devo dire che ho acquisito un metodo di studio e di approccio alle materie che, sono sicura, mi aiuteranno molto negli studi universitari».
E: «Anche se l’inizio delle superiori è stato un po’ traumatico (gente nuova, contesto nuovo, materie nuove) sono stata molto fortunata ad aver incontrato in questi anni prof molto attenti a noi studenti, sia dal punto di vista scolastico che umano. È capitato più di una volta che l’ora di lezione venisse spesa per parlare insieme di problemi che si erano presentati… questa disponibilità ci ha aiutati molto a crescere e a maturare davanti alle difficoltà. Purtroppo è una fortuna molto vincolata alla sezione a cui si viene assegnati, molti prof continuano ad essere “vecchio stampo”».
G: «Io forse mi aspettavo un po’ di più soprattutto da questi ultimi anni, a volte ho fatto fatica a sentirmi capito dai professori. In ogni caso però è stato bello avere la possibilità di venire a contatto con persone e idee diverse e costruire nuove amicizie».
MC: «Per me esperienza molto positiva, soprattutto data dalla disponibilità dei miei prof che sono veramente tutti molto in gamba, sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista umano. Sicuramente il fatto che siano tutti giovani aiuta, ma per me è stata incredibile la considerazione che hanno mostrato per me e per ogni studente innanzitutto come persona. Posso dire di avere instaurato un rapporto umano autentico con loro».

Qual è per voi il “momento top” di questi anni?
G: «Direi i primi tre anni, veramente belli».
MC: «La gita di Quinta, dove abbiamo potuto stare insieme – anche se per pochi giorni – in un contesto diverso…e poi il Monteore e la festa di Natale».
A: «Anche per me le gite, il Monteore e tutte quelle iniziative dove come studenti ci siamo messi in gioco tutti insieme per fare qualcosa di utile».
E: «Il mio momento top è stato la gita di Quinta. A differenza degli anni scorsi, nei quali abbiamo fatto degli stage linguistici, quest’anno abbiamo fatto il Viaggio della Memoria. Mi è piaciuto molto perché eravamo noi alunni delle quinte, tutti insieme, e per i messaggi profondi che abbiamo affrontato. È stata proprio un’esperienza forte».

Ora parliamo di futuro. Sapete già cosa andrete a fare dopo l’esame?
E: «A me la scuola è piaciuta, ma ora basta Economia! Ho capito che mi interessano molto le materie umanistiche e vorrei approfondire anche l’aspetto delle relazioni umane. Vorrei diventare criminologa, per cui l’anno prossimo mi iscriverò a Psicologia».
G: «Sono sempre stato molto appassionato dalla natura e dal mondo animale. Vorrei iscrivermi alla Facoltà di zootecnica a Parma. Mi affascina molto perché oltre alla gestione della produzione animale è prevista anche un po’ di studio dell’economia che gira intorno a queste cose».
A: «Io invece sono orientata verso ostetricia. Se non dovessi passare il test vorrei tentare di entrare a infermieristica, ma solo per poi riprovare ostetricia. Sono consapevole del poco lavoro disponibile per le ostetriche al momento, ma mi affascina davvero tanto la nascita di una vita».
MC: «È bello vedere tutti così sicuri… io invece sono in preda a mille dubbi. Tante facoltà mi ispirano, ma nessuna mi colpisce in modo particolare. Così, oltre all’ansia per l’esame ho già anche le preoccupazioni per il post-esame, a un certo punto dovrò pur decidere qualcosa».

Voi che quest’anno ne sarete i protagonisti, cosa pensate dell’esame? Provate per un attimo a mettere da parte l’ansia, la paura… Secondo voi ha senso come passaggio, come struttura? Troppo difficile?
E: «Difficile il giusto».
A: «Mentre ci siamo in mezzo mi sembra tutto un po’ eccessivo, ma sicuramente un esame impegnativo ha senso».
MC: «Al momento, se potessi, abolirei la presenza dei commissari esterni. Sono l’aspetto che mi fa più paura perché sono una grossa variabile per la valutazione finale».
G: «Anche per me difficile il giusto, anzi i cambiamenti che hanno proposto mi sembrano lo rendano troppo semplice».

Bene, vi trovo ancora abbastanza lucidi nonostante tutto. Ultimissima domanda: come vi vedete appena usciti dall’orale di Maturità?
MC: «Cotta!»
E: «Finalmente libera!»
A: «Io esco da scuola e inizio a urlare sotto i portici, vi avverto!»
G: «Io offro da bere a tutti, commissione d’esame compresa!»

L’intervista si chiude con un bel gelato mangiato tutti insieme, ricordando vari momenti e aneddoti, pensando a quanto mancheranno i compagni di classe, il banco che hai occupato per cinque anni, i prof e tutta la quotidianità di questi anni impegnativi ma comunque ricchi. Finito il gelato ognuno per la sua strada, proprio come sarà dopo l’esame… e allora non mi resta che augurare ad Annachiara, Gabriele, Elena e Mariachiara, e ad ogni ragazzo che affronterà la Maturità, di tirare fuori il meglio di sé, vivendo questo momento come una sfida in cui misurarsi con coraggio e chiudere il proprio percorso scolastico lasciando un’impronta personalissima. In fondo, il bello inizia adesso!

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