Da dove cominciamo? Dal calendario degli incontri di giornata.
Accidenti! Che giornata, sabato 4 ottobre: tra le partite in cartellone Bar Pace-Bar Moca/Stella Rossa-Canolo. Domenica 5 ottobre Plously-Titti&Nipote/TreSpade-Budriese. Può essere? No, ma solo perché l’anno di cui parliamo non è il 2019, ma il 1980. Quegli incontri/scontri ci sono stati davvero, e tanti altri furono i derby tra squadre del nostro Comune quando il Campionato Calcio Amatori Uisp Provinciale annoverava tra i suoi iscritti ben 12 squadre del comune di Correggio, su un totale di 120 formazioni partecipanti.
Il campionato si svolge tuttora, ma al contrario di allora oggi si gioca sempre in notturna, tranne che al sabato e alla domenica; le squadre locali aderenti si sono ridotte notevolmente, molte di quelle menzionate prima non ci sono più, hanno cessato l’attività o nel migliore dei casi hanno cambiato nome.
Quel torneo calcistico amatoriale in quegli anni aveva raggiunto un notevole successo, sia di partecipazione attiva, che di seguito: il frizzante campanilismo, la bruciante rivalità tra entità di diversa estrazione sociale dello paese, gli stantii cliché affibbiati superficialmente a realtà ritenute antagoniste, diverse, faceva sì che le partite del sabato e della domenica mattina fossero seguite e partecipate da diverse schiere di tifosi/amici e fossero parecchio tirate agonisticamente; gli arbitri sudavano le proverbiali sette camicie, non per il dinamismo che mettevano per essere vicino all’azione, ma per mantenere le dispute sui binari di una sufficiente correttezza, la parola “fair play” allora era un illustre sconosciuta.
Anche nottambuli e viveur di primo pelo si costringevano a volte a levatacce, dopo poche ore di sonno agitato, in ore per loro antelucane, le 8 della domenica mattina, con cerchi alla testa e occhi gonfi causa notte di bagordi; era un sacrificio sovrumano ma non potevano mancare a quel derby particolarmente sentito che a volte poteva anche presagire risvolti non solo puramente calcistici, ma sicuramente “molto” agonistici e non solo con i piedi.
Questo “pistolotto” susciterà ricordi e forse lamentele tra i componenti non menzionati di altre Squadre del territorio, ma prometto che ne riparleremo. Mi serviva per introdurre il vero argomento di questo articolo, cioè quanto sia cambiato il calcio amatoriale in questo lungo lasso di tempo che è intercorso dal 1980 ad oggi.
Ne parliamo con un dirigente di lungo corso, attivo da ben 42 anni in questo ambiente e che era presente come protagonista in uno di quei derby (come il sottoscritto,modestamente): il Rag. Mauro Semellini.
Qualcuno che lo conosce dirà subito ”ma è di San Martino!“, riaccendendo il famoso dibattito sui gatti come prelibatezza culinaria: vero, ma in tutti questi anni ha sempre partecipato, diretto e aiutato squadre Correggesi; informatevi del curriculum che vanta, e poi ditemi se non ha tutti i titoli e l’esperienza in regola per parlarne.
Con Mauro parliamo subito di numeri di riferimento, molto indicativi dei cambiamenti avvenuti nel calcio amatoriale della zona: «Ai tempi il numero di squadre era quello sopraelencato, ora comprese le frazioni siamo 5. Il campionato si è ridotto della metà per il calcio a 11, aumentando (anche perché allora non si praticavano) il calcetto 5 e il calcio a 7, molto gettonato tra i giovani e giovanissimi. Si fatica a completare le rose delle squadre, per non parlare dei costi, che hanno raggiunto cifre considerevoli e fanno da deterrente tra coloro che si debbono autotassare per coprire tutte le spese annuali, di affitto dei campi di gioco e di abbigliamento tecnico».
Come vedi il livello di gioco attuale della categoria?
«Il livello è tuttora buono: i ragazzi sono più atletici, curano molto il fisico, meno caratteriali ma con più conoscenze teoriche; gli allenatori di solito essendo ex giocatori fanno allenamenti più dettagliati e qualitativi, preparano la partita nei particolari, manca un po’ di carattere forse ma si può spiegare anche con la mancanza dei derby/sfida come un tempo, salvo rare eccezioni».
Con Mauro concludiamo la nostra breve chiacchierata e gli chiedo di chiarirmi quali sono i perché di questo drastico ridimensionamento del mondo calcistico amatoriale. Lui mi cita i seguenti: «il confronto con altri sport considerati più puliti, più educati, più confortevoli, più economici è impietoso, in questi tempi di apparenza più che di concretezza a sfavore del calcio amatoriale giocano molti fattori propri del vivere quotidiano, dei giovani e meno giovani; scarsa voglia di impegnarsi, assoluta necessità di comodità, tempi contingentati da lavoro e famiglia, svaghi dettati da marchingegni elettronici. Acqua, fango, freddo, nebbia, lividi e dolori i vari poco si addicono a tanti “ragazzotti” dei giorni nostri è da qui il numero sempre calante di praticanti. Non sanno cosa perdono, cosa si prova quale livello di libidine si raggiunge nel fare il “tunnel” all’amico avversario del bar Pace, fare gol a “cal gatarol dal porter dal Plously”, vedere il mai troppo compianto Topa che indica al suo mediano “marca il 10” e fa tenerezza e ridere allo stesso tempo, chi lo conosceva bene sa il perché.
Non sapranno mai cosa si prova a portare un seppur piccolo contributo ed essere partecipi di una comunità di persone amiche che hanno momenti di aggregazione durante la settimana, chi per allenare il fisico, chi per risollevarsi il morale e rendere più facile e lieve lo scorrere inesorabile del tempo.
Speriamo che nel diventare più anziani i giovani di oggi riscoprano il piacere delle compagnie grandi, multicolori e non si accontentino di piccoli, asfittici e poco socievoli branchi. Ne trarremmo giovamento tutti, non solo il calcio amatori».