Centocinquantamila grazie al Liga e alla sua Correggio

Dal concerto dell'anno al Campovolo, una botta di vita

Aveva proprio ragione Marco Truzzi, scrittore e giornalista nostro concittadino, quando commentando il concerto di Luciano al Campovolo del 2011 scrisse che per un correggese quel posto era solo un’appendice della nostra Correggio rock.

Le radici affondano nella nostra terra. 

Il cuore batte fortissimo qui da noi e sabato 19 settembre ha subìto una bella accelerazione. 

Orgoglio, commozione, entusiasmo, gioia sono i sentimenti che abbiamo provato insieme ai 150.000 che hanno festeggiato i 25 anni di carriera del rocker al Campovolo. 

Più di tre ore di concerto che hanno ripercorso la carriera musicale del Liga con, sul palco in successione, le diverse band che lo hanno accompagnato dal 1990 ad oggi.

Una festa che poi doveva per forza concludersi nella natia Correggio,  grazie a quella “Domenica da Liga” voluta dal Comune per abbracciare idealmente Luciano e accogliere più di duemila fan innamorati del Borgo.

La giornata è stata ricca di eventi, con la presentazione del libro “Generazione Liga” di Emanuela Papini, il concerto di gruppi e band dei musicisti del Liga, gli stand di prodotti enogastronomici tipici, i ristoranti con i piatti della tradizione, i libri di e su Luciano e con il nostro numero speciale “Certi giorni a Correggio”: una pubblicazione di 16 pagine su Ligabue e la sua Correggio da leggere avidamente e da conservare gelosamente (per chi se la fosse persa: la trovate in edicola!).

La sera prima al Campovolo, in quell’area enorme finalmente viva e palpitante ci siamo immersi nel clima euforico, di partecipazione emotiva, di elettrizzante voglia di vivere che ci ha contagiato.

Nel chiederci le ragioni dello straordinario successo di Luciano, sia per consistenza di pubblico che per durata nel tempo, non ci siamo ancora dati una risposta che ci convinca appieno. 

Pensiamo che alcune delle ragioni siano riconducibili alle storie vere e comuni che lui propone e che tanti ragazzi e adulti sanno riconoscere come proprie, nella umanità delle vicende che Luciano racconta, nelle speranze che nonostante tutto (le sfighe che ci possono capitare e le cose che non vanno nel verso giusto) riesce a suscitare, nell’affetto che trasudano le rime e le note delle sue composizioni e nell’energia vitale che sa diffondere con la sua musica. 

E poi Luciano è sempre lui, un po’ come quel Bar Mario (il vecchio Tubino dei fratelli Radeghieri) che ricordiamo con tanta nostalgia, la cui memoria ci accompagnerà fino alla fine dei giorni. 

Luciano è l’amico fedele, la persona semplice e modesta che non tradisce, che è capace di mettere a nudo la sua anima senza inganni o travestimenti. Noi lo abbiamo capito, lo sentiamo nostro, vero.

Per chi vuole provare a comprendere qualcosa in più un consiglio è d’obbligo: leggete le sedici storie raccontate da Emanuela Papini nel suo libro. Lì c’è una bella selezione delle diverse motivazioni che alimentano le passioni dei fan di Luciano.

Noi per ora ci godiamo questa botta di vita che abbiamo ricevuto in questi due giorni e ci piace pensare che Luciano sia quello che è anche grazie alla sua e alla nostra Correggio. Grazie a quel padre e a quella madre che lo hanno cresciuto ispirandolo a valori veri e importanti. Grazie a quella chitarra che gli hanno regalato quando era ancora un ragazzino. Grazie alle radio libere nate qui, ai grandi concerti rock delle feste dell’Unità di Correggio, ai concorsi musicali dei Comuni reggiani, alla determinazione di Claudio Maioli, al tifo del fratello Marco, a quella colonna sonora che ci ha accompagnato da giovani per anni e anni…

Grazie a tutti quelli che hanno creduto nell’importanza e nel valore culturale della musica e a quelli che hanno creduto e “scommesso” su di lui.

E sopra ogni cosa GRAZIE A TE LUCIANO per tutto quello che hai fatto e continui a fare. Per la Correggio che ami e per l’Italia e il mondo nuovo che continui a sognare con le tue canzoni.

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