Premettiamo subito, per evitare malintesi e cattive interpretazioni, che siamo senza dubbio sostenitori delle piste dedicate alle biciclette. Nello specifico Correggio risulta un Comune virtuoso, dotato di numerose ciclabili che collegano la città con frazioni o comuni limitrofi e che si raccordano anche con le diramazioni provinciali e poi regionali. Tutto ciò è un dato di fatto, ma mentiremmo dicendo che non ci sono alcune criticità e mancanze, come ad esempio una carenza di manutenzione e segnaletica orizzontale/verticale. Va però anche ricordato che lo stesso codice della strada non fornisce chiarezza sulle modalità di utilizzo di piste a sistema promiscuo, cioè frequentate da pedoni, biciclette, monopattini e così via.
Esistono infatti diverse tipologie di piste ciclabili, come previsto dall’apposito Decreto Ministeriale n. 557 del 30 novembre 1999, “Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili. Ulteriori elementi per la progettazione”. Come si legge all’art. 4 comma 1: “Gli itinerari ciclabili, posti all’interno del centro abitato o di collegamento con i centri abitati limitrofi, possono comprendere le seguenti tipologie riportate in ordine decrescente rispetto alla sicurezza che le stesse offrono per l’utenza ciclistica: a) piste ciclabili in sede propria; b) piste ciclabili su corsia riservata; c) percorsi promiscui pedonali e ciclabili; d) percorsi promiscui ciclabili e veicolari”. Lo stesso decreto prevede che le piste ciclabili abbiano dimensioni e conformazioni in base alla tipologia e alla categoria di rischio per garantirne la massima sicurezza possibile.
Chi meglio dell’assessore alla viabilità Fabio Testi può radiografarci la situazione attuale delle piste ciclabili correggesi, anche alla luce del completamento ormai prossimo del tracciato che collega il centro con la frazione di Fosdondo.
Testi, quanti km di ciclabili ci sono nel nostro Comune e di che tipo?
«Nel territorio abbiamo 89 km di piste ciclabili delle diverse tipologie sopra richiamate, contro i 258 km totali di strade (di queste 45 km sono strade “bianche”, cioè non asfaltate)».
Esistono dati per verificare in che misura vengono utilizzate? Hanno contribuito alla diminuzione del traffico veicolare e degli incidenti?
«Non abbiamo dati dettagliati complessivi. Abbiamo monitorato di recente la ciclabile che porta a Mandrio: i dati di Novembre, mese non certo favorevole all’utilizzo della bicicletta, indicano 510 passaggi settimanali con picco massimo dal lunedì al venerdì (450), il che automaticamente porta a pensare che venga utilizzata per spostamenti verso scuola e lavoro. Nei prossimi mesi procederemo con ulteriori rilevamenti sulle altre ciclabili per capire quanto e come vengono utilizzate. L’obiettivo è incrementarne l’utilizzo, per cui occorre programmare la manutenzione e integrare la segnaletica per renderli percorsi sicuri e ridurre gli incidenti che vedono coinvolti ciclisti.
Gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro in bicicletta vanno incentivati per ridurre le auto in circolazione e quindi il traffico e l’inquinamento che ne consegue, senza dimenticare i benefici sulla salute dell’attività fisica quotidiana; non a caso nel programma di mandato abbiamo previsto la predisposizione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (faremo a breve un incontro pubblico di ascolto), il miglioramento delle connessioni tra le ciclabili esistenti e ulteriori nuove ciclabili per incrementare i collegamenti con le frazioni e il villaggio industriale».