Da settembre iscrivere il proprio figlio al nido o alla scuola dell’infanzia costerà meno per quasi 4 famiglie su 5.
Grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero dell’Istruzione, a sostegno del diritto di accesso ai servizi educativi all’infanzia, l’Amministrazione comunale di Correggio ha scelto di ridurre le rette secondo un principio di gradualità, sulla base dei redditi ISEE dichiarati al momento delle iscrizioni. Il vantaggio andrà alle famiglie con redditi bassi e medio-bassi: una platea di beneficiari stimata in circa l’80% degli attuali utilizzatori.
Nel dettaglio la riduzione riguarderà il costo dei pasti dei bambini, pari oggi a 5,10 euro al giorno. L’esenzione totale dalla spesa sarà riservata alle famiglie con reddito ISEE fino a 7.000 euro (mentre sino ad oggi l’esenzione era riservata solo a redditi fino ai 4.500 euro). Ne potranno usufruire, ad esempio, quelle coppie con un reddito fino a circa 25.000 euro lordi annui, con due figli, residenti in un alloggio in affitto. Le famiglie con reddito ISEE da 7.000 a 10.000 pagheranno il buono pasto 3,30 euro, dai 10.000 ai 20.000 pagheranno 4,30 euro. Oltre i 20.000 euro il costo rimarrà invariato a 5,10 euro.
Il risparmio si traduce in 938 euro annuali per le famiglie della cosiddetta prima fascia (fino a 7.000 euro di reddito ISEE), in 324 euro per quelle della seconda fascia e in 144 per quelle in terza. Un’ulteriore riduzione verrà applicata sulle rette minime per le scuole dell’infanzia statali, che passeranno da 53 a 44 euro mensili, per un risparmio annuale di 90 euro.
Questa scelta di ridurre la spesa alle famiglie, ha dichiarato l’Amministrazione comunale, non sarà un incentivo annuo una tantum, ma diventerà definitivo anche se dovesse venir meno il contributo statale. Per ora non si hanno notizie di scelte analoghe adottate in altri Comuni vicini.
«Si tratta di una decisione – ha dichiarato il Sindaco Ilenia Malavasi – presa in un contesto economico non semplice per molte famiglie a cui scegliamo di andare ulteriormente incontro proponendo una riduzione sulle tariffe dei nostri servizi educativi, che oggi coprono circa il 30% del costo dei nidi e il 45% di quello delle scuole dell’infanzia, perché riteniamo che la possibilità di accesso sia un diritto e una preziosa opportunità di crescita e di educazione per i nostri bimbi».
Il Comune di Correggio lo scorso anno ha sostenuto una spesa per i nidi e per le scuole dell’infanzia pari a 3.353,192 euro (1.558,164 per i nidi e 1.795,028 per le scuole d’infanzia).
Uno su quattro ai nidi, quattro su cinque a scuola
Oggi a Correggio vengono accolti nei nidi 186 piccoli ospiti tra uno e tre anni di età, suddivisi tra i due nidi comunali (Mongolfiera all’espansione sud e Pinocchio a Fosdondo), in quello in appalto a Coopselios (Gramsci in via Gambara), e nei due convenzionati (Re Lamizzo a Lemizzone e Le Corti in via Mussini).
Alle scuole d’infanzia pubbliche sono iscritti 404 bambini di età compresa tra i 4 e i 6 anni tra le tre scuole comunali – Arcobaleno a S. Martino piccolo, Ghidoni al Villaggio Giardini di Mandriolo e Le Margherite all’espansione sud – e le due scuole statali, Collodi a Fosdondo e Gigi e Pupa Ferrari in via Fazzano.
I fondi ministeriali hanno l’obiettivo di sostenere lo sforzo degli Enti locali al mantenimento e al rafforzamento del sistema educativo per l’infanzia. A Correggio nei nidi i 186 iscritti sono pari al 27,84% sul totale dei 668 bambini residenti. Un dato molto superiore alla media nazionale, che supera di poco il 5%, e in linea con la media dell’Emilia Romagna, ma che in ogni caso, dopo questi ultimi anni di crisi economica, ha conosciuto una flessione.
Nelle scuole dell’infanzia gli iscritti sono 708 su un totale di 841 residenti in età 4-6 anni, per una percentuale dell’84,11%. Un risultato ottenuto grazie anche alla presenza delle tre scuole paritarie di ispirazione cattolica (San Tomaso, Recordati e Santa Maria a Prato), alle quali il Comune riconosce un contributo annuale che nel 2017 è stato di circa 234.000 euro.
Anche nelle scuole dell’infanzia il numero di iscrizioni appare ancora non del tutto soddisfacente, nonostante quella correggese sia una percentuale tra le più alte a livello nazionale. Pur non facendo parte del cosiddetto “obbligo”, le scuole dell’infanzia sono riconosciute come una risorsa fondamentale per la crescita educativa dei bambini: l’obiettivo di una pressoché piena scolarizzazione potrebbe diventare un’ulteriore scommessa per tutta la comunità, oltre ovviamente per le famiglie direttamente interessate.
Una buona scelta
Questo provvedimento del Comune di Correggio potrebbe dunque invertire la tendenza alla riduzione delle iscrizioni, diffusa in questi ultimi anni non solo localmente ma in tutta Italia e causata principalmente dal calo dei redditi delle famiglie e del numero dei genitori occupati stabilmente.
E poi questa scelta, andando incontro ai bisogni dei meno abbienti, ha un altro indubbio merito: rendere maggiormente progressiva la contribuzione delle famiglie al sostegno della spesa pubblica. Una scelta tanto più necessaria oggi, in un momento in cui la forbice tra chi ha di più e chi ha di meno si è purtroppo allargata, schiacciando verso il basso moltissime famiglie e alzando invece il vertice ad un numero ristrettissimo di pochi privilegiati.