Cavalca l’onda

D – Come? Voi praticate il surf a Correggio? Scusatemi, normalmente lo si fa sulle spiagge dell’oceano, dove ci sono onde lunghe e fondali in pendenza. Ma a Correggio, su una terra piatta con al massimo qualche canale domestico…

 

I tre soggetti che incrocio lungo corso Cavour portano inequivocabilmente una tavola da surf sotto il braccio. Per il resto sono vestiti normalmente, il bavero rialzato e occhiali da miopi. Due potrebbero essere ragionieri in pausa pranzo, la terza qualsiasi altra cosa.

R1 – Non avrà creduto che proviamo a metterci sulla cresta di un’onda nel laghetto del parco tra le tartarughe carnivore o nell’Avdagna coi gamberi giganti! Lei è un tipo strano, sa?

D – Mi chiedevo… e allora le tavole da surf?

R2 – Dipende da che onda si cerca. Noi cavalchiamo l’onda delle emozioni

R3 (femmina) – Oppure la tempesta dei sentimenti, se preferisce

D – Ah!

R2 – Adesso le spiego. Io sono un giornalista locale. Ha presente quel titolo sulla Gazzetta che strillava “L’ospizio degli orrori a Correggio”? Beh, modestamente è mio. Per qualche giorno avevo pagaiato in tondo, annusavo lo stravento che si avvicinava: ma è stato in quel momento che con un colpo di reni sono salito sulla tavola e ho preso l’onda.

D – E poi?

R1 – Non l’ha più mollata, è ovvio. Dopo si sta in equilibrio sulla tavola, dentro e fuori l’ondona che rotola su se stessa e tu la devi tenere sempre dietro perché ti spinga avanti. Ma lei non ha studiato fisica?

R2 – Grazie collega. Decine di anziani maltrattati, particolari orripilanti, domande angosciose, voci incontrollate ma incontrollabili, un parente disperato che chiede “ma lo stato dov’era-dov’è-dovesarà?”, un’ amica di un’amica che in lacrime pretende “giustizia-adesso-subito-nessunapietà”… e l’onda rotola su se stessa e io in equilibrio sforno articoli, titoli, anticipazioni, interviste… qualcuno dice “se i fatti saranno provati” ma viene sommerso dal fragore dell’onda che rotola… assemblee in cui si mobilitano i buoni sentimenti, pii uomini e pie donne imbufaliti, le istituzioni… e io registro, esigo la verità, critico…

D – Basta, basta, ho capito: il surf è una specie di incubo!

R2 – Vede, il difficile è scendere dall’onda prima che diventi una misera risacca. Infatti, adesso che il caso è arrivato in tribunale e si è sgonfiato, che fine ha fatto il surfista dell’ospizio degli orrori? Due righe in cronaca per lamentarsi di un verdetto deludente, ed è già passato ad un’altra onda fidando sull’Alzheimer dei lettori. Si mette in camuffa e aspetta la prossima onda.

R1 – Il buon surfista sa quando un’onda sta per esaurire diciamo la sua spinta propulsiva. Io per esempio…

D – Un altro cronista integerrimo?

R1 – Macchè. Io faccio politica qui a Correggio, non mi ha riconosciuto? Io cavalco “Parliamo di Bibbiano” e “Ci rubano i nostri figli”, Angeli e Demoni, ha presente?

D – Come no…

R1 – Beh l’inchiesta della magistratura è delicata, ha a che fare con alcuni bambini che con l’affido potrebbero essere stati ingiustamente tolti a famiglie problematiche ma pur sempre famiglie. Però ciò che gonfia l’onda di un caso simile ad altri è l’arresto del sindaco di Bibbiano, perché così tutto questo diventa il “sistema Bibbiano”, i rossi che fanno l’elettroshock ai minori, la corruzione che inquina i servizi sociali di un’intera regione (c’erano in ballo le elezioni), e anche il Vescovo tuona contro l’istituto dell’affido… Insomma io non devo fare altro che montare sulla tavola!

R2 – Bella forza, il tuo partito è tutto in piedi su quell’onda, è un surf di massa. Fiaccolate, comunicati, magliette, cartelli in Parlamento, caso nazionale, madri esibite a Pontida… lei si ricorda?

D – Ora che me lo dice… sa che non ci pensavo più?

R1 – E no, invece ci deve pensare. Perché adesso che quel sindaco è stato riabilitato dal tribunale e può tornare a rappresentare i cittadini, uno è convinto che la tempesta mediatica stia per esaurirsi. Io credevo di essermela cavata per il rotto del naso perché nell’ultimo corteo a cui ho partecipato qualche cretino mi ha spintonato e questo mi consentiva di uscire di scena con l’aureola del martirio. Ma il capo del mio partito, che essendo il capo cavalca tre creste alla volta, ha deciso di tenere in vita quella che ai dilettanti parrebbe un’ondina, facendo finta che sia un cavallone. Il fatto è che purtroppo la candidata a presidente della Regione non aveva altre magliette da mettersi

D – Un mestiere pericoloso il surf sull’onda delle emozioni. E lei, signora, che onda cerca?

R3   Non sono una professionista come loro, io a Correggio accompagno le loro imprese nelle fiaccolate, nelle assemblee; io navigo sui social facendo lo slalom tra hashtag, post, like, e lanciando messaggi strazianti. Il mio è un ruolo di supporto fondamentale: alimentare il moto ondoso, far ingigantire le onde. Io sono quella del “chissàcosac’èsotto…!” Grazie a noi il surf è diventato da sport d’elite a sport popolare

R2 – Lavoro prezioso, insostituibile…

R1 – Sport affascinante, gratificante…

R3 – Solo noi, i surfisti dei sentimenti cavalchiamo l’onda per urlare la nostra rabbia al mondo intero, come se tutti le altre persone che si preoccupano con discrezione non provassero alcun sentimento. E’ il surfista che pretende una giustizia sommaria purchè immediata. Anzi, che il verdetto sia emesso subito. Anzi, che sia quello che lui ha già emesso

D – E se così farà del male a degli innocenti, che di fronte agli altri non saranno mai più “innocenti” checché certifichi poi un tribunale?

R3 – Vede, le maree dei sentimenti non sono diverse da quelle degli oceani: prima travolgono tutto poi quando si ritirano lasciano sulla spiaggia detriti e frammenti

R2 – Comunque il surfista è preparato, grida “eh, a me non la raccontano… i poteri forti cercano di mettere tutto a tacere ma…” Poi il surfista delle emozioni passa ad un’altra onda

D – Non vi siete mai chiesti cosa rimane di tutto questo agitarsi e colpire alla cieca?

R3 – Beh, dopo io mi sento appagata perché sono dalla parte dei buoni

R2 –  Beh, il mestiere del giornale è la ricerca della verità

R1 – Beh… sì ma Renzi, allora?!

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