Corpi e visioni di corpi, il circo che diverte e commuove

Vi avverto subito che, inizialmente, non era mia intenzione parlarvi dello spettacolo Pour le meilleur et pour le pire (nel bene e nel male) messo in scena nelle giornate del 23-24-25 ottobre scorso all’interno di un classico tendone da circo allestito nella zona antistante il salone delle feste. 

Pour le meilleur et pour le pire  ha inaugurato la stagione teatrale del nostro Asioli e rientra anche nell’offerta del progetto triennale Corpi e Visioni, dedicato  al circo contemporaneo e promosso dal Comune di Correggio con il sostegno del Ministero per i Beni e Attività culturali e Turismo. Di questo progetto avevo già scritto precedentemente, ed io odio ripetermi, ma…

In questo caso c’è un “ma” che mi ha fatto cambiare idea ed è dovuto agli occhi lucidi che mi sono ritrovata ad avere all’uscita dal Cirque Aital. Come i tanti spettatori presenti, equamente divisi tra adulti e bambini, ho riso di gusto durante le comiche scene inserite nella studiata drammaturgia; e come tutti ho trattenuto il fiato durante l’esecuzione delle strabilianti evoluzioni acrobatiche. 

E poi, a tratti, mi sono anche sentita profondamente commossa e la commozione è stata data dalla visione dei due corpi di Kati e Victor (la coppia di autori e protagonisti dello spettacolo) sfiorarsi, intrecciarsi, lanciarsi per poi riprendersi in volo con un sincronismo perfetto. 

Tra le acrobazie dei due interpreti, infatti, ho visto emergere non solo l’abilità, ma anche quell’intesa profonda tra partner, indispensabile per portare in scena un tipo di spettacolo del genere, la fiducia assoluta nel compagno, necessaria per riuscire ad affidare ad un qualcuno che non sei tu l’incolumità della tua stessa persona. 

E allora la leggerezza con la quale Kati si lanciava nella braccia di Victor, la presa salda e sicura con la quale a sua volta Victor reggeva o prendeva Kati mi è parsa una poesia, scritta con un mezzo diverso dalle parole, che parla di fiducia e condivisione. 

Condivisione di attimi fondamentali: quelli delle prese. Condivisione di un sogno di vita: quello del fare circo. Condivisione di un destino che può prendere ogni direzione, ma che si trasformerà in successo solo se la fiducia in chi ti sta a fianco è più forte della paura del non riuscire, e se la traiettoria del destino altrui diventa più importante della sopravvivenza del tuo stesso corpo.

Così, in un presente in cui ognuno sembra essere concentrato soprattutto sul più che sull’altro, lo spettacolo portato in scena dal Cirque Aital non solo mi ha divertita, fatta stare con il fiato sospeso e commossa, ma mi è parso essere anche una straordinaria lezione di vita.

La parola ai bambini. 

Durante le tre giornate hanno assistito allo spettacolo anche numerosi bambini. Ne ho intercettati tre, ai quali ho posto una breve domanda, per potervi offrire una visione pura e senza malizia di quanto è stato proposto sotto il tendone rosso.

Mi potresti dire se c’è qualcosa che ti è piaciuto particolarmente di questo spettacolo? 

Mattia (6 anni): «Tutto quanto. Però più più di tutto mi è piaciuta la parte della spiaggia, quando il signore faceva il macho e mostrava i muscoli, ma poi gonfiava il pancione. Era troppo buffo!»

Rebecca (10 anni): «Anche a me è piaciuta molto la parte della spiaggia, però non quella della pancia, ma quando la ragazza faceva finta di tuffarsi e l’uomo la prendeva. Quelle evoluzioni sono state davvero bellissime.»

Linda (9 anni): «Per me è stato bellissimo quando la donna è salita sul palo e l’uomo riusciva a tenerla in aria solo con la testa. Poi mi è piaciuto anche tanto quando alla fine hanno fatto la lotta nella terra, perché secondo me esprimevano il loro amore ed è stato originale!»

Grazie bimbi, e che la vita vi regali sempre splendide visioni.

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