Non solo imprenditore nei campi dell’abbigliamento, dell’agricoltura e della produzione di energia elettrica, ma imprenditore anche nel campo della cultura è stato Iames Amaini. Profondamente appassionato della sua città, ha speso gran parte del suo tempo libero in ricerche storiche d’archivio che lo portassero a ricostruirne la storia antica e scoprirne sconosciuti personaggi.
Ricordo quando, già quarant’anni fa, con furgone e fotocopiatrice si frequentavano gli archivi delle parrocchie e si scorrevano decine e decine di registri polverosi; poi il salto di qualità ci portò negli archivi di Stato di Reggio, Modena, Parma, Mantova e nelle biblioteche pubbliche delle città.
Iames utilizzava ogni conoscenza acquisita anche nelle ristrutturazioni degli immobili locali acquistati, di cui amava recuperare le caratteristiche originali in base agli atti documentari, dal ripristino delle cascine rurali, al restauro dei palazzi del centro.
Da ricordare il rifacimento, in piazza Garibaldi, del palazzo angolare che nel Seicento serviva per la coniazione delle monete, ancor oggi denominato “Zecca”, che regala uno scorcio significativo della piazza.
Fu l’artefice dell’eccezionale rinvenimento della più antica pellicola della città, che raccontava con le immagini l’inaugurazione del nostro ospedale nel 1915 (libro intitolato: “Solenne inaugurazione del nuovo Ospedale di Correggio”, 14 novembre 1915).
In seguito alla scoperta di un documento nell’archivio di Modena, curò la storia di un personaggio minore della pittura e della cartografia correggese, pubblicando il libro: “Marco Bianchi”. Promosse, assieme ad atri studiosi locali, la “Società degli studi storici” di Correggio e collaborò ad altre pubblicazioni ed eventi culturali.