Capir

Capire correttamente un messaggio è un esercizio complesso.
Presuppone che la fonte sia chiara e veritiera.

Bisogna ch’al sapia col ch’al gh’a da dir.
Bisogna che sappia quel che deve dire.
Ch’al gh’abia mia ed la confusioun.
Che non abbia confusione.

Che non vi siano interferenze nella trasmissione.

A forsa ed sunterghen un p’coun /
la cariola l’è dvinteda un vagoun.
A forza di aggiungerne un pezzetto/
la cariola è diventata un vagone.

Chi riceve deve avere gli strumenti intellettivi e culturali per interpretare correttamente.
Ci soffermeremo particolarmente su questo terzo aspetto: la comprensione.

 

AVEREGH DAL CAPIS
Non è possibile una traduzione letterale del termine Capis (comprensione) perché viene usato con un significato più ampio.

 Lilò al gh’a dal capis.

È un’espressione utilizzata per descrivere una persona che comprende bene le cose ma soprattutto sa mantenere equilibrio e buon senso nelle varie situazioni, comportandosi in modo intelligente e adeguato al contesto.

 

CAPIR GNINT
Vi sono persone che proprio non riescono a capire nulla. Ascoltano ma poi non sanno rielaborare quanto gli viene comunicato in modo corretto.
Al cospetto di questi individui la situazione diventa sconfortante e le espressioni usate spesso lasciano trasparire questo stato d’animo.

Al campana gnint!!!
Non capisce niente!!!

Al capes un’ostia ed na vaca ed gnint.
Non capisce un’ostia di una vacca di niente.

L’a capi tut!!! (gnint)
Ha capito tutto!!! (in realtà niente).

CAPIR FIN A UN CERT PUNT
Ci sono altri che non comprendono mai correttamente quello che gli viene detto, fraintendono.
Con superficialità colgono aspetti marginali di quanto gli viene trasmesso e attribuiscono significati errati, diversi da quelli originali, a volte addirittura contrari.

Capir l’ot per al desdot.
Capire l’otto per il diciotto.

Te perel ed pir e lo al capis pom.
Parli di pere e lui capisce mele.

Al capis tut a l’arversa.
Capisce tutto alla rovescia.


CAPIR OGNI TANT
Il livello di comprensione si regola ad intermittenza, in funzione delle capacità intellettive dell’ascoltatore e della complessità del messaggio.

Al capes un de se e un de no.
Capisce un giorno sì e un giorno no.


CAPIR MIA O FEREGH
In alcune situazioni il confine tra la comprensione e la scempiaggine è labile.
Camminando su questo filo sottile, la cultura popolare ha sedimentato nel tempo alcuni dialoghi surreali.

A s’va ded’chè per ander a San Svan?
Iin sach fat nov de st’an!
S’iv sorda o fev aposta?
A sun muiera ed Batesta Costa!
S’iv sorda o d’giv acsè?
A degh che Batesta Costa l’è me marè!
Andev a fer benedir…
Sempre sia lodato!

 

Si va di qua per andare a San Giovanni?
Sono sacchi nuovi fatti in questi anni!
Siete sorda o fate apposta?
Sono la moglie di Battista Costa!
Siete sorda o dite così?
Dico che Battista Costa è mio marì!
Andatevi a far benedire…
Sempre sia lodato!

 

CAPIR A SO COMED
C’è chi in modo subdolo, o interessato, finge di capire o non capire a seconda delle situazioni e del proprio interesse.
È il comportamento di persone che non hanno remore ad apparire “svampite” o sbadate, disattente, mostrando poi, nel momento opportuno, di aver ben compreso.
Spesso queste persone vengono definite “scantacaioun” (svegliacoglioni) perché traggono interesse dalla fiducia che gli viene accordata da chi non si avvede del loro comportamento.

Al capes col ch’a gh’per.
Capisce quello che gli interessa.

Al capes a la so manera.
Capisce come vuole lui.

 

Al capes quand a n’a voia.
Capisce quando ne ha voglia.

 

CAPIR ANCA COL CH’I N’AN MIA DIT
A volte al termine di un incontro o di una discussione, un attento uditore riesce a percepire il motivo celato di certi discorsi o di certi comportamenti.
Alcuni argomenti venivano presentati in modo delicato e innocuo ma nascondevano intenzioni e volontà differenti.


A i’o capi l’antifona!
Ho capito qual è la sintesi del ragionamento e il significato del discorso!

A i’o capi sa gh’è ed nov!
Ho colto qual è la realtà (cosa è necessario fare)!

 

A i’o capi che aria tira!
Ho capito come vanno le cose (qual è il reale andamento)!

A LA FIN
Alla fine di tutti questi approfondimenti potremmo porre al lettore la domanda:

“Et capi?”
“Hai capito?”

La risposta classica d’un vec Cursesch (di un vecchio Correggese) sarebbe:

Per capir a capis.
Mo l’è quand a pis
ch’l’um brusa!!!
Per capire, capisco.
Ma è quando piscio
che mi brucia.

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