Romano Prodi è un amico di lunga data di Correggio. Ha partecipato ad un dibattito molto apprezzato, organizzato da Primo Piano, con Lucio Caracciolo sugli scenari contemporanei. Gli abbiamo chiesto un contributo per i nostri lettori sulla questione della “Unione Europea”: non potevamo avere un parere più qualificato del suo!
«Non ho mai nascosto la mia contrarietà nei confronti di un’Europa che sembra aver ceduto al suo ruolo politico nel mondo e al contempo troppo accondiscendente nei confronti degli egoismi nazionali. Ma se questa Europa ha dei problemi, un mondo senza Europa ne avrebbe enormemente di più. Oggi sembra preistorico ricordare che il processo di unificazione prese avvio nell’Europa post bellica e ancor più sembra anacronistico sottolineare che da 70 anni viviamo in una condizione di pace, mentre subito fuori dai nostri confini guerre sanguinose e persecuzioni hanno falciato via intere generazioni di donne e uomini, senza che siano stati risparmiati i bambini, le minoranze religiose e etniche. Oggi noi diamo per scontata, come un fatto acquisito, la pace in cui viviamo da lunghissimo tempo e tendiamo a dimenticare che le tensioni e i conflitti insorgono, all’improvviso, nel corso della Storia. Mentre la pace va difesa, ogni giorno.
Una storia completa della UE richiederebbe molto più spazio di quello a disposizione, perciò mi limito a ricordare, perché troppo spesso lo si dimentica, che consenso e entusiasmo hanno accompagnato tutte le conquiste dell’Europa: dalla CECA alla creazione del più grande mercato interno in cui merci e persone da allora circolano liberamente, dal primo allargamento fino al secondo ad Est e alla costruzione dell’Euro. Tanto che l’Europa meritò di essere definita il più grande laboratorio politico dell’epoca contemporanea.»
ROMANO PRODI è stato professore di Economia Industriale, presidente dell’ IRI, ministro del Commercio e dell’Industria, poi due volte presidente del Consiglio italiano, presidente della Commissione Europea, inviato dell’ONU per le questioni africane.