C’era una volta un carro

Carnevale 1959, come eravamo

Sessanta anni fa, a Correggio, sfilavano carri di Carnevale per tutto il centro, girando intorno alle “mura” in mezzo a un corteo festante di gente che li accompagnava.

Si svolgeva un’accanita gara tra parrocchie per aggiudicarsi la vittoria: gli abitanti di Correggio, delle frazioni e, a volte, dei paesi vicini, cominciavano a preparare i carri con molto anticipo: prima l’ideazione, poi il progetto e infine la realizzazione. Non erano di cartapesta, né sontuosi, ma ingegnosi e creativi.

Appena dopo la guerra, i soggetti scelti riguardavano momenti della vita contadina, la natura, paesi vicini e lontani, fiabe e soprattutto la fantasia, con scenografie, personaggi e figuranti con bei costumi in tema con l’argomento scelto; si partecipava sia con carri che come gruppi o maschere isolate, che sfilavano in corteo. Ai lati della sfilata i bambini, in maschera, cercavano di afferrare le caramelle che venivano lanciate dai carri.

Sul Bollettino Parrocchiale del Marzo 1959, compare un articolo intitolato “Terza edizione del Carnevale a Correggio”, che parla del grande successo riscosso dalla sfilata svoltasi il 1° e l’8 marzo di quell’anno.

Il Corteo dei carri e delle mascherine, “il più bello in ogni senso di quelli svolti sinora”, era stato organizzato dalle ACLI, dai giovani di Azione Cattolica, dalle suore della Divina Provvidenza e da tutte le Parrocchie che avevano aderito; vengono ringraziati i commercianti, le ditte, gli enti e i privati che hanno contribuito alle spese. L’elenco dei premiati ci dà un quadro preciso di come si fosse svolto: CARRI VINCITORI: 1) “Olanda in fiore”, Parrocchia di Mandrio, 2) “I porcellini” Correggio, 3) “Folklore siciliano”, Correggio. Premiati i seguenti GRUPPI: “I Bersaglieri”, Correggio; “Oggi sposi”, Correggio. Premiate LE COPPIE: “Giulietta e Romeo”, “Il Principe e la bella addormentata”, entrambi di Correggio; MASCHERE ISOLATE: 1) “Il Pavone”, Gambarati Monica, “Il diavolo”, Setti Donatella, “Sulla luna”, Mazzali Maria Ida. Coppe e premi alla Parrocchia di San Faustino di Rubiera per la partecipazione più numerosa. “La Giuria, con riconoscimento unanime, ha stabilito l’assegnazione della Grande Coppa delle ACLI provinciali al signor Brenno Carretti quale organizzatore e coordinatore delle manifestazioni carnevalesche e per la dedizione con la quale ha portato al successo questo Carnevale 1959”.

Oggi tutto questo coinvolgimento che nasceva dal “basso”, dalla gente comune, sembra essere cessato: le proposte per il Carnevale vengono dalle varie scuole, da locali di ritrovo, dal Comune e dalla Pro Loco. Quest’ultima organizza per il 2 Marzo 2019 “Il Carnevale a Correggio”: bambini in maschera che sfilano lungo Corso Mazzini e ricevono un piccolo omaggio.(info@prolococorreggio.it). Nonostante questo cambiamento, i bambini e i ragazzi partecipano sempre molto volentieri.

 

Il Carnevale ha perso vigore presso le nuove generazioni da quando è stato importato d’oltreoceano Halloween, “commerciale” ed estraneo alla tradizione cristiana. Il tratto comune è il travestimento, ma in realtà, per la sua lontanissima radice celtica, Halloween festeggia in modo tragicomico la morte, mentre il Carnevale invoca la vita, il risveglio della natura e la fertilità.

Infatti il nostro Carnevale affonda le sue radici in un passato molto lontano, nei riti dell’iniziazione della preistoria, nelle antiche cerimonie pagane; il Carnevale, per come noi lo conosciamo e festeggiamo adesso, è un incredibile mix di antichissime credenze e simbologie che vanno a perdersi nella notte dei tempi.

Non è solo un periodo di allegria e di spensieratezza, antropologicamente parlando il Carnevale ha svolto in varie epoche e presso vari popoli un compito rituale molto profondo e significativo. Per restare al Carnevale cristiano: “Il periodo di Carnevale che culmina con il Martedi Grasso è sempre stato, storicamente, un periodo piuttosto lungo, molto celebrato e molto aspettato nella tradizione popolare cristiana. Durava quasi tutto l’inverno, più o meno da dopo l’Epifania fino all’Inizio della Quaresima, che dipende dalla Pasqua ed ha quindi una data variabile.

Serviva per scaricare legittimamente tutte le tensioni lasciando fluire le energie.

Era un momento dinamico dove gli spiriti di cielo, terra e inferi circolavano liberamente. Così come l’anima ha un corpo, così il corpo indossava una maschera. Essa aboliva il tempo e le convenzioni, incarnava una ciclicità che rinnovava l’essere umano.

Poi il Carnevale finiva, ed iniziava, con il Mercoledì delle Ceneri, la Quaresima.

Con la Pasqua tornava l’ordine sociale consueto, rigenerato e garantito fino al Carnevale seguente” . Melissa Pignatelli.

 

INTRIGONI E ROSONI

Ingredienti per  50-60 pezzi

500 gr di farina

2 uova

75 gr di burro ammorbidito

150 gr di zucchero

Mezzo bicchierino di Mistrà e mezzo bicchierino di Sassolino (o un bicchierino di Sassolino)

50 ml di vino frizzante bianco dolce

mezzo cucchiaino di lievito per dolci

1 bustina di vanillina

la buccia di un limone non trattato

la buccia di mezza arancia non trattata

sale

abbondante olio di semi di arachidi (o 1 kg di strutto) per friggere

zucchero a velo per la finitura

 

Preparazione
In una terrina, disporre la farina, seguita dallo zucchero, il burro, la vanillina, i liquori, le scorze grattugiate degli agrumi ed il lievito, quindi iniziare a lavorare gli ingredienti. Quando si sarà ottenuto un composto abbastanza omogeneo, unire gradualmente il vino bianco, fino ad ottenere una consistenza morbida che non deve lasciare residui sulle dita. La quantità di vino bianco, infatti, potrebbe variare in base alla qualità e all’umidità della farina. Trasferire l’impasto ottenuto su una spianatoia leggermente infarinata e, prelevandone un pezzo alla volta, stenderlo in una sfoglia sottile con una sfogliatrice, con uno spessore analogo a quello per la pasta ripiena. Con una rotella tagliapasta dentata, rifilare i due lati esterni della sfoglia e procedere alla formatura, seguendo le indicazioni seguenti, disponendo gli intrigoni e i rosoni su un vassoio, e coprendoli con un panno pulito di cotone, via via che questi vengono formati. In un tegame capace, scaldare l’olio o lo strutto e tuffarvi gli intrigoni e i rosoni, cuocendoli velocemente e girandoli a metà cottura. I dolci saranno cotti quando inizieranno appena a cambiar colore le punte, ma rimarranno flessibili: disporli su un foglio di carta assorbente per eliminare l’unto in eccesso. Spolverizzare con zucchero a velo a piacere e servire.

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