Giacomo Margini, un professore romantico

Ci ha lasciato il 27 febbraio, fu nostro vicesindaco

Giacomo Margini, originario di Villaminozzo, dove ora riposa, era molto legato a Correggio, dove formò la sua famiglia e passò gran parte della sua vita. Qui studiò, insegnò, fu consigliere comunale e poi vicesindaco dal 1975 al 1983. Con Giacomo ci siamo conosciuti al Liceo e già allora abbiamo cominciato a bisticciare: io comunista e juventino, lui socialista ed interista. Erano gli anni in cui si andava a ballare a casa di amici la domenica e qui si andava più d’accordo. Insieme abbiamo preparato alcuni esami universitari. Era bello farlo con lui, per la sua vivace intelligenza e perché non mancavano mai le discussioni. Quando poi ci ritrovammo in consiglio comunale il confronto continuò costruttivo, pur partendo tante volte da posizioni diverse. Siamo stati colleghi all’ITC Einaudi, dove si fece amare dagli studenti. «Ci hai aiutato a crescere, insegnandoci la letteratura con ironia, con quelle battute che ancora fanno parte del nostro parlare. Ciao Giacomo, sei stato un professore romantico» è il pensiero che gli ex studenti del corso C di ragioneria gli hanno dedicato i giorni scorsi.

Il flautista Andrea Griminelli lo ha sempre ricordato con gratitudine e affetto. «Non ero uno studioso. A ragioneria, grazie al fatto che già facevo dei concerti, i professori furono clementi con me e passai la maturità accontentando i miei genitori. Giacomo Margini, il mio prof di italiano, si adoperò molto. Mi aiutò poi ad ottenere la borsa di studio per studiare a Parigi, in quella che era considerata la Harvard del flauto».

Giulio Fantuzzi, sindaco dopo Renzo Testi dal 1976, ebbe Margini al suo fianco. «Giacomo era un po’ “scasinato”, ma generoso e appassionato. Si prendeva le sue responsabilità con onestà e schiettezza. Grande fu il suo impegno per il rilancio del Teatro Asioli, per offrire a Correggio programmi di alto livello. Fu un politico un po’ sui generis per gli stereotipi di allora: allergico alle ritualità politichesi, alle lungaggini burocratiche. Non reggeva fisicamente i fiumi di parole nelle aule di giunta e di Consiglio. Ogni tanto si precipitava nel mio ufficio, esasperato per i contrasti che incontrava. Ma poi con lui si ragionava, con tanto di battuta finale».

Franco Bellelli in quegli anni era il capogruppo socialista in Consiglio. «Giacomo, insieme con una quindicina di altri giovani, è stato protagonista della ricostruzione del Partito Socialista a Correggio. Il suo era un socialismo moderato, democratico, fieramente autonomista ed anche anticomunista; i suoi riferimenti politici erano Nenni e Craxi. Essere craxiani a Correggio allora non era facile, ma Giacomo si dava da fare, con grande animosità, in ogni ambiente: si trattasse di infuocati Consigli Comunali, di estenuanti riunioni di partito o fra partiti oppure di infinite discussioni nei bar sotto i portici. Lì poi spesso mescolava la politica con il calcio, soprattutto quando veniva attaccata la sua amata, l’Inter. Aveva un grande amore per Correggio; voleva che la città superasse gli steccati e le divisioni di un tempo. Si batteva per la diffusione di una cultura aperta, autonoma, libera. Qualche volta era un po’ temerario, ma sempre generosissimo. Una inesauribile fucina di idee».

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