Di qualcuno mi devo pur fidare

Le imprese di Ettore

Il grande battito è sereno e molto fiducioso. Quando rientra dal photo-shooting mensile che mi fanno all’ospedale fischietta spesso Mi fido di te di Jovanotti. Non ho capito se intende che si fida di “me”, se me la canta perché io mi fidi di lei o semplicemente perché quella è la sua canzone della felicità.

Non so se lo sapete ma certi grandi battiti ci sfiniscono canticchiando sempre le stesse canzoni con acuti improbabili ed interpretazioni imbarazzanti.

Ne parlavamo proprio ieri in consiglio. Ci sono stati casi di mini-boy come me che hanno richiesto un posticipo dello sviluppo dell’udito, altri che hanno richiesto la filodiffusione nella Spa per contrastare le performance più aggressive.

A parte la canzone di Jovanotti l’idea che il mio GB abbia fiducia nel medico che mi scatta le foto mi rende sereno. Di qualcuno si deve pure fidare anche lei…

Quando il mio GB ha un dubbio, legge tutto: prima degli scatti di ieri ad esempio, per 10 giorni, temendo che io fossi corto (ma se ne dovrà fare una ragione del fatto che sarò più largo che alto) si è letta tutte le tabelle di crescita fetale e quando trovava tabelle che sostenevano la sua tesi diceva «ecco, lo sapevo».
Il medico l’ha rasserenata e l’allarme è rientrato.
Mi sono però informato anche io e ho capito che questo fenomeno vi sta sfuggendo di mano, ragazzi.
So che quest’anno l’Oxford Dictionaries gli ha dato anche un nome.

Si chiama post-verità. Ora vi dico cos’è e voi ditemi che non ne siete vittime: «I fatti oggettivi diventano meno capaci didar forma all’opinione pubblica mentre conquistano la fiducia e il consenso di chi legge le informazioni che fanno appello alla sfera emotiva e alle convinzioni personali».

È grazie anche a questo fenomeno che ha vinto Trump.
È grazie anche a questo fenomeno che i vaccini stanno vertiginosamente calando.
Questo tema, come potete immaginare, mi è molto caro.
Vorrei però metterla su un altro piano: quello appunto del post-verità e del fatidico Mi faccio la mia verità.

«Il nuovo statuto della verità rende piuttosto inessenziale quella skill particolare che era conoscere la verità: ignorarla almeno in parte sembra produrre risultati migliori». Questo lo dice il mio futuro scrittore preferito, il Signor Baricco, che poi aggiunge: «sicuramente non è questa un’epoca per specialisti, per eruditi, per gente che sa».

Vi dico una cosa importante: credete agli specialisti, a quelli che vi rispondono «non lo so ma chiedi a lui, che è un asso in questo campo», chiedete l’autografo a chi vi dice che a Natale regala le enciclopedie e che di notte, se non dorme, si guarda Piero Angela o il campionato di freccette, ma se li guarda con passione. Certi bambini si fissano con i dinosauri, altri con gli aerei e i camion: allora comprate loro una libreria intera che parla di velociraptor e Boing 747.

Gli specialisti dicono la verità. A volte la sbagliano ma non per sentito dire.

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