Correggio ha il suo asso del cricket

Il nostro Qasim convocato dalla nazionale italiana

Qasim l’ho conosciuto durante uno stage presso il mio ufficio. Ero già a conoscenza del futuro che lo attende, perché la sua insegnante me lo aveva confidato in amicizia: Qasim sarà un giocatore della Nazionale Italiana di Cricket. Così l’ho osservato per bene anche sul lavoro ed ho trovato in lui quella “fame” tipica di chi desidera arrivare in alto, quella determinazione che solo chi ha un sogno in cui crede davvero  tira fuori, quella costanza che mai viene meno anche quando il sacrificio è grande per un ragazzo di soli 16 anni. Era quasi in imbarazzo quando gli ho chiesto l’intervista; lo era ancora di più mentre lo intervistavo.

 

Parlami di te, Qasim, vogliamo conoscerti…
«Mi chiamo Qasim Safdar Janjua, ho 16 anni e vengo dal Pakistan. Sono nato a Birmingham, in Inghilterra, ma ho fatto tutte le scuole in Italia perché mi sono trasferito qui all’età di 5 anni. Ora faccio la terza superiore presso il Liceo R. Corso, indirizzo scientifico».

 

Perché il cricket?
«Nel mio paese d’origine è lo sport più visto e più seguito (anche se lo sport nazionale è l’hockey su prato) inoltre era lo sport preferito e praticato da mio padre quindi è stato lui il primo a farmelo conoscere ed apprezzare. Papà mi ha insegnato come giocare nel cortile di casa mia, dove abito ancora adesso. Poi ho cominciato con alcuni miei amici a giocare in gruppo, perfino con gli adulti! Fin da piccolo papà ed io guardavamo insieme le partite della nazionale di cricket del Pakistan anche a tarda ora a causa del fuso orario, non riuscivamo a resistere al fascino della diretta. Stavo sveglio con lui anche tutta notte!».

 

Come si sviluppa una partita di cricket?
«Ci sono due squadre da 11 giocatori, una che attacca ed una che lancia (quindi difende). Ogni partita ha durata diversa, dipende dal numero di over (un over = 6 palline). Normalmente una partita, soprattutto per noi under 19, dura 20 over (circa 3-4 ore), ma molto spesso si gioca quella da 50 over (circa un giorno intero). Il “vero” cricket prevede over illimitati con partite della durata di 4/5 giorni! Ci sono somiglianze col baseball ma anche tante differenze: la mazza è piatta non rotonda, ci sono due battitori che giocano (non come nel baseball nel quale dopo aver battuto non corre più), si gioca battendo dal basso la pallina che viene lanciata non con un lancio diretto ma con un rimbalzo. Si gioca finché i giocatori non sono eliminati oppure finché non terminano gli over».

 

Come hai fatto a trovare qua una squadra di cricket? Immagino non ce ne siano tante.
«É stata mia mamma. I miei genitori ci tengono molto a questa mia passione. Io sapevo che c’era la Nazionale Italiana, ma non sapevo ci fossero squadre appartenenti a club. Lei ha cominciato a cercare e ha trovato club a Parma, Milano e Bologna. Quest’ultimo mi sembrava il migliore. In effetti anche in campo è il migliore in Italia!».

 

Come è arrivata la convocazione in Nazionale?
«Ero già stato convocato in Nazionale Under 19 l’anno scorso, ma non sono riuscito ad andare perché a due giorni dalla partita non mi era ancora arrivato il visto. Ho pianto tanto perché io ero pronto e poi dopo solo alcuni mesi che avevo iniziato a giocare… era una grandissima opportunità! Poi è arrivata la convocazione nella Nazionale (prima squadra) anche per quest’anno: l’ho saputo perché sono stato aggiunto al gruppo Whatsapp della squadra. In questa chat era indicato l’obiettivo da raggiungere per l’ammissione definitiva: correre 8 km per tre giorni a settimana entro 40 minuti. Io sono quello che li ha corsi in meno tempo: 33 minuti e 55 secondi. Il fitness è al primo posto in questo sport perché comporta un grande sforzo fisico: velocità, resistenza e precisione».

 

Così giovane, già in Nazionale, cosa puoi sognare ancora?
«Beh, fin da piccolo sogno di giocare nella Nazionale di cricket del Pakistan… spero di riuscirci!».

 

Quanto e come ti alleni Qasim?
«Cerco di allenarmi ogni giorno autonomamente, solo la domenica vado a giocare a Bologna. Ogni giorno faccio allenamenti di cardiofitness e resistenza, poi vado a correre 8 chilometri per tre o quattro volte a settimana, mi esercito ogni tanto con un amico di papà che ha giocato a cricket in Pakistan, quando è disponibile, altrimenti con me giocano le mie sorelle. Sto molto attento all’alimentazione, in accordo con mamma: bevo solo acqua, mangio soprattutto carne e verdure. La cosa più difficile è conciliare tutto: scuola e studio devono avere la priorità come mi hanno imposto non solo i miei genitori ma anche l’allenatore della Nazionale (“se non studi non puoi giocare” perché l’educazione è fondamentale), poi vengono l’allenamento e la preghiera (5 volte al giorno). Vedo i miei amici giocare con la Play Station. L’ho anch’io ma è chiusa, non riesco nemmeno ad trovare il tempo per toccarla!».

 

Da quanto mi dici, sorge spontanea una domanda: ci sono momenti in cui ti dici “chi me l’ha fatto fare?” a fronte di tutti i sacrifici richiesti?
«Mai!».

Detto con un sorriso, detto con forza, detto con tanta consapevolezza che ciò per cui sta “lottando” vale la pena di tutti i piccoli, grandi sacrifici di oggi.

Parlare con un ragazzo così gonfia il cuore di soddisfazione! Ma ciò che più mi ha “commossa” è stato quello che Qasim mi ha raccontato dei suoi meravigliosi genitori: entrambi lo hanno sempre sostenuto ed incoraggiato, credono in lui più di chiunque altro e si sacrificano in termini di tempo e di energia per seguirlo nel suo sogno. Ho notato un amore profondo da parte sua per loro e, dalle sue parole, traspare il loro verso il figlio. Qasim ce la farà, glielo leggo negli occhi, sentiremo ancora parlare di lui. Per ora, porterà con sé tutta la nostra comunità correggese che da ora in poi farà il tifo per quel bel giovane di origine pakistana che a soli 16 anni ha conquistato un posto nella Nazionale Italiana di cricket. Sono certa che un giorno, neanche troppo lontano, ci porterà con lui nella Nazionale Pakistana. In bocca al lupo, Qasim!

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