Gli amici del cuore

L’associazione in campo dal 1989 per sostenere ospedale e cittadini

Il professor Spalato Signorelli, giunto a Correggio negli anni sessanta, ha dato vita non solo al reparto di Cardiologia, ma anche all’attività di Medicina interna moderna. Il grande merito suo e della associazione Amici del cuore, costituitasi come Onlus il 17/03/1989, è di aver fornito all’ospedale di strumentazioni eccellenti e all’avanguardia per i malati di cuore. Aimone Spaggiari, svestitosi dei panni della Proloco e vestiti quelli degli Amici del cuore, ci illustrerà l’attività della Onlus.
«Il prof. Signorelli aveva capito che, in futuro, le malattie cardiologiche sarebbero state molto frequenti. Così, insieme ad un gruppo di imprenditori, convocati presso il ragionier Morandi, ha dato vita alla nostra associazione».

 

Quali erano le finalità?

«La finalità principale era, ed è, quella di operare in attività di sostegno in campo ospedaliero.  Sosteniamo studi e ricerche, svolgiamo attività di informazione tramite conferenze, convegni e pubblicazioni. Si sono fatte diverse donazioni: una delle prime fu un ecocardiografo per indagini vascolari e coronariche».

 

Quanti soci ha l’associazione?

«In effetti non ha molti soci, sono una sessantina; quindi non è popolare come quella di Guastalla che ne ha seicento, ma… dopo questo articolo su Primo Piano, mi auguro che qualcuno pensi ad iscriversi. Oggi la cardiologia nell’Ospedale san Sebastiano è molto limitata, ci sono solo alcuni letti “monitorati”; in generale si fa riferimento a Guastalla».

 

Quali donazioni ha fatto in questi anni l’associazione Amici del Cuore?

«Ha fatto donazioni importanti; insieme con tutto il distretto quindi Fabbrico, Campagnola, Rio Saliceto e San Martino si è finanziata la TAC per un miliardo e trecento milioni, una cifra spaventosa raccolta in un anno e mezzo. Il prof. Signorelli, persona integerrima, accettò tutti gli inviti pur di raggiungere lo scopo. Tutti i comuni del distretto collaborarono fattivamente e forse lì terminarono i malcontenti sulla “rimodulazione” dell’ospedale, che aveva portato persino a manifestazioni di piazza a Reggio Emilia. Un po’ come succede a Castelnuovo Monti. Al contrario, grazie alle sensibilità amministrative si è fatto un polo riabilitativo di eccellenza».

 

Ma ritorniamo alle cose fatte dall’associazione. Parlavamo di donazioni.

«Abbiamo poi donato altri due ecocardiografi di cui uno già utilizzato anche per la cataratta all’occhio e uno che andremo ad avviare adesso con un nuovo software. Ricordo i televisori nelle camere dell’ala nuova dell’ospedale, una Panda per il servizio domiciliare, una serie di carrozzine; e i pulsiossimetri che provano l’ossigeno dei pazienti, donati a tutti i medici di base di tutto il distretto. Un altro intervento è stato quello del “Percorso Salute” intitolato a Remo Corghi, nostro socio fondatore. Inaugurato nel 2013, tra la pista di atletica e il parco urbano si articola su collinette e tratti pianeggianti con attrezzi e cartelli. Sono una quindicina di persone che, mediamente due volte la settimana, lo utilizzano per i corsi. Lo vorremmo più utilizzato; a Correggio c’è un volontariato molto forte, ma le associazioni non sono in rete, non c’è collegamento».

 

Altre iniziative?

«Abbiamo in programma incontri e conferenze. Nel 2017 è partito un altro progetto, chiamato La scarica che ti ricarica, supportato dal dott. Giulio Morandi e da tutto il nostro consiglio, composto da undici persone: abbiamo donato venti defibrillatori a palestre e palazzetti; in più ne abbiamo messi due nel centro storico e continueremo ad istallarne altri nei luoghi più frequentati. Quando abbiamo donato i defibrillatori abbiamo chiesto che un paio di residenti vicini facessero il corso per sapere come usarli».

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