Confessioni di un Autovelox

D – Chissà perché mi sembra un po’ surreale, Venirti ad intervistare qui sul rettilineo di Budrio…

R – Dillo a me, che sto abbarbicato giorno e notte a questo balcone come un pupazzo di Babbo Natale…

D – In effetti è strano che l’Amministrazione non ti abbia mimetizzato: potevi venire mascherato anche da poiana o da antenna extracomunitaria!

R – È la legge che lo vieta… la solita ipocrisia italiana. Così mi tocca star qui, grezzo come fabbrica mi ha fatto: un moderno vigile urbano formato scatola, per di più strabico, un occhio che guarda avanti e uno indietro. E persino un cartello che avvisa del mio servizio: Controllo elettronico della velocità. Che se uno non è disattento mi frega.

D– Lo sai, vero, di essere universalmente disprezzato? Questa tua attitudine a fare la spia…

R – Ma è il mio mestiere, la mia natura. Sono un autovelox, mica uno spaventapasseri! Noi saremmo gente riservata. Figuriamoci, al sole e al gelo tutto il tempo; su un palo come un anacoreta o piantati sul ciglio di una strada ad aspettare per l’eternità! Ce n’è di tempo per riflettere, per pensare alla vita e alla natura delle cose. Per questo siamo dei filosofi. Noi trattiamo tutti allo stesso modo: non ci sono preferenze o distinzione di ceto o di cilindrata: l’autovelox è uguale per tutti! Purtroppo…

D – Purtroppo?

R – Purtroppo dobbiamo svolgere un mestiere ingrato. Mio fratello, che esercita sul rettilineo per Carpi, ormai vive vita grama. Le auto lo conoscono bene, inchiodano prima, a rischio tamponamento, e si scatenano dopo, nelle doppie curve. Se continua così presto verrà prepensionato.

D -La vostra residenza è sempre nei rettilinei… i cittadini sospettano.

R – Ma no, l’Amministrazione è buonista: «Non sei lì per punire ma come deterrente» mi ha detto il Sindaco. Poi è passato l’assessore al bilancio e sottovoce ha sibilato: «Beccane il più possibile, mi raccomando! Altrimenti ti faccio tornare in fabbrica». È un lavoro così. Sai quante foto ho scattato in un mese?

D – A vedere dalle multe recapitate a domicilio, una quantità esagerata.

R – Occupano un intero capitolo di bilancio.

D –  Beh, basterebbe che le auto andassero più piano…

R – Non mi lamento. Questo è l’unico rettilineo esistente verso Reggio, e l’automobilista si lascia catturare facilmente, soprattutto quando c’è la vendemmia e i carri agricoli frenano il flusso… Oppure, se è ancora assonnato, si scorda di quanto è cattivo il mondo… e io zac! fotografo il conducente mentre si mette le dita nel naso o si passa il rossetto sulle labbra.

D – Ma voi autovelox siete una famiglia di sadici!

R – Eh no, ti sbagli. Mio zio Dissuasore (grandi doti diplomatiche) lo era, non io. Hai presente zio Dissuasore? Quello che si sdraiava in mezzo alla strada e si mimetizzava con l’asfalto? Lui trasformava un tranquillo tragitto tra Correggio e Bagnolo in un pericoloso tracciato di montagne russe. In un primo momento era ingrassato e le auto decollavano e ci lasciavano le sospensioni, i passeggeri lo stomaco e l’autista il fegato. L’Amministrazione aveva dovuto metterci dei cartelli con il disegno di una ruspa, perché con le nevicate gli spazzaneve non tirassero via anche zio Dissuasore. Prima lo addobbarono di catarifrangenti, poi l’hanno convinto a dimagrire… Una vita infelice, credimi. Sempre preso a male parole da tutti, era l’operatore del traffico più vituperato della categoria.

D – Devi comprendere il punto di vista degli automobilisti: fino ad un certo punto l’Amministrazione ha allargato i viottoli, asfaltato le strade, drizzato le curve, tutto per il benessere degli automobilisti. Poi ha cominciato ad angariarli: trabocchetti, cordoli, gabelle, fin quasi i cavalli di frisia pur di complicare il viaggio!

R – Forse per far riscoprire loro il perduto brivido dell’avventura! Guardala sotto questo aspetto. Pensa a mia zia acquisita Isola Spartitraffico (in Dissuasore). Stava in via Circondaria, in un rettilineo urbano. Su di essa di notte o con la nebbia hanno fatto naufragio decine di auto. Dovevano intervenire i rimorchiatori a disincagliarle, un vero spettacolo per lupi di mare. Qualcuno ha proposto un faro, qualcun altro una sirena. Quando mia cugina è andata in pensione i gommisti e i carrozzieri hanno messo il lutto.

D – Allora ti senti più buono dei tuoi parenti…

R – Sicuramente. Io danni non ne faccio. Solo fotografie e qualche esborso monetario. Comunque ho riflettuto sui destini del mondo.

D – Addirittura!

R – Saprai della nuova generazione: i Tutor. Sono gemelli e lavorano in coppia, ti misurano su un percorso lungo e non hai scampo. Ce n’è un paio sul rettilineo tra Novellara e Reggiolo.

D – L’ho sentito dire.

R – Rifletti. Intanto stanno sperimentando l’automobile senza autista. Quando sarà in circolazione la rivoluzione sarà completa: aboliti i vigili, aboliti gli automobilisti. E l’evoluzione futura consentirà l’integrazione tra i due fenomeni: freni e acceleratore delle autovetture verranno comandati dai tutor esterni. Un mondo senza più il libero arbitrio e l’estro dei cittadini: non ti sembra meno libero?

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