Benedetta, eterna adolescenza

Benedetta Bonfiglioli, scrittrice di successo per Ragazzi, si racconta

Se volessi fare un regalo a Benedetta Bonfiglioli, io cercherei un modo per farle avere più tempo.
Nella sua cucina ci siamo ritagliate un’ora di chiacchiere, ma alla fine mi sono resa conto che si è trattato di un dono fortuito. 

Autrice pluripremiata di romanzi per ragazzi, Benedetta è laureata in lingue. È nata e vive a Correggio. Sposata, è mamma di due gemelli.
Suo padre, nel giorno del suo esame di terza media, le disse di vestirsi carina perché le avrebbe comprato un regalo e le ha riempito una valigia di libri.
Erano i gialli di Agatha Christie, che ancora si trovano nell’ingresso della sua casa.

Oltre ad essere mamma, Benedetta è professoressa di letteratura inglese al Liceo (sia di Correggio che di Reggio) e lettrice editoriale per Mondadori.
Tanti sono i premi e i riconoscimenti
al suo attivo, come   autrice di narrativa per adolescenti. 

Dopo il “più tempo per lei”, anche io le regalerei tanti libri. Non quelli che legge per mestiere, ma quelli per catturare il suo spirito di eterna adolescente.

«Mi regalo una quindicina di libri all’anno. -mi confessa- Di solito ne leggo cinque per le vacanze di natale e dieci per quelle estive.
Ho una lista dei desideri sulla prima pagina dell’agenda, che mio marito fortunatamente passa a parenti ed amici.
Ma faccio un mestiere, a scuola, per cui con un po’ di fantasia si ha sempre la possibilità di insegnare qualcosa di nuovo
». 

Parlare di sé non le piace, dice: «La cosa mi provoca una fatica esagerata. Amo tantissimo le cose che scrivo e le tengo in grande considerazione.
D’altra parte, ho il terrore di sembrare presuntuosa, cosa che non sono.
Ma non posso non dirti che scrivo con grande passione, che so di aver fatto un percorso di crescita e di aver avuto diversi riscontri
».

Benedetta ci tiene a precisare di essere nata come lettrice, prima che come scrittrice. E la lettura è diventata un mestiere prima della scrittura, grazie a Mondadori Ragazzi.
Avendo a che fare così tanto con i testi, dovendo andare così in profondità nei libri altrui, «come un chirurgo», le è venuto naturale provare a scrivere. 

Ha vinto il concorso Scrivere per ragazzi e ha esordito con Pink Lady nel 2012, che è stato pubblicato per le edizioni San Paolo Ragazzi. 

«A livello stilistico sono influenzata dai modernisti inglesi, gli autori che utilizzavano il “flusso di coscienza”. 

A livello tecnico, mi hanno formata molto le regole narrative di base di un workshop per scrittori creativi, ma moltissimo ha fatto la lettura di testi. 

La poesia mi ha dato l’ispirazione a usare la parola in modo non banale. Scrivere per ragazzi ha delle regole non dette ma codificate: per me significa non rimestare il marcio che c’è al mondo, ma avere sempre uno sguardo sul futuro. 

Se scrivi per adolescenti e parli del brutto, devi farlo se poi questo porta ad un riscatto. E questo riflette la mia stessa visione del mondo: anche io, come gli adolescenti, ho ampiezza nel sentire, ho un modo totalizzante di percepire le cose. Scrivere per i giovani non significa farlo in modo didascalico, parlare loro in modo bambineggiante.
I ragazzi in Italia sono i lettori maggiori: questo è molto rincuorante per il nostro futuro, ma l’editoria dedicata a loro spesso si trova in balia di interessi economici.
All’estero poi, un autore che scrive per adolescenti non è considerato di serie B». 

L’ultimo libro di Benedetta si intitola Tutte le cose lasciate a metà. Ha una copertina splendida, d’autore, disegnata da Bianca Bagnarelli, illustratrice vincitrice della Gold Medal a New York.
Già di per sé, un forte attestato di stima da parte di Piemme.

«Il libro ha due storie che si intrecciano ed è narrato da due voci, un capitolo per uno. L’idea mi è venuta a scuola, perché su una porta è comparso un fiocco rosa che annunciava la nascita della figlia di una delle studentesse. Da adulto, è una cosa che non ti lascia indifferente.
Tornando a casa in macchina, i miei pensieri erano pesantissimi, rivolti alla ragazza e alla figlia, ma anche a tutti i figli che in questa scuola… non erano mai nati.
Questo libro è molto legato anche a Sally, la canzone di Vasco Rossi, dalla quale ho preso in prestito il “graffio”. 

L’incidente narrativo è legato a una gravidanza, ma questa è la storia di un ponte fra due generazioni. In uno stesso momento, nell’oggi, si trovano due generazioni della stessa famiglia; la parte vecchia, rappresentata dalla zia, rivive la sua esperienza, che l’ha portata a scappare di casa vent’anni prima. 

A posteriori, mi accorgo che in tutti i miei romanzi ho creato questa sorta di connessione tra le generazioni.
In questo libro, a prescindere da quale sia la scelta da prendere, volevo contestualizzare la difficoltà di diventare grandi da soli: in solitudine, nessuna scelta è fattibile.
Volevo raccontare la storia di una crescita storta, come quella una pianta potata male improvvisamente ma che riesce a trovare la sua vita.
Non è un romanzo sull’aborto, in definitiva, ma un romanzo sull’affettività, sull’amore in famiglia, fra fratelli.
Per me l’unica cosa di cui vale la pena scrivere e leggere è l’amore, perché è l’unica cosa che salva».

Domenica 15 novembre alle ore 11,00 alla libreria Ligabue di Correggio verrà presentato l’ultimo libro di Benedetta Bonfiglioli Tutte le cose lasciate a metà.

L’autrice sarà presente.
Condurrà Matteo De Benedittis, insegnante e collaboratore di Primo Piano. 

L’iniziativa è promossa in collaborazione con il centro culturale Lucio Lombardo Radice di Correggio.
L’ingresso è libero.

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