Il calcio correggese femminile esiste dal 1978 fondato da Deo Friggeri, la persona che ha sempre creduto in questo progetto e che oggi svolge la funzione di accompagnatore.
Sicuramente ai più attenti non sarà sfuggita la notizia di qualche settimana fa: un calciatore professionista su tre è depresso.
Ho girato questa osservazione a Elisa Malavasi, capitano della squadra di calcio femminile ASD Football Club Correggese, e ho ricevuto una risposta altamente diplomatica, ma che ha colto il centro del problema. «Non è facile dover dimostrare quotidianamente quanto vali, ma questo non è solo vero per il calcio, accade in ogni ambito della propria vita».
Venendo ai problemi pratici quali sono quelli che dovete affrontare?
«Le partite ufficiali vengono giocate nel Campo Parrocchiale di San Prospero di Correggio e in alternativa al Parrocchiale di Mandrio di Correggio.
Il paradosso è che, disputando un campionato regionale serie C, non possiamo sospendere il campionato per maltempo, per cui a volte siamo costrette ad emigrare.
Come ad esempio nella stagione 2014/15 che ci ha visto 2 volte a Reggio e 2 volte a Rio Saliceto».
A livello di sponsor com’è la situazione?
«Nessuno sponsor ufficiale. Siamo in completa autogestione con quote annuali e collaborando con la PROLOCO di Correggio nella vendita del gnocco fritto.
Poi, cene e lotteria per poter pagare le nostre spese (campionati, tesseramenti, ecc.).
Per le trasferte, che avvengono in provincia di Parma e in Romagna, usiamo le nostre auto, dividendo le spese.
A questo si aggiunge la parte burocratico/organizzativa. Insomma: un gran impegno!»
È difficile trovare giocatrici?
«Le giocatrici sono solo della zona di Reggio e provincia, considerato che non diamo rimborsi. Reperire atlete nuove è sicuramente difficoltoso perché le giocatrici già esperte di solito ottengono dei rimborsi e le giocatrici giovani sono frenate dal fatto che il campionato è impegnativo e che dobbiamo allenarci alle 20 di sera a Fosdondo».
Squadra femminile, allenatore maschio?
«Sì allenatore maschio da 4 anni.
Di allenatrici donne in giro ce ne sono poche e sinceramente non so se per allenare un gruppo di donne sia meglio un uomo… come affermava Velasco.
Le donne sono difficili da allenare perché, diceva “prima di fare una cosa la vogliono capire” e questo purtroppo non è sempre facile da gestire».
Sicuramente affrontare questa miriade di problemi toglie energie importanti, ma sognare è gratis…
«Il sogno nel cassetto è avere una società ben organizzata, eventualmente anche maschile, che creda nello sport e nella pianificazione di un progetto a lungo termine, magari coinvolgendo anche le scuole. Il fatto è che con le nuove leggi si obbligano le società maschili ad avere una “costola” femminile ma questo viene visto come un fastidioso onere e non perché si crede veramente nel nostro calcio».
Per chi volesse tenersi informato sulle vostre attività cosa deve fare?
«Abbiamo una pagina Facebook: F.C. CORREGGESE FEMMINILE e sul sito Romagna Sport ci sono gli aggiornamenti sul campionato».