Il prossimo 3 dicembre a Correggio, in occasione della Giornata Internazionale della Disabilità, alla presenza delle autorità locali e del Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, avverrà la posa della prima pietra di CASA MIA.
Una casa per ragazzi disabili, dove vivere in autonomia, una casa di vita che accoglierà fino a 5 adulti con disabilità anche gravi, provenienti dai sei Comuni del Distretto di Correggio. Per l’occasione abbiamo incontrato Claudia Guidetti della Fondazione “Dopo di Noi” Onlus.
«Casa mia – spiega Claudia – è solo uno dei progetti della fondazione che da 10 anni è attiva sul territorio. La Fondazione, che ha riunito le associazioni dei famigliari dei Disabili e ha firmato un protocollo d’intesa con i sei Comuni dell’Unione Pianura Reggiana e l’Ausl, vuole essere una nuova famiglia per i disabili che in futuro non l’avranno più o diventare famiglia allargata per quelli che ancora ce l’hanno ma hanno bisogno di supporto».
Non solo. Il valore aggiunto della fondazione è quello di diffondere una nuova cultura nei confronti della disabilità, una cultura che mette al centro i ragazzi o gli adulti disabili, che si preoccupa di chiedere loro cosa desiderano per la loro vita.
Lo fa anche nel concreto promuovendo i progetti nei weekend e durante la settimana, la cui finalità è quella di sperimentare sul campo autonomie per la vita fuori di casa, in vista del fatto che prima o poi resteranno soli.
«Ricordo sempre – aggiunge Claudia – di quando abbiamo spiegato a una ragazza cosa avrebbero fatto nell’appartamento con gli altri ragazzi, che avrebbe fatto la spesa, avrebbe scelto cosa comprare per il pranzo e la cena. Lei stupita ha affermato: “Nessuno mi aveva mai chiesto cosa volevo per pranzo”».
Per realizzare CASA MIA, una casa di 500 metri quadrati a un piano con portico d’ingresso, spazio per l’accoglienza, sei camere da letto (una per l’assistente), tre bagni attrezzati, soggiorno, cucina, dispensa, cantina e portico rivolto verso il parco, occorreranno oltre 400.000 euro.
La cooperativa d’abitanti Andria si è occupata gratuitamente di tutta la progettazione, dell’assegnazione e della direzione dei lavori.
L’Amministrazione Comunale ha concesso a titolo gratuito l’area (tra Via Ghidoni e Via Mandriolo Superiore) in diritto di superficie per 33 anni – un risparmio che si può quantificare in 47.000 euro; 200.000 li mette la Fondazione, 120.000 sono stati assegnati dalla Regione attraverso un bando specifico sul Dopo di Noi. I restanti sono stati raccolti grazie alle donazioni e alle sottoscrizioni del territorio.
«In pochi mesi – ricorda Guidetti – siamo riusciti a raccogliere gran parte dei soldi mancanti: la partecipazione di cittadini, di privati e delle associazioni dei sei Comuni è stata straordinaria, molti hanno voluto dare il loro contributo, e abbiamo raccolto sottoscrizioni dai 20 ai 10.000 euro. Non è il “quanto” che ci ha stupito, ma il volerci essere delle nostre comunità».
I tempi di costruzione sono stati cadenzati, dal 3 dicembre prossimo ci vorrà circa un anno, a Natale del 2020 i primi 5 giovani potrebbero iniziare il loro percorso.
«Una grande soddisfazione – continua Claudia – ma non dimentichiamo che la casa andrà arredata e saranno diverse le spese di gestione, quindi come Fondazione continueremo a collaborare con il territorio anche eventualmente per realizzare il nostro sogno nel cassetto: raddoppiare la capienza della casa. Oggi questo sembra davvero un miraggio…ma come recita un proverbio africano “Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia”».
Il prossimo 3 dicembre a Correggio, in occasione della Giornata Internazionale della Disabilità, alla presenza delle autorità locali e del Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, avverrà la posa della prima pietra di CASA MIA.
Una casa per ragazzi disabili, dove vivere in autonomia, una casa di vita che accoglierà fino a 5 adulti con disabilità anche gravi, provenienti dai sei Comuni del Distretto di Correggio. Per l’occasione abbiamo incontrato Claudia Guidetti della Fondazione “Dopo di Noi” Onlus.
«Casa mia – spiega Claudia – è solo uno dei progetti della fondazione che da 10 anni è attiva sul territorio. La Fondazione, che ha riunito le associazioni dei famigliari dei Disabili e ha firmato un protocollo d’intesa con i sei Comuni dell’Unione Pianura Reggiana e l’Ausl, vuole essere una nuova famiglia per i disabili che in futuro non l’avranno più o diventare famiglia allargata per quelli che ancora ce l’hanno ma hanno bisogno di supporto».
Non solo. Il valore aggiunto della fondazione è quello di diffondere una nuova cultura nei confronti della disabilità, una cultura che mette al centro i ragazzi o gli adulti disabili, che si preoccupa di chiedere loro cosa desiderano per la loro vita.
Lo fa anche nel concreto promuovendo i progetti nei weekend e durante la settimana, la cui finalità è quella di sperimentare sul campo autonomie per la vita fuori di casa, in vista del fatto che prima o poi resteranno soli.
«Ricordo sempre – aggiunge Claudia – di quando abbiamo spiegato a una ragazza cosa avrebbero fatto nell’appartamento con gli altri ragazzi, che avrebbe fatto la spesa, avrebbe scelto cosa comprare per il pranzo e la cena. Lei stupita ha affermato: “Nessuno mi aveva mai chiesto cosa volevo per pranzo”».
Per realizzare CASA MIA, una casa di 500 metri quadrati a un piano con portico d’ingresso, spazio per l’accoglienza, sei camere da letto (una per l’assistente), tre bagni attrezzati, soggiorno, cucina, dispensa, cantina e portico rivolto verso il parco, occorreranno oltre 400.000 euro.
La cooperativa d’abitanti Andria si è occupata gratuitamente di tutta la progettazione, dell’assegnazione e della direzione dei lavori.
L’Amministrazione Comunale ha concesso a titolo gratuito l’area (tra Via Ghidoni e Via Mandriolo Superiore) in diritto di superficie per 33 anni – un risparmio che si può quantificare in 47.000 euro; 200.000 li mette la Fondazione, 120.000 sono stati assegnati dalla Regione attraverso un bando specifico sul Dopo di Noi. I restanti sono stati raccolti grazie alle donazioni e alle sottoscrizioni del territorio.
«In pochi mesi – ricorda Guidetti – siamo riusciti a raccogliere gran parte dei soldi mancanti: la partecipazione di cittadini, di privati e delle associazioni dei sei Comuni è stata straordinaria, molti hanno voluto dare il loro contributo, e abbiamo raccolto sottoscrizioni dai 20 ai 10.000 euro. Non è il “quanto” che ci ha stupito, ma il volerci essere delle nostre comunità».
I tempi di costruzione sono stati cadenzati, dal 3 dicembre prossimo ci vorrà circa un anno, a Natale del 2020 i primi 5 giovani potrebbero iniziare il loro percorso.
«Una grande soddisfazione – continua Claudia – ma non dimentichiamo che la casa andrà arredata e saranno diverse le spese di gestione, quindi come Fondazione continueremo a collaborare con il territorio anche eventualmente per realizzare il nostro sogno nel cassetto: raddoppiare la capienza della casa. Oggi questo sembra davvero un miraggio…ma come recita un proverbio africano “Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia”».