A Correggio si legge? Questa la domanda che mi ha spinta, un paio di mesi fa, ad iniziare un piccolo viaggio fra le biblioteche della nostra città, alla ricerca della risposta.
Oggi porto la stessa questione in luoghi dove opera chi di cultura e informazione “vive” quotidianamente, ovvero librerie ed edicole.
La libreria Moby Dick è stata inaugurata ormai 26 anni fa da Daniele Bevini e da suo padre in Corso Cavour 13. Dopo un quarto di secolo, Daniele è ancora alla guida dell’attività di famiglia, che oggi comprende anche il figlio Enrico.
«Partiamo da una buona notizia: a Correggio si legge ancora» mi dice subito Daniele.
Ma come sono cambiate le abitudini dei lettori?
«I trend che mi sono passati sotto gli occhi sono molti. Oggi si leggono soprattutto romanzi, e fra questi la fanno da padrone i gialli, con in testa gli autori seriali, come Camilleri e De Giovanni, la cui fortuna deriva anche dalle serie tv tratte dai libri. In questo vedo molta differenza con il passato: la mia è sempre stata una libreria basata sui classici, che oggi si leggono meno di un tempo».
La saggistica è ancora apprezzata?
«Complice anche la crisi economica, la saggistica ha subito un forte calo a partire dai primi anni duemila. Devo dire che, rispetto a ieri, oggi i giovani che frequentano le scuole superiori sono meno interessati a questo genere, e tendenzialmente si vedono poco in libreria».
E la narrativa per ragazzi, come va?
«Una delle più grandi soddisfazioni personali mi viene da questo settore, che è in crescita costante. I bambini e ragazzi vengono in libreria accompagnati dai genitori, ma anche da soli. Le edizioni per i più piccoli sono straordinariamente curate, sia dal punto di vista della qualità dei testi che da quella grafica».
Nuovi fenomeni ci sono?
«Sì, come quello degli youtuber, seguitissimi dai ragazzini, che solitamente diventano anche autori di libri, molto richiesti ma destinati ad essere dimenticati nel giro di poco, salvo rare eccezioni».
Il mestiere del libraio negli anni è andato incontro a notevoli trasformazioni: il rapporto con i lettori rimane il punto di forza di piccole realtà come la vostra?
«Ho aperto questa attività per mia passione personale» continua Daniele. «Quando ho iniziato era tutta questione di memoria: avevo tre grossi indici per autori, titoli ed argomenti, ma nel giro di un anno irrimediabilmente venivano superati. Per questo era importante saper ricordare i titoli delle ultime uscite. Oggi basta un click per trovare ed ordinare i libri più disparati: si è perso il contatto con gli agenti delle case editrici, oggi inghiottiti dalla grande distribuzione. Ma il rapporto con i lettori è importantissimo. Oggi, come ieri, sono loro a darmi sempre nuovi stimoli e a farmi conoscere titoli ed autori nuovi».
A proposito di titoli, quanto si pubblica oggi in Italia?
«Moltissimo, parliamo di 65.000 titoli all’anno nel nostro paese. Di questi, 15.000 sono ristampe, mentre i restanti 50.000 sono titoli nuovi. È un numero davvero impressionante, superiore a quello di nazioni come Francia e Germania, dove però si legge il triplo che in Italia. In parte questo deriva dal fatto che tantissime case editrici pubblicano oggi libri a spese degli autori, che possono avere la soddisfazione di vedere la propria opera pubblicata. In generale nascono continuamente piccole nuove case editrici, che però per fare il grande salto (penso a N/N, o a Sellerio) devono trovare un autore di punta. Poi, però, non è sempre facile resistere nella posizione acquisita».
Da Corso Cavour a Porta Reggio, dai libri ai giornali. Titolare dello storico esercizio piazzato qui, l’edicola Porta Reggio, è la giovane Ilaria Ferrari. Con l’aiuto dei genitori, Ilaria gestisce l’edicola dal 2013, un osservatorio privilegiato sulla quotidianità dei correggesi.
Prima di iniziare il dialogo con lei, diamo uno sguardo ai dati nazionali (fonte ADS – Accertamenti Diffusione Stampa): dal 2008 al 2018, in dieci anni, la diffusione dei maggiori quotidiani nazionali ha fatto registrare un calo impressionante, di più della metà del dato iniziale (in alcuni casi la riduzione è stata di due terzi). I giornali a diffusione locale reggono meglio, pur calando in generale. Ultimamente, da un anno a questa parte, sembra ci sia però una stabilizzazione confortante, con qualche lieve segno di recupero per testate importanti. Che sia l’esigenza di disporre, dopo la sbornia dell’eccesso di informazione gratuita ma inficiata dal fenomeno delle fake-news e dallo scarso approfondimento, di una informazione più attendibile e documentata? Speriamo.
Qual è la percezione del fenomeno da parte di chi, come l’edicolante, ha a che fare direttamente con i cittadini?
«Resiste, ormai da tempo, pur nella difficoltà registrata dall’informazione classica, un nucleo di appassionati della carta stampata, che non rinuncia al rito dell’acquisto del giornale ogni mattina o quasi ed al piacere di leggerselo» mi dice Ilaria.
Quale carta stampata?
«Vanno per la maggiore i quotidiani locali, come il Resto del Carlino e la Gazzetta di Reggio che hanno delle impennate quando ci sono notizie in locandina che fanno colpo. Intramontabile poi l’enigmistica, sia per adulti che per ragazzi, insieme ai giornali di gossip, molto venduti durante tutto l’anno».
Altre preferenze?
«Sorprendentemente, una fascia di popolazione trasversale per età gradisce ancora molto i fumetti. Parliamo di supereroi, ma soprattutto dei fumetti più classici, come Tex, Dylan Dog, Zagor, che oggi vengono impreziositi da nuove vesti grafiche e colorazioni, che hanno un ottimo potere attrattivo» continua Ilaria.
E Primo Piano, il mensile dei correggessi?
«Sta andando decisamente bene in edicola. Da un paio d’anni a questa parte, grazie alla nuova veste grafica, ai contenuti più ricchi e al vostro grande strillone qui esposto che riporta titoli e foto di copertina spesso accattivanti, le vendite sono aumentate. Quando poi si parla di Ligabue o di qualche personaggio locale già conosciuto o che incuriosisce per la novità, Primo Piano vola! Non possiamo che dire: bravi!» conclude Ilaria, sorridente. E strappa anche il mio di sorriso, ovviamente.
In sintesi che dire? Correggio legge? Beh, diciamo che Correggio non fa certamente eccezione rispetto ai trend nazionali per i libri e i giornali.
Ma resiste con ferma convinzione, grazie al contributo di tanti correggesi che credono nell’importanza della lettura e della buona e corretta informazione. Sono le Istituzioni, a cominciare dal Comune e dai suoi Istituti culturali, sono gli operatori che alimentano con il loro lavoro le fonti del sapere, sono i cittadini, tanti, che vogliono accrescere la loro cultura, considerandola un importante fattore di civiltà.
Che tra tutti questi portatori di interesse ci sia anche il nostro Primo Piano, non può che farci piacere.