Un teatro Asioli stracolmo di gente di tutte le età, mercoledì 8 giugno, ha rivolto il suo abbraccio caloroso e affettuoso a Francesco Guccini.
Il nostro Circolo Culturale, Primo Piano, editore del mensile che leggete, ha organizzato la serata-incontro con il grande cantautore bolognese, per celebrare qui a Correggio i suoi cinquant’anni di attività.
Insieme al protagonista, Francesco Guccini, sono saliti sul palco tre ospiti d’eccezione: Guido Silvestri, in arte Silver, la celebre firma di “Lupo Alberto”; l’amico di una vita, Beppe Carletti fondatore e tastierista dei Nomadi; e, dulcis in fundo, Luciano Ligabue, che ha fatto gli onori di casa.
A condurre la serata, uno smagliante Brunetto Salvarani, esperto di teologia, fumetto e musica pop e nostro ormai inseparabile amico.
La prima parte dell’intervista ha riguardato l’ultimo libro del maestro, Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto (Mondadori, 2015).
Guccini, formidabile narratore, ha intrattenuto e divertito i presenti con alcune delle storie contenute nel volume.
Memorabile, fra le altre, quella di Beatrice Bugelli, “la donna che cantava in poesia”, una analfabeta vissuta nell’Ottocento in grado di improvvisare in ottava rima, secondo una tradizione secolare ripresa in epoca recente dallo stesso Guccini con i sodali Roberto Benigni e Umberto Eco.
Più che di un’intervista, la serata ha assunto presto la piega di un lungo e irresistibile soliloquio, con Brunetto a fare da perfetto sparring partner del mattatore.
È stata quindi la volta di Silver, con il quale Guccini ha condiviso la passione per il fumetto e la collaborazione con un altro grandissimo fumettista, Franco Bonvicini, in arte Bonvi.
«Nel ‘74 -racconta Silver- inventai il personaggio di Lupo Alberto e ascoltavo solo tre Lp.
Uno di questi era il tuo “Radici”». Guccini collaborò alle prime “Sturmtruppen” e firmò, insieme a Bonvi, un albo di fantascienza.
Fu nello studio di Bonvi a Modena che Guccini e Silver si conobbero e iniziarono un’amicizia che dura tuttora.
Le note di “Noi non ci saremo” hanno accompagnato l’ingresso di Beppe Carletti.
Sono passati quasi cinquant’anni dalla prima incisione di “Dio è morto”, canzone della quale Beppe dichiara di conservare una versione autografa con alcune varianti dall’originale.
A questo punto la serata si è trasformata in una rimpatriata fra amici.
Gli aneddoti e le battute, ormai soprattutto in dialetto, si sono succedute allegramente rivelando, dietro alle parole, la gioia nel ritrovarsi dei compagni di sempre.
Infine è stato il turno del rocker di casa, Luciano Ligabue, che non ha resistito al richiamo dei fan e alle occhiate invitanti di Brunetto Salvarani ed è salito sul palco per omaggiare personalmente il maestro.
Insieme hanno rievocato l’esperienza di “Radiofreccia”, quando Guccini si presentava sul set imprecando per essere stato svegliato alle dieci e mezza di mattina: «Soccia, che dû maròun, Liga! Ma qua non si può neanche dormire!».
Guccini, che nel film interpretava la parte del barista Adolfo (in realtà chiaramente ispirato alla figura del “Bar Mario”) ha raccontato l’aneddoto di un vecchietto di Correggio che, avendolo scambiato per un vero barista, si rivolse a lui per chiedergli un amaro.
Di fronte all’impossibilità di servirlo, dichiarata candidamente da Guccini, essendo quello il finto bar di un film, costui avrebbe risposto con un «va bèin, an’ghé mia ed problema, allora mi dia una grappa».
Gli applausi a fine serata sembravano non finire e si è avvertito, forte, l’affetto e l’entusiasmo del pubblico per una serata davvero speciale.
Siamo felici che questo incontro abbia avuto luogo qui, nella città di Pier Vittorio Tondelli, di Ligabue; ma anche di Silver, di Andrea Griminelli e di tanti altri cantanti, musicisti, rocker più o meno famosi che ne hanno fatto negli anni una piccola “capitale del rock”.
La serata, realizzata grazie al sostegno del Consorzio del Parmigiano Reggiano e al Consorzio di tutela dei Vini Reggiani e con il patrocinio del Comune di Correggio, ha rappresentato l’ultimo dei cinque incontri organizzati dal circolo Primo Piano nel suo primo anno di attività.
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