Ex Pansione sud

Problemi di quartiere visti da vicino

Il popoloso quartiere dell’Espansione Sud, dopo 40 anni dai primi insediamenti, comincia a mostrare le offese del tempo.
Per noi che ci viviamo, i cambiamenti sono stati lenti, ma ormai avvertiamo un senso di decadenza a livello urbanistico e infrastrutturale.

Non certo dal punto di vista immobiliare, poiché, se dappertutto è diventato difficile vendere appartamenti, qui la domanda di locazioni è alta.

L’aspetto critico riguarda il cuore del quartiere, il Centro Commerciale.
Nato come struttura commerciale innovativa con dislocazione di esercizi commerciali anche ai piani superiori, una assoluta novità per i tempi, il Centro oggi attesta il fallimento di quell’idea progettuale.

Non solo per il progressivo svuotamento del primo piano, abbandonato al degrado, ma anche per la scarsa fortuna degli esercizi commerciali: hanno resistito alcune attività artigianali (barbiere, tappezziere, parrucchiere, gelataio), si sono insediate attività del terziario, ma molti locali sono rimasti o diventati vuoti.
Sembra arrivare finalmente la tanto attesa farmacia, ma se non ci fosse il “piccolo Conad” il nostro quartiere sarebbe sostanzialmente senza servizi.

La grande piazza, di pertinenza del Comune, nonostante il mercatino dei contadini al sabato mattina, ha perso tutto l’appeal di cui godeva vent’anni fa col grande tendone e la frequentazione di diverse famiglie correggesi: un costoso restyling nel frattempo ha partorito una tettoia da distributore di benzina e una inutile vasca di cemento.

Sono poi ben visibili gli effetti dell’incuria unita ai vandalismi.
Approfittando dell’impunità che regna dopo la chiusura degli esercizi e della scarsa illuminazione, una banda di minorenni del luogo si è impadronita del primo piano. Tutto il Centro è diventato sempre più sporco e malconcio, tanto da attirare l’attenzione della stampa con articoli e foto, qualche mese fa.
Gli esercenti quando aprono alla mattina, spesso devono raccogliere i resti di questi bivacchi. E poi si sono verificati furti negli appartamenti, nei negozi e per strada. Intendiamoci, niente di clamoroso e originale, ma questa situazione acuisce l’urgenza di un adeguamento che dopo mezzo secolo sarebbe opportuno.

I commercianti si sentono insicuri, gli abitanti non popolano il centro alla sera, l’Espansione Sud è sempre più un quartiere dormitorio dove le persone si chiudono in casa.

C’è quindi un problema prioritario di riqualificazione edilizia del Centro commerciale.

Nel 2014 è stata attuata la bonifica del tetto e lo smaltimento delle parti in amianto.
Ma è urgente un intervento per la sua messa in sicurezza, soprattutto nella parte dell’immobile posta al piano superiore: i parapetti, i cancelli per regolamentarne l’accesso, l’ascensore da sempre abbandonato.
Questi investimenti, caldeggiati dall’assemblea dei proprietari del Centro Commerciale, non decollano per mancanza di una “regia” che incalzi insistentemente coloro che sono preposti alle eventuali autorizzazioni, siano essi un assessore o l’ufficio competente.

C’è stata poi la richiesta, rivolta all’Amministrazione Comunale durante la presentazione del bilancio di previsione, di destinare alcune telecamere di controllo all’Espansione Sud; ma dovremo attendere l’ampliamento della rete di cavi a fibra ottica, cioè alcuni anni.

Avrebbe invece un effetto immediato l’accordo tra i commercianti per una presenza coordinata di guardie giurate e per proprie telecamere all’esterno di alcuni esercizi del Centro.

Per quel che riguarda poi un recupero estetico del Centro stesso, non bastano le ripuliture e le tinteggiature ipotizzate dai commercianti: è indispensabile che il Comune si faccia carico del rifacimento della piazza e del relativo arredo urbano.

Il Comune ha promesso di muoversi in accordo con i commercianti per progettare interventi ed iniziative per rivitalizzare il tutto.

Il rischio, però, è di fare alcune cose scollegate tra loro, senza la forza sufficiente per lasciare il segno.

Se parlo con i singoli commercianti, mi rendo conto che hanno già individuato le criticità commerciali del Centro, eppure si fatica a trovare un denominatore comune tra i soggetti interessati: operatori in pensione o in attesa di andarci, giovani che hanno voglia di fare, piccoli proprietari in difficoltà ad investire, alcune proprietà che avvertono invece la necessità di difendere il valore del loro patrimonio immobiliare.

Credo che un coordinamento effettivo tra i diversi interessi, in modo che i progetti di intervento pubblico e privato abbiano un impatto visibile e mobilitino i cittadini dell’Espansione Sud, possa avvenire solo per iniziativa del soggetto pubblico.

Dopo quasi mezzo secolo da quando è stato pensato, il quartiere ha completato la sua missione di un’espansione abitativa diversificata, a costi contenuti, dotata di servizi essenziali.

Intanto si sono realizzate le espansioni in altre aree e soprattutto nelle frazioni (con risultati, peraltro, tutti da discutere). Nel frattempo il Parco Urbano è diventato sempre più utilizzato dai correggesi, a sud dell’Espansione è nato un nuovo parco, e si è completato il polo sportivo a lato del nostro quartiere.

Forse, se si vuole davvero affrontare il nodo della qualificazione dell’Espansione Sud (ma perché non cambiarne il nome, visto che evoca stagioni urbanistiche fuori corso?) è necessario ripensarne la funzione urbanistica.
Ad esempio un suo più organico rapporto con la città può essere creato dal parco a beneficio di entrambi, prendendone in considerazione l’ampliamento alle vasche di espansione e arrivando a coinvolgere per l’appunto il Centro Commerciale.
È un’idea un po’ astratta (come tutte le idee del resto).
Ma si potrebbe promuovere l’apporto di idee progettuali più precise da parte di giovani forze professionali (geometri, ingegneri, architetti) tramite un concorso di progetti e cominciare a ragionare insieme agli esercenti e ai proprietari, quelli che sono disponibili a investirci.

Per tornare coi piedi per terra, comunque è prioritario e urgente un intervento per riqualificare l’immobile del Centro.
Insisto: serve una regia che realizzi una stretta collaborazione tra i quattro attori (proprietari, esercenti, cittadini e municipio), che si dia dei tempi e affronti una situazione che non è ancora compromessa ma che lancia un segnale di allarme da cogliere. Forza regista: ciak, si gira! Può diventare un bel film.

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